Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






giovedì 31 gennaio 2008

giornata ...di picchi

lo speravo ma pensavo che non ci sarei riuscito a fare una seduta di qualità dopo una giornata molto intensa come quella di ieri. devo ringraziare soprattutto il mio amico Max che dopo aver fatto con me il riscaldamento mi ha accompagnato nella prima ripetuta di 500 m dopodichè se n'è andato via.

ad onor del vero non è stato nulla di che, ritmo delle ripetizioni accettabile, recupero abbondante e tranquillo...

ma vista la mia avversione alle ripetute e la contrarietà del mio cuore a sollevarsi repentinamente vedere sul diagramma ben dieci picchi "quasi mi emoziona"...

mercoledì 30 gennaio 2008

giornata full di sport

una giornata pienamente dedicata a me stesso visto che ero libero dal lavoro. l'idea era di fare qualcosa di qualità tipo ripetizioni poi complice anche una schifosissima giornata umida mi sono "arreso" al mio solito progressivo. l'ho allungato a 13 giri del Parco del Cormo che corrispondono a 21,3 km partendo a 4'53'' e arrivando a 4'02''; complessivamente una media di 4'28''.

tempo di arrivare a casa, senza neanche mangiare (solo una barretta) e direttamente in piscina per 66' di "ritmo solito", non ne conosco altri...della serie mi butto e lentamente vado avanti.

peccato che stasera i tempo è ulteriormente peggiorato altrimenti sarei andato anche ad accompagnare qualcuno per qualche altro km...e domani si ritorna alla solita vita cercando di ritagliare tempo per correre.

La Maratona di Valentina

Riporto da podisti.net il resoconto della bellissima vicenda di Valentina ed allego un link dove si può vedere un video della gara realizzato da Sandro Dell'Aquila che comunque ringrazio per avermi fatto emozionare nel confezionare questo ricordo che Valentina e i suoi amici hanno costruito in modo così perfetto. ecco un altro video: La maratona di Valentina

Scritto da Vito Porcelli martedì 29 gennaio 2008 Lacrime, grandissima commozione e tanta, tanta gioia: questa è la sintesi della bellissima giornata di sport regalataci dall’epilogo del “Progetto Valentina”, mirabilmente allestito dal Comitato organizzatore e splendidamente portato a termine da Ottavio Andriani e il suo gruppo di “maratoneti.com”! Valentina è una ragazza diversamente abile affetta da tetraparesi spastica, grande innamorata della regina delle corse. Il suo sogno, fortemente voluto, era quello di poter correre una maratona. Questa utopia è stata cancellata ieri, allorquando la staffetta di atleti di http://www.maratoneti.com/ (uno ogni 5 km.), Le ha permesso di coronare il suo sogno percorrendo i 42,195 km della maratona del Salento. All’arrivo, un interminabile urlo di gioia di Valentina sanciva la realizzazione del suo sogno, circondata dai tre grandi atleti presenti: il campione olimpico in carica Stefano Baldini, Ottavio Andriani e Giacomo Leone che, poco prima, aveva iscritto il suo nome nell’albo d’oro di questa classica pugliese, vincendola in solitario con il tempo di 2h17’04”. Valentina, dal palco delle premiazioni, ha poi avuto parole di ringraziamento per tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del suo sogno, dimostrando un eccezionale attaccamento alla vita ed una gioia che dovrebbe far riflettere a lungo parecchi normodotati!

le foto sono tratte dal sito podisti.net

martedì 29 gennaio 2008

la gita è meglio della marcia

ecco come Beppe Grillo ribatte alla ipotizzata marcia su Roma dal signor B si tratterebbe di una bella gita alla quale non rinuncerei: http://www.beppegrillo.it/2008/01/la_gita_su_roma/index.html?s=n2008-01-29

eppur si muove...

il video si riferisce alla maratona di Osaka della settimana scorsa. la inevitabile domanda è: hanno fatto bene a farla continuare? la mia risposta è immediata, si!!!!!!!!!!!!

solo per informazione l'atleta di cui sopra è arrivata 19^ assoluta con 2:40'54'' con i seguenti intermedi ogni 5 km :

19 FUKUSHI,Kayoko 101 16:34 33:11 50:10 1:06:52 1:23:56 1:41:25 2:00:29 2:25:17 2:40:54 riporto, cerco di farlo brevemente una mia esperienza simile del dicembre 2000 ad Assisi. Eravamo al 31 dicembre, avevo deciso di festeggiare San Silvestro unendo l'utile di una maratona con il dilettevole di una visita ad Assisi con alcuni familiari al seguito (nella fattispecie: sorella, mamma e zia). la prima parte di gara condotta con ottimo ritmo, per intendersi 4' al km che nonostante una sosta ai box mi aveva permesso di passare alla mezza in 1:26'; nella seconda parte di gara si scatena una tempesta di vento che la Bora triestina solo può reggere al confronto, bisognava procedere in alcuni tratti correndo obbliquamente alla strada, il mio stato di forma ottimale mi permise comunque seppur rallentando di presentarmi alla salita finale di 4 km per raggiungere il centro di Assisi in ottima posizione e con una proiezione abbondantemente sotto le 3 ore. la fatica però cominciò a farsi sentire non appena la strada cominciò a presentare la prima pendenza improvvisamente il ritmo passò da 4'15'' a 5'12'', nel km successivo a 5'50'', 6'12''. sentivo male dappertutto, avevo nausea, conati di vomito e mancavano ancora due km da affrontare, sul cartello del 41° proprio vicino all'ambulanza vomitai tutta l'acqua che avevo bevuto negli ultimi due giorni... mi misero immediatamente sulla barella per portarmi via... non so con quale spirito nè con quale corpo mi rialzai affermando che se San Francesco aveva fatto quel percorso chissà quante volte lo avrei fatto anche io. morale della favola 7'20'' per percorrere un km e sprint (??) finale per fare gli ultimi 195 m mostrandomi ai miei familiari che mi attendevano in condizioni accettabili. tempo finale 3:04'39'', due mesi prima avevo corso a ritmo di mio record personale in 2:36'. nessuno sarebbe riuscito a fermarmi e fu bene che nessuno insistette per farlo. ecco la foto di come ero ridotto a 500 m dalla fine

l'Italia se non ci fosse bisognerebbe inventarla...

questo paese è veramente speciale: con tanti problemi seri, la spazzatura che straripa nelle strade napoletane, la crisi delle famiglie alle prese con stipendi che a volte non sono sufficienti a far fronte allespese indispensabili, una crisi politica che ha scenari poco chiari per non dire molto oscuri... questo paese non trova di meglio che dedicarsi morbosamente alle vicende processuali del delitto di Erba che vide qualche tempo fa la fine diquattro poveri innocenti. ora tutti a inseguire, fotografare, riprendere, scrivere, ascoltare, spiare la carezza del presunto assassino alla sua complice, il bacio affettuoso... ecco la vera notiza: PUBBLICO IN CODA - Il processo ha preso il via questa mattina nel palazzo di giustizia di Como, affollato fin dalle prime ore della mattina da un grande numero di curiosi, desiderosi di assistere dal vivo a quello che si annuncia il nuovo procedimento show. L'accesso all'aula delle udienze è stato disciplinato, ma quanti hanno avuto diritto all'ingresso si sono dovuti mettere pazientemente in fila per essere sottoposti a rigorosi accertamenti. Sono una settantina le persone estranee alla vicenda che assistono al dibattito. Per i giornalisti è stata allestita un'apposita sala stampa, con immagini rimandate da televisori a circuito chiuso.

domenica 27 gennaio 2008

finalmente una settimana di allenamenti seri

dopo diversi mesi posso finalmente dire che questa settimana è stata piena e seria per quanto riguarda l'allenamento. complessivamente 83 km percorsi in 6 sedute con buoni tratti di qualità e oggi una discreta gara di cross lungo sulla distanza di 10 km (ma in realtà erano almeno 10,5) condotta in regolarità dopo che nel primo giro avevo subito distacchi considerevoli dai miei avversari; ho recuperato bene ma quando a 200 metri dall'arrivo il mio compagno di squadra Pacasso, mezzofondista, ha cambiato non ne avevo per resistergli. la prossima settimana spero di riuscire a varcare la soglia dei 100 km anche se avrò qualche problema con gli orari per allenarmi.

sabato 26 gennaio 2008

sono irrevocabili le dimissioni di Cuffaro...

lo ha detto lui e bisogna credergli: il Presidente della Regione Sicilia si è dimesso. Per chi ancora non ci credesse collegatevi al link!!!! il nostro si rallegra di essere stato assolto dall'accusa di collusione con la mafia ma evita di dire che ha subito 5 anni di condanna per collusione con singoli mafiosi...

giovedì 24 gennaio 2008

Rinuncio alla maratona del Salento

Rinuncio alla maratona del Salento, ci rinuncio perchè avendo recuperato la voglia di correre e la capacità di fare sacrificio sul lavoro di qualità conto di poter migliorare. presentarsi in gara in maratona significa quanto meno sacrificare due settimane di lavoro di allenamento, rinuncio perchè essendo leccese sò che il Salento è maledettamente lontano da Udine (30 ore di treno tra andata e ritorno), rinuncio perchè CREDO che a Treviso potrò fare bene se riesco a lavorare bene in questi due mesi.

mercoledì 23 gennaio 2008

Politica: Una fioca luce nell’oscurità avvolta dalla nebbia, Cuffaro a casa (anche se in teoria dovrebbe andare in Galera)

“Al Presidente del Consiglio dei Ministri On.le Prof. Romano PRODI Come Ti è noto, il 18 gennaio scorso il Tribunale di Palermo ha pronunciato sentenza di condanna per favoreggiamento e rivelazione di segreto nei confronti del Presidente della Regione siciliana.I fatti addebitati al Presidente Cuffaro ed accertati dal Tribunale con la sentenza di primo grado, emergono nella loro estrema gravità, non solo per come attestato dalla pesante pena irrogata (cinque anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici), ma soprattutto in quanto si tratta di comportamenti di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio su indagini riguardanti affiliati mafiosi. Al riguardo mi preme sottolineare due considerazioni.In primo luogo, la condivisione sulle modalità per intervenire sulla vicenda, facendo puntuale applicazione di quanto già l’ordinamento vigente impone. Infatti, al riguardo, l’articolo 15, comma 4-bis della legge 19 marzo 1990, n. 55, prevede la sospensione di diritto, anche in caso di condanna non definitiva…Come è noto, il percorso istituzionale prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri, sentiti il Ministro per gli affari regionali e il Ministro dell’interno, adotta il provvedimento che accerta la sospensione.Tale esito discende, per fatti di gravità acclarati, dall’esigenza di garantire la tutela dell’interesse pubblico, leso dalla permanenza in carica e dallo svolgimento delle relative funzioni istituzionali da un soggetto rispetto al quale è stato accertato il venir meno di un requisito essenziale per continuare a ricoprire un ufficio pubblico elettivo. Ma, soprattutto, mi preme mettere in evidenza una seconda considerazione.Come Ministro della Repubblica, e soprattutto come cittadino, sono sconcertato dalla reazione che ha caratterizzato il comportamento del Presidente della Regione Sicilia rispetto alla sentenza che lo ha condannato e che, a chiunque abbia dignità e rispetto verso le istituzioni, avrebbe dovuto suggerire soltanto di prendere la decisione di dimettersi…Ritengo che il Governo non possa rimanere inerte rispetto alla vicenda in questione e che sia indispensabile l’adozione di misure concrete, in conformità a quanto previsto dall’ordinamento, volte ad assicurare il primato della legge ed il pieno rispetto del principio di legalità, restituendo, in tal modo, credibilità ed autorevolezza alle istituzioni dello Stato…Si tratta di un adempimento doveroso, per il rispetto che tutti dobbiamo alle istituzioni e alla legge. Ma, ancora prima, per il debito morale che ancora dobbiamo saldare con le tante, troppe vittime della mafia e con i loro congiunti…Mai come in questa vicenda l’esigenza di fare, e far presto, costituisce la doverosa forma di adempimento della legge che deve distinguere una classe dirigente degna di questo appellativo da una solo ipocrita e meschina. Sono convinto che non sei sordo a queste esigenze, e in maniera condivisa sapremo esprimerne la risposta più convinta e degna del rispetto che si deve a chi ha preferito sacrificarsi alla mafia, più che rivelarle segreti d’ufficio.” Antonio Di Pietro.

ho tradito le mie Nike Pegasus

in 13 anni di podismo ho consumato tantissime scarpe, onestamente non ho mai speso cifre strepitose alla ricerca del modello ricercato, ho cercato sempre di trovare il modello che si prestasse meglio alle mie esigenze al minimo costo. negli ultimi anni ho quasi sempre comprato le Nike Pegasus per allenamento, ormai il mio fornitore che è anche podista e mio compagno di squadra non mi chiede neanche più. stavolta mi ha proposto l'ultimo modello Pegasus e poi mi ha fatto vedere un modello in saldo della Brooks: si chiamano Glycerin 5 (ora l'ultima versione è la 6), appartengono alla categoria A3, domani mattina le proverò.

martedì 22 gennaio 2008

dubbio amletico

finalmente comincio a recuperare il piacere di fare allenamenti più lunghi, per un periodo abbastanza lungo mi ero fossilizzato sui 10 km e mentalmente mi era difficile andare oltre. ieri sera seppur da solo sono arrivato a 13 km tutti in progressione con ritmo medio 4'26'', stasera con i miei due compagni di allenamento Stefano e Renato (inizialmente c'era anche Michele) altro progressivo impostato sul loro ritmo. la previsione era di fare un 4+4+4 partendo da 4'20'' e progredendo di 5'' ogni step. è andata abbastanza bene anche se entrambi non hanno completato il lavoro come previsto, io ho fatto 10 gg del parco con la media complessiva, considerati i 5 km di riscaldamento molto lenti di 4'28''. il dato più buono è quello che in due giorni ho corso per 30 km. ora una domanda mi STRUGGE: sono combattuto tra la voglia di continuare nella progressione degli allenamenti duri e il desiderio di rientrare subito in maratona, sarei anche iscritto alla prossima Maratona del Salento di domenica prossima. gareggiare a Parabita significherebbe però interrompere già da domani e riprendere non prima di 10 giorni con qualcosa di costruttivo. la rinuncia alla gara di maratona invece mi darebbe la possibilità di aggiungere lavori di qualità, di fare comunque il cross lungo domenica e spingere sull'acceleratore tutta la prossima settimana che concluderò (il 3 febbraio con un lunghissimo) spero di superare dopo tantissimo tempo i 100 km. che decisione prendere? mi dò ancora 24-48 ore.

lunedì 21 gennaio 2008

gara di cross

ieri gara di cross corto a Villalta di Fagagna andata abbastanza male, la cena sociale del sabato sera si è fatta sentire nelle gambe e nella testa.
già prima della partenza le gambe non volevano andare poi il percorso ricco di saliscendi tra i quali una salita più da corsa in montagna che da cross ha fatto il suo.
non sono stato proprio in grado di reggere il passo degli amici che di solito viaggiano con me, li ho visti andar via e non sono stato in grado di recuperare nulla cosa che mi riesce di solito abbastanza bene anche nelle gare brevi nell'ultima parte.
seppure nel cross gare diverse non possano essere confrontate sono andato circa 15'' al km più lento della settimana scorsa quando il cross era lungo 10 km e il terreno era ben più difficoltoso.
poi c'è il problema peso: a fine gara, tornato a casa mi sono pesato ed ho pensato che (cena a parte) è il momento di mettere un punto e cominciare la parabola discendente...
stasera buon allenamento in solitario al parco con 13 km in progressione molto soddisfacente.

domenica 20 gennaio 2008

TrevisoMarathon 2004

Ho considerato sin dall'inizio l'organizzazione di questa prima maratona di Treviso come una scommessa, tanto insolite erano alcune caratteristiche peculiari di questa nuova gara. Prima fra tutte, senz'altro, l'annunciato rimborso della quota di iscrizione (già comunque non esagerata, 15 euro) a chiunque avesse portato a termine la gara entro il tempo di 6 ore. Probabilmente ognuno può rintracciare note positive e negative nellirrompere di una nuova maratona nello scenario già affollato del calendario italiano di corse su strada e maratone in particolare. Al termine della gara, per quanto mi riguarda, posso dire che si tratta di una scommessa vinta alla grande e sotto tanti aspetti. Inizio da un paio di note sulle cose che dovranno essere corrette: consegna bagagli alla partenza con la disponibilità di un numero di mezzi più elevato; spazio per il ritiro delle sacche all' arrivo più ampio e con più personale addetto; organizzazione di uno spazio per il cambio dell' abbigliamento nel post gara più ampio e dotato di panche che permettano un minimo di comodità ; più accortezza nell 'organizzare il rientro degli atleti a Vittorio Veneto. Tutti questi aspetti possono essere corretti senza grossi problemi. Le note positive: essere riusciti sin dalla prima edizione ad allestire una gara con più di 3000 maratoneti alla partenza grazie anche alla trovata del rimborso, aver allestito una grande campagna pubblicitaria che ha reso questa gara un evento tanto da portare sul percorso tanta tanta gente come mai mi era capitato di vedere in Italia; e non si è trattato di un pubblico asettico, ma partecipe, pronto ad applaudire, a incoraggiare a spronare tutti i podisti, a farli sentire eroi. E chi si sente maratoneta sa bene che percorrere 42 km quasi sempre circondato dal pubblico che ti incita rappresenta una iniezione di energia soprattutto nei momenti di crisi. Tante bande musicali, gruppi di cantanti lungo il percorso aiutano il podista a distrarre la mente dalla fatica; un semplice incitamento, una parola di conforto ti fanno andare avanti a completare la gara per te stesso e anche per quelli che ti guardano. Non si può dimenticare lo splendido scenario allestito al Ponte della Priula sul fiume Piave, luogo eroico per la storia d'Italia, con tanti archi tricolori a far ricordare che da quel luogo lo straniero non è passato ma i maratoneti, provengano essi da qualunque parte del mondo, passano ovunque, e tutti, veramente tutti, hanno il piacere di essere accolti trionfalmente. Non cito i tanti gesti, le tante scene che ho colto lungo il percorso, ma l 'arrivo in Piazza dei Signori, seppure in grande sofferenza, mi ha fatto provare emozione come in poche altre maratone tanto era numerosa e calorosa l'accoglienza, vivacizzata dagli speaker ormai miei amici Brighenti e Ballaben. Da non trascurare la immediata comunicazione via SMS del proprio tempo finale ufficiale pochi minuti dopo l'arrivo, e l'invio di e-mail con i parziali rilevati tramite il chip. Avevo pensato di impostare la mia gara in maniera prudente, visto che si trattava della terza maratona in tre settimane, ma prima della partenza ho incontrato l'amico Cesconetto con il quale ho preso accordi per andare assieme. Ho dovuto rincorrerlo qualche km per raggiungerlo, poi mi sentivo bene ed ho continuato a spingere approfittando di un buon treno di amici podisti; Cesconetto più prudente mi è rimasto alle spalle distanziato di circa 200 metri, facendo gruppo con la seconda donna, Maura Viceconte, ed uno stuolo di gabbiani . Inspiegabilmente tra il 18° e il 20° ho avuto un cedimento che mi ha fatto temere il peggio: troppo presto per cominciare già a calare! Per fortuna è passata e ho potuto transitare alla mezza in 1:18'09''; da lì a poco sono stato ripreso dal gruppo che mi inseguiva e stringendo i denti sono riuscito a rimanere attaccato incitando Daniele Cesconetto a spingere, perché era sul ritmo per fare il suo personale; dopo qualche km mi hanno staccato ma soffrendo ho limitato il gap e successivamente ho cominciato a recuperare. Gli ultimi km di gara siamo stati in gruppo in tre, io Cesconetto e Zat, un altro amico friulano; questo ci ha permesso di spingere sempre più forte compensando gli eventuali cedimenti di ritmo. Sull'ultimo km Daniele se n'è andato avanti di qualche metro, io ho resistito e quando ho visto che Zat mi affiancava a trecento metri dalla fine ho fatto un splendido sprint che mi ha portato a chiudere la gara in 2:38'10'' , al 31° posto della classifica assoluta maschile, 5° della categoria MM35. Si tratta della mia seconda miglior prestazione di sempre e se penso che è stata ottenuta con due maratone nelle gambe negli ultimi 15 giorni devo ritenermi molto soddisfatto. E' stata una grande domenica perché ho avuto modo di incontrare tanti amici anche friulani impegnati nella gara e altrettanti sul percorso ad incitare. Farei un torto a molti citando dei nomi e rischiando di dimenticarne altri ma un'eccezione va fatta per dare testimonianza della mia contentezza per la prestazione di Nuccio Bizzarro e Marco Grimaz, miei compagni di club, che hanno realizzato il loro personale migliorandosi rispettivamente di 1 e 6 minuti. Come sempre gli amici di Podisti.net erano presenti e protagonisti a partire dal direttore Marri, al buon Andrea Busato che è stato tradito da un eccesso di entusiasmo che lo ha portato a cedere nel finale; splendido poi il weekend trascorso con Luca Salardini (quinta maratona consecutiva) e Cosetta Benatti autori anche di soddisfacenti prestazioni cronometriche.

sabato 19 gennaio 2008

non sembra vero...

non sembra vero: stamattina e chissà per quanto ancora dovremo sopportarlo mi è toccato vedere a SkyTg24 Totò Cuffaro che faceva il suo comizio rivendicando di essere vincitore, vittima delle persecuzioni della giustizia. La sentenza di primo grado ha definito che non è un mafioso ma solo che ha favorito (favoreggiamento dice la sentenza) ogni tanto qualche mafioso. per questo è stato CONDANNATO A 5 ANNI DI RECLUSIONE, e quindi ha diritto ha cantare vittoria, noi poveri cittadini che non abbiamo mai affrontato un processo siamo dei pusillamini. non è un mafioso ma di tanto in tanto favoriva qualche singolo mafioso come non ha paura di gridare a gran voce il Procuratore Grasso. cosa vuoi che sia una condanna a 5 anni per favoreggiamento semplice, d'altronde lo diceva lui stesso qualche tempo fa a Santoro in diretta TV, rivedetevi questo video se non ci credete: e sempre lo stesso Cuffaro gìà anni fa entrava in campo alla grande con un intervento al Maurizio Costanzo Show che you tube si trova ampiamente documentato con una invettiva all'ora vivo Falcone:

venerdì 18 gennaio 2008

senza tregua

questa che sta per finire per me è stata una settimana di ferie, non ero a lavorare perchè dovevo assistere dei lavori in casa. ne ho approfittato per allenarmi anche di più, intanto ho fatto due sedute di nuoto, ieri e oggi, che non avrei mai creduto di portare tanto a lungo, oggi 1:20' per 84 vasche...stupidaggini per i provetti ma per un inesperto come me un successo da incorniciare. uscire dalla piscina mi lascia però con l'amaro in bocca perchè non riesco ad essere stanco come dopo una corsa, non sapendo nuotare mi limito a far girare le braccia il più a lungo possibile e senza muovere le gambe. Ma veniamo all'aspetto che maggiormente mi interessa: ieri forse a causa delle sedute precedenti tirate, della pioggia battente, dello scarso riscaldamento ho appena accennato ad una ripetuta e mi sono dovuto subito fermare per un accenno di dolore nella parte posteriore del ginocchio. Stasera al parco appuntamento con Michele e per caso incontro anche con Adriano che si sta rimettendo da qualche problema. abbiamo accennato ad un progressivo come succede sempre quando c'è Adriano ed abbiamo fatto un ottimo 5 giri finendo forte (6'23'') ma non al massimo tanto che ho fatto un altro giro di defaticamento a 4'22'' al km anche se mi sembrava di essere fermo. questo significa che la gamba comincia a sentire normale il ritmo di un tempo. domani dovrei avere la forza di fare qualcosa di leggero e poi domenica il cross.

mercoledì 16 gennaio 2008

Progressivo ok

ieri sera ho fatto una seduta di progressivo con Stefano che ho finito in grande spolvero. Mi ero accodato a lui per assisterlo in una progressione di 4 km a 4'20'' e poi 3-2-1 km aumentando di 5'' ogni step. Purtroppo dopo due step lui ha ceduto e quindi io ho incrementato di parecchio facendo il penultimo giro del parco a 4' al km e l'ultimo in 3'45'' (6'11'').

stasera lo stesso lavoro doveva farlo Renato e mi sono proposto di accompagnarlo, è andata benissimo anche in questo caso fino al penultimo step poi Renato è stato costretto ad interrompere per poi concludere bene. io ho proceduto da solo incrementando ma solo di poco.

complessivamente è andata molto bene perchè era da tanto che non facevo 10 giri completi del parco (16,4 km); ora ho un tempo di riferimento che mi servirà come punto di partenza per giudicare i miei prossimi lavori.

e domani, visto che sono tutta la settimana in ferie, se il tempo è decente potrei improvvisare un'altra seduta di qualità.

ancora sul Papa

ecco la parte finale del discorso che avrebbe dovuto pronunciare domani: Se però la ragione - sollecita della sua presunta purezza - diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola. Applicato alla nostra cultura europea ciò significa: se essa vuole solo autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni e a ciò che al momento la convince e - preoccupata della sua laicità - si distacca dalle radici delle quali vive, allora non diventa più ragionevole e più pura, ma si scompone e si frantuma. Con ciò ritorno al punto di partenza. Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell'università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro. Dal Vaticano, 17 gennaio 2008 BENEDICTUS XVI Se è questo che doveva dire a mio umile e modestissimo parere avevano visto bene i contestatori ed hanno fatto bene a protestare preventivamente perchè la ragione DEVE rimanere sorda ai messaggi che vengono dalla fede cristiana, musulmana ecc; perchè la Chiesa cattolica non impone la fede ma la CONSIGLIA VIVAMENTE; perchè la via verso il futuro NON DEVE indicarla Gesù Cristo nè Maometto nè altri. Queste cose il Papa è libero di dirle ma lo faccia all'Angelus dove ha convocato tutti per domenica prossima così chi crede in altro o ha pensato di non credere non sarà obbligato a esser presente.

martedì 15 gennaio 2008

due risate

nello sport non bisogna arrendersi mai nenche quando tutto sembra ormai finito.

corsa in avanti e retrorunning

C'è chi corre andando avanti come Zapatero... e chi invece opta per il retrorunning intellettuale come il prete per eccellenza Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano. In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato".
ma per fortuna:

ha vinto la protesta

domenica 13 gennaio 2008

Cross lungo: che fatica nel fango!!!

Gran bella esperienza oggi al campionato regionale assoluto di cross; ovviamente io e tanti miei compagni di squadra abbiamo partecipato solo per dare una mano e portare qualche punto nella classifica per società perchè siamo praticamente tutti amatori nel vero senso della parola.I miei compagni del cross corto avevano qualche chance nella loro prova perchè sono i più forti della nostra squadra ed hanno anche ben figurato.

Noi impegnati nel cross lungo ci siamo difesi molto bene ma naturalmente la freschezza e la giovane età della maggior parte dei partecipanti hanno fatto la differenza. E' stata comunque una bellissima esperienza su un circuito di 1200 m da ripetersi 8 volte con un giro di lancio di 600 m, solo questi numeri danno l'idea di come si era ridotto il percorso dopo il passaggio di tantissimi concorrenti e dopo due intere giornate di pioggia.

Fango, fango e fango e poi per aumentare le difficoltà una salitella che ripetuta 8 volte diventava ardua e due tronchi da saltare ad ogni giro.

Più d'uno su quei tronchi ha fatto il volo compresa la vincitrice del cross corto Junior Isadora Castellani (nella foto seguita da Sonia Lopes).

Subito si sono delineate le posizioni e quindi mi sono ritrovato a lottare con un podista che nella parte più fangosa del circuito riuscivo a staccare mentre nella parte più agevole mi riprendeva e staccava, dopo metà gara abbiamo ripreso un altro in maglietta rossa e ho cominciato alottare con quest'altro ma a due giri dalla fine lui è scivolato e caduto ed io in quel momento ho dato l'affondo per staccarlo definitivamente e ci sono riuscito.Nella sostanza ho condotto una gara a ritmo quasi costante, senza cedimenti ma anche senza riuscire ad incrementare nel finale; ritmo finale medio di 3'51'' al km. Visto che mi ero prefisso l'idea di correre intorno ai 4' al km direi che è andata benissimo, sono anche riuscito ad arrivare primo tra tutti i compagni di squadra schierati nella gara del cross lungo appunto.

Durante questa fatica immane è stato senz'altro di grande aiuto il sostegno continuo ad ogni passaggio delle "cheerleaders" del Buja che dopo aver finito la loro gara si sono messe a tifare per noi coadiuvate anche da altri amici presenti della nostra società; un gran piacere anche rivedere dopo diversi anni Sonia Lopes che da quest'anno è tesserata in Friuli con la squadra di Brugnera.

E domenica prossima c'è un altro cross ma questa volta breve e con avversari più abbordabili.

sabato 12 gennaio 2008

Maratona di Padova 2004

Padova - Maratona S. Antonio
25 aprile 2004 Una splendida giornata di sole ci ha accolto per questa edizione della maratona di Padova. Già il sabato pomeriggio la temperatura era molto alta e il tasso di umidità anch’esso elevato, un provvidenziale temporale serale ha contribuito a mitigare il clima.Solita levataccia per raggiungere in orario lo stadio Euganeo dov'è dislocato il punto di ritrovo per tutti i podisti che intendono usufruire del servizio di trasporto in autobus di lusso da Padova a Vedelago, luogo di partenza, il servizio è ottimamente organizzato e il viaggio si svolge comodamente seduti. Ho l’occasione di conoscere alcuni amici, tra i quali il trevigiano Filippo Bellin; discorriamo di maratone e del prossimo obiettivo importante, la 100 km del Passatore. I momenti di preparazione alla partenza trascorrono fra tanti incontri con amici maratoneti che mi fermano riconoscendomi, chi per avermi conosciuto tramite il sito www.podisti.net, chi avendo guardato le riviste specializzate sulle quali recentemente sono state pubblicate foto delle mie gare, chi per avermi incontrato nelle numerose gare di maratona che ho affrontato in questo inizio di stagione.Analizzando i vari aspetti organizzativi, dopo il servizio di trasporto, si viene colpiti dai numerosi bagni chimici che sono distribuiti, lungo la via di trasferimento dal punto di arrivo in piazza sino al luogo adibito a spogliatoio, anche lungo il percorso ogni pochi km per chi ne avesse necessità sono a disposizione questi servizi, potrebbe sembrare una nota marginale, ma, in una maratona che ha raggiunto un numero elevatissimo di iscritte al femminile, assume la sua rilevanza.La zona della partenza vera e propria potrebbe essere gestita in maniera più opportuna, in quanto le strade laterali per raggiungere il punto di partenza sono molto strette, l’ingresso nelle gabbie avviene in maniera piuttosto disordinata e il rispetto delle gabbie assegnate è approssimativo; molti giungono in ritardo e transitano sul controllo della partenza con diversi minuti di ritardo.I ristori e gli spugnaggi distribuiti secondo regola sono abbondanti e ben forniti, soprattutto gli spugnaggi in una giornata molto calda sono vera salvezza per raffreddare la testa e il corpo dei maratoneti.L’arrivo in Prato della Valle è qualcosa di fenomenale, uno scenario incantevole per l’arrivo e per trascorrere le ore successive, seduti o distesi sugli splendidi prati (ci perdonino i patavini se abbiamo rovinato il loro salotto, ma in pochi giorni sarà di nuovo tutto a posto).Il tempo massimo per concludere la gara era di 8 ore che trascorre piacevolmente in compagnia dell'ottima regia dello speaker Mutton che sa gestire il microfono sia nei momenti cruciali dell’arrivo dei primi che nella lunga trafila dell’arrivo della moltitudine.La raccolta e la distribuzione dei bagagli viene svolta impeccabilmente nei mezzi dei corrieri Executive (potrebbe essere una ottima soluzione per qualche altra maratona che non lontano da qui ha presentato una grandissima pecca in questo aspetto), è semplicissimo rintracciare il proprio bagaglio e allontanarsi per rimettersi a posto.E’ a disposizione una grande cisterna di acqua per darsi una lavata che con questa giornata di sole poteva andare bene (ma se fosse piovuto?), le docce seppure indicate sulla mappa dei servizi a disposizione, sono assolutamente non segnalate, e in numero limitatissimo, con poca acqua che diventa subito fredda; in una maratona che vede al via 3200 concorrenti tre docce (tre di numero per gli uomini!!!) sono veramente molto poche; in questo caso suggerirei la soluzione adottata dalla maratona di Ferrara molto comoda e funzionale con servizio mobile ricavato all’interno di un ambiente mobile.Sostanzialmente i servizi forniti, il pacco gara e tutta l’organizzazione valgono la quota di iscrizione anche se rimane un grande dubbio sulla strana offerta “di saldi di fine stagione” dell’iscrizione a quota ribassata (e tutti quelli che avevano pagata la quota intera? Vabbè, siamo in Italia paese che premia gli evasori, gli abusivisti e coloro che non rispettano le regole!!!).Il pubblico: è stato sempre il fiore all’occhiello di questa manifestazione, invece quest’anno un po’ tutti hanno notato un diminuzione degli appassionati lungo il percorso e soprattutto è diminuito il calore che hanno trasmesso ai podisti (unica eccezione l’attraversamento di Camposampiero).Le premiazioni sono abbastanza rapide nella prima fase, poi dopo una sosta riprendono per dare la giusta e meritata ricompensa a chi ha partecipato ai vari campionati “per professione” organizzati: avvocati e notai; medici e paramedici; alpini; vigili del fuoco. Questo in generale, mentre io in questa maratona: ho visto alla partenza tanti diversamente abili a gareggiare insieme a noi cosiddetti abili; ho visto alla partenza Silvia Furlani (udinese come me) partire insieme a me, correre per vincere la gara contro la sclerosi multipla; ho visto diversi ho visto tanti volontari aiciechi correre accompagnati da impagabili guide; ristori e agli incroci; ho visto Emiliano Piola e condiviso con lui un lungo tratto di gara ed ho scoperto che sono stato “complice” del suo PB realizzato nel 2000 a Salsomaggiore; ho visto a Camposampiero tanti bambini con le mani tese a ricevere un cinque come se fosse un giocattolo il giorno di Natale (solo a New York avevo visto di queste scene e lo confesso: mi sono emozionato); ho visto l’Antonio Rossi nazionale che un km prima del traguardo si sbracciava e a gran voce incitava tutti; ho visto tante donne in gara, loro che sono sempre in grandissima minoranza nello sport; ho visto la “marciatrice udinese” Furian Teresa chiudere in 3h51’14" con il suo personale; ho visto Cosetta Benatti e Luisa Passon raggianti per essere riuscite a scendere rispettivamente sotto le 4 e le 5 ore; ho visto Andrea Busato soddisfatto di tornare a scendere sotto le 3 ore e Arnaldo Fantuzzi che nonostante una crisi ha voluto tagliare il traguardo; ho visto e sentito un handy-biker definire “poveri scoppiati” quelli che fanno 4 ore (e allora quelli che hanno fatto 8 ore?); ho visto e conosciuto Roberta Elia (autrice di una prestazione da PB sotte le 3:30’) e tanti altri con i quali ci siamo dati appuntamento alla partenza e soprattutto all’arrivo della 100 km del Passatore; ho visto sulla mia fronte i segni della bandana che copriva la mia testa, nei confronti della fronte rimasta scoperta e abbronzata dal sole; ho visto due giovani ragazzi (fidanzati) stravolti ma felici in autobus per aver corso-camminato la loro prima maratona in sei ore, ai quali ho detto che nella prossima miglioreranno sicuramente; ho visto sul mio cronometro il tempo finale 2h44’15" (passaggio alla mezza in 1h21’16"); ho visto me stesso sul primo gradino del podio del Campionato Italiano Medici/paramedici applaudito da tre amici fermatisi apposta per applaudirmi; ho rivisto Silvia Furlani all’arrivo dopo 7 ore e 50 minuti giungere a mani alzate vincitrice ancora una volta contro la sfortuna (che donna!!!) alla quale non ho potuto fare a meno di stringere la mano. Voglio dedicare questa gara tutta per intero alla memoria di una podista udinese Valentina Todero della mia età, grande appassionata della corsa, che prematuramente è stata strappata alla vita da un aneurisma cerebrale e che già era stata provata da altri problemi di salute che aveva affrontato con grande coraggio.

Maratona del Salento 2004

Bella prestazione in casa mia Parabita (Lecce) 08.02.2004

Splendida giornata di sole oggi nel Salento, bella anticipazione di primavera, ideale per accompagnare i podisti in questa sesta edizione della Maratona del Salento.Alla partenza si presentano quasi 600 maratoneti provenienti da tutta la Puglia e da diverse parti d’Italia, in contemporanea partono anche un discreto numero di podisti della stracittadina di 7 km.Purtroppo le operazioni per dare il via sono un po’ elaborate perché in parte per responsabilità degli atleti, in parte a causa di una cattiva gestione da parte degli organizzatori, lo sparo dello starter arriva con quasi 10 minuti di ritardo.Questa maratona, seppure si corra nel Salento terra notoriamente piatta, ha un percorso abbastanza nervoso in quanto quelle poche salite che ci sono si fanno tutte, in particolare nella seconda parte del percorso dal 32° al 36° km.Chi vuole raccogliere buoni frutti, dunque, deve mettere in conto una gestione intelligente delle proprie forze, in modo da non crollare nel finale.La gara per le prime posizioni si sviluppa con un gruppo di quattro atleti che si avvantaggiano sul resto del plotone tenendo un ritmo non trascendentale e solo alla fine Zenucchi si impone su Giorgio Calcaterra, Ardemagni e D’Innocenti.Alle loro spalle dopo un passaggio spedito alla mezza il comasco Ciucio subisce un pauroso crollo che lo porta a concludere la sua prova solo con poche centinaia di metri di vantaggio su di me.La mia è stata una condotta di gara molto regolare che ho avuto la fortuna di affrontare insieme all’atleta di Acquaviva delle Fonti (Ba) Nicola Mele alla luce dell’esperienza della passata edizione nella quale avevo sperimentato la durezza del secondo tratto di gara.Insieme a Mele (e solo per i primi km anche del laziale Paolo Comunità ) abbiamo tenuto il ritmo sui 3’45’’ al km transitando per Matino, un passaggio dal luogo della partenza, e poi in direzione Tuglie e Sannicola piccoli centri agricoli del medio Salento in uno dei pochissimi “promontori” della provincia.Siamo transitati al 16° km in un'ora esatta, portandoci poi in direzione mare dove uno splendido panorama ci ha deliziato per un tratto di una decina di km interrotto solo dal transito nella città di Gallipoli lungo il Corso da percorrere in andata e ritorno e quindi con la possibilità di valutare i distacchi dai concorrenti che ci seguivano.Questa è anche l’occasione per incrociare Valentino Caravaggio che nella maratona del Brembo mi aveva “tenuto in caldo” per 41 km per poi superarmi come un siluro a poche centinaia di metri dalla fine, e per incitarlo, come ho fatto anche con Monica Casiraghi alla testa della gara femminile (che concluderà da vincitrice per il secondo anno consecutivo) attorniata da un discreto numero di gabbiani. Il passaggio al 30° km ci presenta (e me lo ricordavo bene dall’anno scorso) un cavalcavia dalla pendenza spaventosa; sempre insieme a Mele transitiamo al 32° km in 2 ore esatte (media di 3’45’’ al km, altro che orologi svizzeri).Mi rivolgo al mio compagno di viaggio e gli dico che ora tocca a noi stringere i denti ed affrontare i prossimi 4 km di salita leggera ma continua cercando di limitare i danni e lo facciamo in perfetto accordo dandoci il cambio frequentemente per non perdere il ritmo.Al termine di questo tratto, quando ormai mancano al traguardo solo 5 km, intravedo la possibilità di tirar fuori un buon tempo anche perché le gambe tengono molto bene, cerco di incrementare il ritmo riuscendoci, il mio amico si stacca anche se rimane a pochi metri. Al 40° intuisco di poter concludere sotto le 2h40' e rilancio ancora.Finalmente il rettilineo finale si presenta davanti a me e anche quest’anno alla presenza dei miei genitori e di mia sorella taglio il traguardo felicissimo a mani alzate in sesta posizione con il tempo di 2h39’22".Questa è la maratona della mia terra, ogni sensazione provata durante la gara, ma anche prima e dopo, è molto speciale. Essere arrivato primo dei pugliesi (anche se corro per una società del Friuli Venezia Giulia) mi ha riempito di gioia, aver realizzato anche un ottimo tempo (tre minuti meglio dell’anno scorso) in un'edizione in cui tutti hanno peggiorato mi esalta e mi fa segnare questo 82° sigillo con grande speranza di poter ancora migliorare conservando beninteso la gioia del correre fine a se stesso.Prima del via ho avuto modo di incontrare alcuni amici conosciuti tramite internet in particolare il laziale Tarallo e il foggiano Guerino Pasquale che hanno concluso la loro prova contenti di aver portato a casa la gara ma dispiaciuti per il risultato, in particolare Tarallo che ho visto molto provato all’arrivo e che mi ha detto di aver esagerato nella prima parte. Coraggio!!! Ti rifarai in casa alla prossima Roma-Ostia.Per gli aspetti tecnici della gara: a parte il problema già detto della partenza tutto molto bene con un numero incredibile di addetti volontari lungo il percorso fra i quali anche molti scout; pacco gara abbastanza buono in relazione al costo di iscrizione; docce a disposizione anche se distanti circa 1 km .Un addetto dell’organizzazione mi ha detto che a causa della scarsità degli sponsor ed avendo a disposizione un budget limitato sono stati costretti a contenere i premi.La mancanza della rilevazione dei tempi coi chip inoltre lascia un po’ delusi tutti i concorrenti che vorrebbero vedere le classifiche pubblicate nell’immediato e non essere costretti ad attendere giorni prima che siano pubblicate sul sito della gara. Per fortuna la numerosissima presenza di cronometristi e giudici di gara dislocati lungo tutto il percorso mette al sicuro da ogni rischio di risultati falsati.CLASSIFICA MASCHILE1° Zenucchi2° Calcaterra3° Ardemagni4° D’Innocenti5° Ciucio6° Margiotta7° Mele8° Comunità9° Caravaggio10° GalloCLASSIFICA FEMMINILE1^ Casiraghi2^ Filanti3^ Serio

Maratona di Milano 2004

Citroen Milano City Marathon
28 novembre 2004
Giudizio complessivo: un disastro. Come trasformare un evento in un commedia metropolitana.Era la terza volta che tornavo a Milano per la maratona: la prima nel 2002 con arrivo e partenza dal Castello Sforzesco mi era piaciuta molto, in tutti i suoi aspetti eccetto l’expo, striminzito e monopolizzato da una sola azienda; la seconda mi aveva destato una buona impressione anche per la novità dell’arrivo in Piazza Duomo che donava quel quid in più anche se il problema legato alla mancanza di docce (anzi c’erano tre docce, ma con l’acqua fredda) mi aveva lasciato di cattivo umore.Quest’anno avevo pensato: avranno raccolto gli insegnamenti delle passate edizioni quindi non ci sarà alcun problema. Sbagliato. A volte dagli errori non si impara nulla e anzi si finisce per farne altri ancora più grandi. Elenco sin da subito tutti gli aspetti che a me sono parsi negativi per poi analizzare una buona prestazione personale e comunque uno splendido weekend milanese.L’expo che l’anno scorso era stato allestito ottimamente anche se un po’ fuori centro, quest’anno aveva dei limiti enormi sia come quantità che come qualità. Due piccoli tendoni in piazza del Duomo, uno dei quali adibito alla consegna dei pettorali e alla esposizione di articoli sportivi di una sola azienda; il secondo poco distante, con piccolissimi stand di prodotti poco vicini al mondo della corsa e comunque snobbato dai più.Il pasta party (al quale non ho partecipato) era poco riconoscibile e comunque mi è stato riferito povero e senza la possibilità di sedersi: un pasta party che si definisca tale deve saper offrire la possibilità ai podisti di trascorrere un’ora con gli amici, non solo un piatto di pasta al sugo.La postazione della partenza davanti alla stazione centrale è un luogo ameno e soprattutto con pochissimo spazio per potersi cambiare per 5000 podisti; molti lo hanno fatto all’aperto, ma se fosse piovuto, cosa sarebbe successo? Avremmo invaso la stazione centrale?La consegna delle sacche con gli indumenti di ricambio: pensare di ammassare 5000 sacche in soli 6-7 camion militari è da folli, o quantomeno da persone che non conoscono assolutamente il mondo della maratona, tutti cerchiamo giustamente di consegnarla all’ultimo momento perché a dicembre fa freddo, vedere due povere donne (anziane peraltro) costrette a subire l’attacco di centinaia di podisti assatanati alla ricerca di un varco per gettare la propria sacca mi ha fatto pensare agli assalti che si vedono in TV nelle zone di guerra ai sacchi di alimenti. Sarebbe stato tanto difficile sistemare un numero triplo di mezzi, oppure come si fa in tanti altri posti adibire autobus allo stesso uso? Ma no, queste sono cose che si fanno a Roma, a Parma, a Salsomaggiore, a Milano non si può!!!Atmosfera pregara come da garetta domenicale: la differenza fra il clima che sanno creare speaker come Brighenti, Mutton (impegnato all’arrivo) e Rossi con quello apatico di Milano (mi dicono che si chiami Brembilla) era enorme. Poche note per i forti, poi solo poche note stinte di colore, ma caricare i 5000 infreddoliti da un’attesa prolungata per esigenze televisive niente! Mi spiace dirlo, ma c’è molto da imparare e la differenza si è vista all’arrivo dove l’atmosfera era di ben altro tenore, il maratoneta, non solo quello da 2h10’ ha bisogno di sentirsi protagonista ma anche quello da 4h29’40".Un’altra caratteristica assolutamente stonata (ma qui l’organizzazione ha solo in parte responsabilità) è stata la numerosa presenza di podisti disonesti che ho visto numerosi introdursi nel percorso solo a metà gara (con regolare pettorale e chip), e verso i quali mi veniva da esprimere tutto il mio disprezzo; senza considerare gli evidenti tempi sospetti di diversi podisti che è semplicissimo vedere scorrendo la classifica con i parziali.Fra le note positive senz’altro la presenza di numerosi controlli, la segnalazione dei km con pannelli posti ben in evidenza, i ristori lungo il percorso e quello finale ben forniti: ne ho notato anche uno alla partenza nel quale veniva distribuito del thè caldo ideale con il freddo; molto gentili gli autisti dell’ATM che hanno svolto il servizio navetta sino all’Arena Civica dove si poteva usufruire delle docce (penso di aver fatto la più lunga della mia vita insieme a due altri podisti cremonesi).Ma veniamo alla nota che ha caratterizzato in negativo la gara di Milano 2004. Già in Italia pensare di organizzare una maratona interamente cittadina è molto difficile vista la scarsa mentalità sportiva dell’italiano medio, figuriamoci se lo svolgimento della gara provoca letteralmente il black-out del traffico. Si sono viste delle scene inenarrabili, code chilometriche di automobilisti strombazzanti, infuriati contro di noi e contro i vigili che hanno svolto il compito loro affidato in maniera encomiabile. Ho sentito di lanci di uova, di tentativi di aggressioni, ho visto dinanzi a me un automobilista forzare per uscire da un parcheggio e travolgere il podista che mi precedeva che con una ottima prontezza di riflessi è riuscito a scansarsi provocando una notevole ammaccatura all’auto. Mi chiedo: se quando sono transitato io la situazione era così negativa, cosa può essere accaduto 2 ore dopo, quando mai si sarà districato quel nodo di auto, cosa penserà per il resto della sua vita l’automobilista milanese tutti i podisti che incontrerà per strada? Era così difficile far coincidere lo svolgimento della maratona con la domenica di chiusura al traffico? Mi viene da pensare che non ci sia alcun feeling fra organizzazione e comune, e così non si fa molta strada, meglio chiudere baracca oppure scegliere di cambiare percorso mantenendo in città solo partenza ed arrivo.A margine, ma sostanziali alla mia maratona, due momenti che hanno fatto di questo gara un momento molto bello: la serata di sabato trascorsa insieme agli amici DRS che mi ha permesso di approfondire la conoscenza di amici noti e di associare a tanti nomi virtuali volti reali. Altrettanto gradevole il pranzo del dopo gara stavolta con gli amici del sito Podisti.Net, amici con i quali scrivo e chatto ogni giorno.Altra nota indimenticabile: i tanti amici che mi hanno incitato, salutato, incoraggiato lungo il percorso, alcuni impegnati ai ristori, altri da semplici spettatori, altri ancora li ho incontrati lungo un tratto di percorso dove ci si incrocia per oltre un km in corso Sempione.La mia gara è stata condizionata in parte da una giornata di sabato condotta in maniera dissennata, troppo ghiotta l’occasione milanese per non viverla appieno, goderne tutte le sensazioni, scoprire tutti gli angoli, cercare di cogliere tutto ciò che era possibile.Queste energie che dal punto di vista fisico mi sono mancate in gara, dal punto di vista mentale mi hanno dato quella carica che mi ha portato dopo un buon avvio e passaggio alla mezza in 1h21’03", a stringere i denti, superare una crisi temporanea intorno al 25° km, e riprendere un ottimo passo nel finale, prima di esplodere nell’affondo finale, con un ultimo km da brivido durante il quale il solito impagabile e impareggiabile incitamento di Antonio Rossi mi ha spinto a chiudere la mia gara in 2h44’28".Una brevissima nota per ricordare Peppe (Giuseppe Bizzarri) che qui a Milano ha realizzato il suo PB scendendo sotto le 3 ore, le grandissime prestazioni delle Gipigianine (Gruppo Podistico Gorgonzola) Sabrina e Jole autrici anche loro del primato personale (4h29’ e 4h21’ rispettivamente), Fastigari (2h50’) e Cortella (2h52’) sfidatisi su tempi notevolissimi e poi tanti altri.La maratona numero 101 va in archivio con tante note positive ma con la consapevolezza che difficilmente tornerò a Milano se non sarò sicuro di poter correre in una domenica in cui agli amici automobilisti sia impedito circolare. A Reggio Emilia fra due settimane si cambia registro, proverò a fare da pace-maker delle tre ore: un'esperienza che mi stimola tanto.

Maratona di Parma 2004

Parma - 2^ Cariparma Maratona 12 settembre 2004 Si è consumato uno splendido weekend di sport e amicizia a Parma l’11 e il 12 settembre. Il primo aspetto si riferisce allo splendido ritrovo degli amici del sito di Podisti.net , che partecipanti a vario titolo e con maggiore o minore assiduità non hanno voluto far mancare la propria presenza. Sabato pomeriggio ci siamo ritrovati in diversi sotto la statua di Garibaldi e seduti ad un tavolino abbiamo consumato l’aperitivo fra battute, battutacce e doppi sensi da far impallidire i puritani, ammesso che ne esistano ancora. Il prologo è stato ancora più piacevole perché finalmente dopo mesi di dialogo virtuale via internet abbiamo potuto dare un volto agli amici che ormai conoscevamo bene per averci dialogato tante volte. E come sempre in questi casi, qualcosa o qualcuno si rivela diverso dalle aspettative: si scopre infatti che taluni, vedendo la mia foto sul sito, si aspettassero un viso più paffutello, oppure che io a distanza di quasi un anno non riconoscessi più la graziosa torinese Francesca Venturello (Francepessa per gli amici) che avevo visto a Calderara lo scorso novembre, e vi assicuro, era un’altra! Lorenzo Leoncavallo poi, forse messo in cattiva strada dal nome altisonante, me lo aspettavo assolutamente diverso; invece ne ho apprezzato la straordinaria semplicità e il viso candido, ho avuto modo anche di apprezzare la sua camicia candida fino al momento in cui il cameriere del locale dove abbiamo cenato ha pensato bene di versargli addosso una tazzina di caffè; senza dimenticare la carica… ormonale di Paolo Fastigari. Eccezionale l’accoglienza dei padroni di casa Andrea Ferri, Andrea Fanfoni, Francesco Canali, parmensi e parmigiani, (non imparerò mai la differenza fra i due aggettivi, ma dicono che gli -ensi siano meno genuini degli altri), che ci hanno fatto da Ciceroni della città, contribuendo nelle poche ore in cui siamo stati presenti a farcela conoscere in tanti suoi aspetti e a immortalare questi momenti in tanti scatti che dopo poche ore erano già a disposizione dell’universo virtuale di internet. Domenica mattina, ritrovo di nuovo in piazza Garibaldi, cui si aggiungono altri amici sopraggiunti in mattinata: Luca e Cosetta da Casoni (RE), Valentina Gualandi (nella foto)
e marito da Bologna, e la pazzerella Sabrina Tricarico alias Bagheera, iscritta dell’ultimissima ora che non ha saputo resistere al richiamo del ritrovo podnettaro, e all’altrettanto vigoroso richiamo della maratona; Davide Mazzera, l’incredibile Max Cortella "traditore" della Svizzera, inoltre la lieta conoscenza della velocista Rosa Marchi che non ha voluto farsi scappare l’occasione del ritrovo. Foto di rito: tutti o quasi in canotta Podist.net e poi ognuno per la sua strada o meglio ognuno pronto a partire per affrontare la sua fatica sulla distanza che ha scelto, altri ad incitare ed altri ancora a salutarci per andare a battezzare il proprio figliolo. Venendo all’aspetto agonistico della manifestazione, vi erano ben 4 gare in svolgimento sul circuito cittadino di 10550 m ricavato nel cuore della città. Alle 9.05 partenza della gara competitiva di 10 km in contemporanea con la non competitiva che ha visto al via buoni agonisti accanto ai tapascioni domenicali, che insieme ai figlioli hanno avuto modo di fare una passeggiata in città in pantaloncini e maglietta. Alle 9.30, la partenza in simultanea per i partecipanti alla mezza maratona e alla maratona viene data dalla starter di lusso Maria Guida, dal vialone che conduce in piazza Garibaldi. Per i maratoneti l’impegno odierno prevede ben 4 giri del percorso, due per i partecipanti alla mezza; purtroppo questo sminuisce il fascino della partenza della maratona e rende poco leggibili le due gare: più volte lungo il percorso il poco pubblico presente esprimeva giudizi non sapendo confrontare e apprezzare la diversa intensità e durata degli sforzi degli atleti, sebbene accomunati dalla grande passione per la corsa. La caratteristica delle gare in programma a Parma è che sono riservate solo ad amatori, quindi niente grandi nomi, niente grandi ingaggi ma solo sana competizione fra “faticatori” della strada che fra un impegno e l’altro cercano di strappare il tempo e le energie necessarie a coltivare la propria sana passione per la corsa. Alla partenza della maratona vi sono oltre 500 concorrenti (più del doppio della precedente edizione), fatto che dimostra la bontà della manifestazione e l’ampio credito dato a questa organizzazione, che ha offerto l’iscrizione a soli 5 euro sia per la mezza che per la distanza doppia, e addirittura gratuita per le donne e tutti coloro che avevano gia' partecipato alla precedente edizione. Ottima l’organizzazione in tutti i suoi aspetti, dalla consegna dei pacchi gara ai ristori, agli spugnaggi e seppur con qualche problemino anche nella consegna degli abbondantissimi premi al termine (ben 200 premiati nella maratona e 235 nella mezza). Il clima ideale in partenza con cielo nuvoloso si è poi modificato verso l’ora di gara passando a una pioggia non intensa ma insistente che ci ha accompagnati sino al termine; per quanto mi riguarda non mi ha infastidito ma ha casomai dato una mano nell’ottenere buone prestazioni cronometriche. La mia gara. Partito leggermente veloce, trascinato dalla freschezza e dai mezzi-maratoneti, mi sono assestato su un ritmo di 3’ 55’’ al km che ho tenuto costante sino al termine; mi sono lasciato sfilare da diversi maratoneti tanto da occupare alla mezza intorno alla sedicesima posizione con un tempo di 1:22’30’’, poi ho iniziato a riprendere uno alla volta diversi che mi precedevano, alternando questo ai doppiaggi tanto da arrivare al traguardo in 2:46’14’’ in 9^ posizione assoluta. Prediligo queste maratone in circuito perché permettono di incontrare tanti amici che altrimenti non vedresti neanche in una maratona in linea, e con i quali si può scambiare una battuta quando ci si supera, si può fornire un incitamento o averne quando si è in crisi. Ho salutato a gran voce Sabrina Tricarico quando l’ho doppiata poco prima del 30° km dandole appuntamento all’arrivo, e ho chiesto strada all’instancabile Cosetta quando ho superato anche lei. Preziosi sono stati gli incitamenti di Andrea Fanfoni e Francesca Venturello (nella foto), che una volta conclusa la loro fatica sulla 10 km sfidando la pioggia ci hanno incitato ad ogni nostro passaggio; e di tutti gli altri di cui non mi sono accorto ma da cui ho sentito gridare il mio nome; altrettanto importante per tutti gli incitamenti dello speaker Brighenti pronto ad ogni passaggio a citare il nome dell’atleta e aggiungervi note di colore che rendono viva l’attesa degli spettatori che attendono il termine. Terminata la gara, soddisfatto per la ottima prestazione ottenuta, mi sono intrattenuto con gli amici in attesa di ritirare il premio, e mentre parlavo con Luca Salardini (in attesa che arrivasse la Signora Cosetta), non essendo abbastanza fiduciosi nei suoi mezzi (;-) ci siamo persi il suo arrivo: troppo veloce, nonostante un vigile con la vista appannata dalla pioggia le abbia fatto sbagliare strada allungando di qualche centinaio di metri la sua fatica. Invece non mi sono perso l’arrivo a tempo di record personale della tenacissima Sabrina Tricarico (nella foto)da Gorgonzola che bagnata come un pulcino (e che pulcino!!! versione sexy canotta bagnata) ha tagliato il traguardo in 4 ore e trenta. Complimenti anche a Lorenzo, anche lui con prestazione da Personal Best, e ai miei corregionali Roberto Battocchio (primo di categoria MM45 nella maratona con 2:49’) e Matteo Chionchio, anche lui primo di categoria nella mezza maratona. La mia 15^ maratona stagionale (95^ in assoluto) va in archivio lasciandomi tanti bei ricordi che vanno al di là della mera prestazione sportiva. Alla prossima.

Maratona di Ferrara 2005

Ma a Vigarano non c'è più nessuno (23-03-2005)

E continuano a chiamarla Vigaranomaratona, forse per non perdere il conteggio ormai giunto al numero 27, che fa di questa maratona una delle più longeve d’Italia. E se continua a sopravvivere anche nella Babele del calendario delle maratone italiane, fatto di sovrapposizioni, di doppioni, di nuove nascite e difficoltà di sopravvivenza un motivo ci sarà. Le ragioni della bontà stanno in tanti piccoli accorgimenti che inducono molti podisti a rimanere fedeli a quest’appuntamento, e ad altri ad avvicinarsi. Nell’elenco delle positività vanno senz’altro menzionate: tassa d’iscrizione non elevata con numerose esenzioni e sconti del pagamento della tassa stessa per atleti all’esordio, atleti con più di 5 partecipazioni, disabili, donne, disoccupati, studenti, pensionati, atleti provenienti da oltre 200 km; premi con rimborso spese a scalare per tutti gli uomini che terminano sotto le 3 ore e per le donne entro le 3:30’; premi per atleti diabetici, medaglie per i primi cinque del Club dei Supermaratoneti.A fronte di questa abbondanza di premi anche i servizi sono forniti al meglio: deposito bagagli organizzatissimo, parcheggi abbondanti e ben segnalati, servizi igienici più che ufficienti, ristori e spugnaggi buoni, gestione del percorso di gara molto buona; anche se in alcuni tratti il traffico non era chiuso, la presenza di numerosi addetti ha limitato al minimo la presenza di auto. Notevole presenza all’arrivo di addetti per il recupero del chip, consegna del telo termico, della medaglia e di ogni genere di conforto. Docce a pochi metri dall’arrivo con servizio fornito all’interno di camion, con acqua calda per tutti; ogni volta mi viene da pensare come è possibile che questo servizio non venga fornito in tutte quelle occasioni in cui i podisti, alla fine di una fatica immane come la maratona, vengano privati di una bella doccia calda prima di ntraprendere la via di casa.Per questa gara mi sono mosso da Udine in compagnia di Marilena Dall’Anese, bravissima podista di Sacile (PN) con la quale ho condiviso durante il viaggio la passione per la corsa di lunga distanza, l’attesa e le aspettative per questa gara, e ho notato la sua speranza di entrare presto a far parte del club dei supermaratoneti, anche se come molte donne deve lottare con i tanti impegni di una donna impegnata su più fronti: donna lavoratrice, moglie , mamma che fatica ad inserire anche gli allenamenti settimanali che le permettono comunque di esprimersi su tempi notevoli (non dimentichiamo la sua vittoria al Challenge Podisti.Net di Reggio 2004: NdR). La sua gara (anche se lei la giudica con grande modestia) si conclude con uno splendido 5° posto con il tempo di 3:18’19’’ a pochi minuti dal suo personale.La gara odierna si è svolta in condizioni atmosferiche piuttosto difficoltose, in quanto nella prima fase di gara un leggero vento spirava prevalentemente alle spalle, rischiando paradossalmente di far andare fuori giri; dopo metà gara invece ed in particolare dopo il 30° km il vento soffiava decisamente in direzione contraria alla marcia dei podisti rendendo ancora più difficoltosa l’impresa già di per sé ardua in questo frangente.La mia gara inizia sul passo dei 4’ al km, ma già dal quarto km avverto una brutta pesantezza alle gambe che verso metà gara mi porta a cattive sensazioni sia fisiche che psicologiche: non mi diverto a correre, mi sembra di fare un gesto forzato. Verso il 20° km un gruppo numeroso comprendente Enrico Vedilei mi supera con grande facilità e mi stacca senza che io abbia la forza di reagire: sono in crisi netta, in soli due km il mio ritmo è sceso di 20" al km.Per fortuna dopo il 23° mi riprendo e senza badare ad attaccarmi al gruppo riprendo il mio ritmo in solitario; il passaggio in Vigarano, un tempo punto di partenza e arrivo della gara, ormai è diventato assolutamente anonimo: il pochissimo pubblico presente assiste senza entusiasmo e a nulla servono i miei incitamenti ad un applauso (ahi quanto sono lontani i trevigiani di sole due settimane fa!).Superato il 29° km uscendo fuori da Vigarano il muro del vento ci si pone davanti, ma anche la mia gara ha una svolta: nonostante infatti il ritmo cali leggermente ma solo di pochi secondi, vedo dinanzi a me tanti podisti che vanno in crisi o che comunque avvertono pesantemente le avverse condizioni meteo. Anche il primo caldo di stagione fa le sue prime vittime.Le mie gambe ora girano bene, da questo punto sino alla fine recupererò almeno una decina di amici in crisi, sebbene guardando il mio cardiofrequenzimetro stia andando in riserva. Intorno al 39° km dopo un lungo cavalcavia rivedo Enrico Vedilei, anche lui in buona rimonta; mi do una scossa e spingo gli ultimi due km di nuovo sotto i 4’ al km concludendo in 27^ posizione assoluta con il tempo di 2:52’ 26’’; una maratona che ho definito a caldo senza infamia e senza lode, ma che ora riflettendo bene mi lascia molto soddisfatto e ottimista nell’approccio alla cento km del Passatore, sulla quale saranno concentrai tutti i miei sforzi nei futuri 2 mesi che mi separano dalla partenza in Piazza della Signoria.Anche in questa gara ho avuto modo di incontrare tanti amici fra i quali voglio segnalare in particolare la prestazione di Roberta Elia che è rimasta un tantino delusa dal riscontro cronometrico giustificato a mio giudizio dalle cattive condizioni meteo), e la conoscenza di persona di un nuovo amico del sito e della chat, Fabio Amati.

Maratona del Gargano 2005

Gargano tra colori, amici e 'sbroccoli'

15.5.2005

Ricordo uno slogan stampato su una cartina turistica della Puglia con la quale feci il mio primo viaggio proprio qui nel Gargano: “La Puglia: dove la natura è colore”. Proprio questo potrebbe essere un buon motivo per venire a correre la Maratona del Gargano, ed in questa stagione in maniera particolare. Sono arrivato a Cagnano Varano venendo da Lecce ed ho potuto ammirare le vaste distese dei campi di grano, in questa stagione di un colore tra il verde ed il giallo che potrebbe definirsi proprio del grano che secca. Poi lungo il tracciato della gara in diversi tratti cespugli grandissimi di gialla ginestra in fiore, e papaveri rossi nei campi a screziare le colture. Giù, volgendo lo sguardo verso destra lungo il percorso di andata che ci portava da Cagnano a Sannicandro, il grande lago di Varano, in realtà abbastanza piccolo ma, per la Puglia assetata d’acqua, immenso. Usciti fuori da Cagnano, dopo un giro tortuoso fra le vie con continui saliscendi, si prende appunto la via di Sannicandro, avviandosi per una strada interamente chiusa al traffico veicolare (ma non a quello delle bici da corsa, a volta altrettanto pericolose): la strada sale, non si tratta di pendenze eccessive ma di continui cambi di ritmo che rendono la gara muscolare. Il paesaggio che sta attorno cambia rapidamente di colore, ora si alternano tratti di olivi a tratti di vera macchia mediterranea, pascoli per mucche e cavalli a sterpi inaccessibili, al colore di unisce l’odore (della ginestra, della mentuccia secondo il direttore Marri; per la verità io avvertivo di più la puzza dello sterco vaccino -ma sono meno poetico- e di qualche animale morto in avanzato stato di decomposizione, oppure vittima recente di un incidente stradale, come una grossa biscia al centro della strada). Al ritorno sulla stessa strada la corsa diventa leggermente più facile, o almeno la leggera discesa compensa l’affaticamento naturale della maratona; per fortuna dopo la prima metà sotto un sole cocente un bel cielo nuvoloso ci ha accompagnato nel secondo tratto (almeno quelli che hanno concluso entro le 4 ore). Detto della chiusura al traffico perfetta, degli altrettanto curati ristori e spugnaggi, mi riferiscono pure (dato che apprendo, non avendone usufruito) di una logistica molto buona per quel che riguarda la sistemazione alberghiera e i trasporti da Rodi Garganico alla partenza; pubblico naturalmente scarso, ma in paese sia alla partenza che all’arrivo qualcuno c’era meglio che in tante altre manifestazioni: viene da chiedermi se non fosse stato possibile raggiungere anche Sannicandro evitando il giro iniziale. Al termine, tanti premi alimentari per i primi e per tutte le categorie, tutti ritirati sul palco. Da onesto maratoneta che ne ha viste tante, non posso tacere i peccatucci: non avrebbero guastato due WC chimici alla partenza oltre ai due angusti, nascosti e poco puliti bagni che erano a disposizione; anche le docce andavano indicate meglio. Come probabilmente non avrebbe guastato la presenza di uno speaker all’altezza della situazione… che masticasse un po’ più di maratona, ma almeno ci si è divertiti con i suoi “sbroccoli”. Da pugliese di nascita non posso non notare il solito problema delle maratone di questa regione: ce ne sono tre (Parabita, Bari e Cagnano) ed ognuna di esse soffre i mali del campalinismo: ci si lamenta della necessità di doversi sobbarcare lunghe trasferte per partecipare alle maratone del Nord e poi per ripicca non si partecipa a quelle della stessa regione. Ieri erano numerosi i podisti provenienti dalle regioni centrosettentrionali, molto meno quelli delle stesse province di Foggia e Bari per non parlare del resto della Puglia, praticamente assenti. La mia gara, ultimo test in vista della 100 km del Passatore, è stata condotta in assoluta tranquillità mentale, con una partenza prudente ad addomesticare le difficoltà della salita e godersi i colori che ho descritto sopra, e che ho avuto modo di commentare anche con Gianfranco Grazioli in tenuta da fotografo di “Correre”. Prima del giro di boa ho cominciato a vedere i primi che prendevano la via del ritorno: questo genere di gara andata e ritorno mi piace perché permette di vedere tutti, di salutare, e lo trovo molto meno pesante mentalmente, anche se ieri ha avuto un grosso inconveniente in quanto l’amico Claudio Leoncini è stato vittima di un “frontale” con un altro podista, che ha compromesso il risultato della sua gara e spero almeno che non gli abbia provocato danni fisici. Sono transitato alla mezza in 1:27’ in 17^ posizione ma già in buona progressione, poi si è trattato di una esaltante rimonta, con buonissime sensazioni nelle gambe e nella testa. Sentire di andare forte dopo il 35° km ed usufruire di bei tratti di discesa rende la maratona piacevole anche da soffrire, come quei due tremendi ultimi km in salita, interminabili ma che mi hanno portato a concludere la mia 8^ maratona stagionale (oltre alle due 6 ore) in 2:51’39" in 9^ posizione assoluta. E’ stato anche un bel miniraduno degli amici del sito di Podisti.net: ci siamo ritrovati tutti prima della partenza e dopo l’arrivo a commentare la giornata, le proprie prestazioni più o meno soddisfacenti e le prospettive future. Soliti incontri con il gruppo dei supermaratoneti presenti dappertutto e non si può mancare di citare che per l’occasione il buontempone Gemma, celebre per il suo motto “stasera si tromba”, ha sfoderato la versione pugliese (denotando origini comuni alle mie) che però non ho udito pronunciare ad alta voce… segno di vergogna o di incipienti defaillances? Chi oggi era assente, segni questo appuntamento per il prossimo anno: ne vale la pena.

Maratona di Padova 2005

A scanso di equivoci comincio questo mio resoconto sulla Maratona di Sant’Antonio dicendo che la considero una delle più belle e meglio organizzate Maratone che si corrano in Italia, ma nell’ottica di ottenere una qualità sempre migliore faccio notare alcuni lati deboli che andrebbero riconsiderati. Nata nel 2000, sin dalle prime edizioni si è imposta nel panorama delle maratone italiane come una delle più partecipate e meglio apprezzate dai podisti italiani per la qualità dei servizi offerti, per la bellezza del percorso, in particolare l’arrivo in Prato della Valle e non ultimo per il calore del pubblico che si trova numeroso sulle strade. Analizzando questi aspetti uno alla volta, quest’anno si può affermare che per quel che riguarda le condizioni atmosferiche non siamo stati particolarmente fortunati (ci poteva andare peggio, questo è vero!) in quanto nuvole e a tratti pioggia fastidiosa ci sono stati compagni in diversi frangenti della gara tenendo lontano dalle strade molto del numeroso pubblico che nelle scorse edizioni aveva affollato le strade di tutte le località attraversate. In diversi comuni tutto era pronto per accogliere i podisti in pompa magna al loro passaggio, accogliendoli con gruppi bandistici, gruppi musicali, majorettes, ma soprattutto inondando di calorosi incitamenti tutti i podisti dal primo all’ultimo. Il tutto si è ridimensionato a causa del cattivo tempo anche se in particolare in un paio di paesi comunque vi è stata grande partecipazione e numerosi erano anche i bambini desiderosi di ricevere il “cinque” dai podisti e fornire il proprio apporto di calore umano. L’arrivo in Prato della Valle naturalmente merita da solo la partecipazione a questa maratona, anche se il solo ricordo del sole dello scorso anno che ci aveva fatto abbronzare, ci lascia con l’amaro in bocca; che bel ricordo il relax del dopo gara distesi sul verde prato in attesa dell’arrivo degli amici “ritardatari”. Questa Maratona ormai aspira ad entrare fra le “grandi” d’Italia ed ha cercato di offrire servizi da “grande” anche se devo dire in alcuni aspetti il tentativo è rimasto solo tale. Senz’altro positiva l’iniziativa della spedizione a domicilio del pettorale che permette una gestione del pregara tranquilla, ottimo il trasporto di oltre 4000 podisti da Padova (con partenze dal parcheggio dello stadio Euganeo e dalla stazione ferroviaria) sino a Vedelago con autobus, numerosi i servizi igienici distribuiti nella zona della partenza, ottimo il servizio di raccolta e custodia borse con numerosissimi camion (non solo tre come nella maratona di Milano) con addetti molto gentili e senza la inaccettabile pretesa di dover “imbucare” tutti gli indumenti in un piccolo sacco di plastica. Ottima l’idea di incanalare i numerosi partecipanti, in modo da farli giungere nelle gabbie in maniera ordinata, ma clamorosamente sbagliato il fatto di non informare per tempo di questo, molti inconsapevoli di questo lungo percorso di avvicinamento sono arrivati all’ultimo momento o addirittura in ritardo. Ristori e spugnaggi puntuali e ben forniti, presidiati da numerosi volontari che distribuivano acqua e altre bevande su entrambi i lati della strada come deve essere in ogni maratona dai grandi numeri. Buona la possibilità di avere le docce calde a poche centinaia di metri (negli spogliatoi seppur fatiscenti del vecchio stadio Appiani per gli uomini, e in una altra struttura per le donne comunque abbastanza vicina. Gradito l’invio di un messaggio SMS pochi minuti dopo l’arrivo con il tempo finale ufficiale, anche se le classifiche erano anche esposte quasi in tempo reale all’interno dell’Expo. Veniamo ora alle note dolenti nella speranza che l’anno prossimo si possa mettere riparo: la zona dedicata al ristoro del dopo gara troppo striminzita, e inaccessibile una volta usciti fuori, a volte noi podisti stremati dallo sforzo abbiamo bisogno di nutrirci e di bere non solo nell’immediato ma anche mezz’ora dopo. Fra i servizi offerti dalla organizzazione cito testualmente: “le lepri saranno all’interno delle gabbie predisposte per ogni tempo di riferimento e saranno riconoscibili dalla scritta PACER sulla canotta”. Ebbene io che ero uno di questi pacers non ho avuto alcuna canotta con la scritta PACER ma solo una semplice maglietta bianca con una scritta a pennarello nero che naturalmente non ho indossato in quanto per quel che mi riguarda improponibile per correre una maratona. Nelle altre precedenti occasioni nelle quali ho avuto il piacere di offrire questo stesso servizio (Reggio Emilia e Treviso) il tutto era molto meglio organizzato, eravamo vestiti in modo di essere ben riconosciuti e soprattutto al termine della gara gli organizzatori ci hanno ringraziato in questo caso assolutamente nulla ed anzi una addetta alla segreteria mi si è rivolta quasi che dovessi essere io a sentirmi in debito. Faccio notare che ho pagato regolarmente l’iscrizione, mi era stato detto che avrei avuto il rimborso ma a tutt’oggi ancora nulla. Appena sufficiente la gestione della partenza con uno speaker che non ha saputo caricare nella misura giusta, non è riuscito a trasmettere quell’adrenalina che fa sentire eroi anche noi poveri mortali quando ci apprestiamo ad affrontare la maratona; grandiosa la prestazione dello speaker Mutton all’arrivo ma è impensabile affidare ad una sola persona la gestione di questo servizio per tante ore, c’è bisogno almeno di due altrimenti prima o poi scoppia (battuta!). Pasta-party: giudicate voi se due sole persone alla distribuzione possano essere sufficienti per 4000 podisti… Veniamo ora alla parte più bella del mio resoconto: la gara. Avendo come detto sopra il compito di condurre insieme all’amico Giacomo Romani il gruppo degli aspiranti finishers sotto le tre ore, il mio stato d’animo era abbastanza rilassato, il compito da assolvere relativamente facile ma comunque pesante la responsabilità di concretizzare la speranza di molti amici di abbattere il muro delle 3 ore che è una di quelle barriere importanti per ogni maratoneta. Inoltre sapevo che alle nostre spalle sarebbero stati in tanti, tantissimi e fra loro anche 3 amici udinesi che corrono spessissimo al mio fianco al Parco del Cormor, uno dei quali Gianni, è stato una delle mie vittime in quanto l’ho contagiato di “maratonite”, era alla sua terza esperienza in maratona e mai naturalmente aveva assaggiato il sapore delle “under three hours”. Nel primo tratto di gara quello che porta da Vedelago a Castelfranco, con strada molto ampia il nostro solo compito è stato quello di tenere il ritmo costante tirando il freno a qualche tentativo di fuga e lasciando andare coloro che non avevano fiducia nel nostro treno. Prima dell’ingresso in Castelfranco ci ha colto la pioggia rendendo difficoltoso il passaggio sul selciato della città trevigiana, terminato l’attraversamento dopo il decimo km abbiamo imboccato il lunghissimo rettilineo che con poche varianti ci avrebbe portato a Padova lungo la SS 307 attraversando Resana, Loreggia, Camposampiero, San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Cadoneghe. Alternandoci al comando del foltissimo plotone io e Giacomo abbiamo tenuto un ritmo costante riuscendo a distribuire qualche battuta agli amici, ad incitare il pubblico presente all’applauso, a vivacizzare il clima e stemperare la tensione. Siamo transitati alla mezza maratona in 1:28’50’’ con un minuto di margine rispetto alla proiezione finale, ma soprattutto con un gruppo ancora foltissimo e cosciente di avere tutte le condizioni atmosferiche ed ambientali per ottenere il risultato. Il passaggio nei paesi dove maggiore è l’entusiasmo del pubblico è sempre molto pericolo in questi casi perché se da un lato trasmette energie psichiche dall’altro rischia di fare andare fuori giri alterando il ritmo di gara. Infatti in ogni occasione di questi passaggi il nostro cronometro ha fatto segnare qualche impennata (pochi secondi per fortuna), in diverse località ho sentito scandire il mio nome, segno che anche qui nel Veneto ci sono tanti amici che mi conoscono come numerosi erano anche all’interno del gruppo coloro i quali avevo incontrato in tante maratone italiche. Impossibile resistere alla tentazione di porgere il “cinque” ai tanti ragazzini presenti ai lati della strada, facendo attenzione alla delicatezza del gesto che si può rivelare pericolo. Intorno alle due ore di gara diventa determinante oltre alla gestione del ritmo anche il sostegno morale, l’incitamento, l’invito a resistere quando sopraggiungono i primi cenni della fatica. Devo dire che io e Giacomo abbiamo svolto il nostro compito in maniera encomiabile alternandoci alla guida del gruppo e non facendo mancare a nessuno una parola di conforto, ho avuto un occhio particolare per i miei amici udinesi che volevo accanto a me all’arrivo in prato della Valle. Nel transito da un paese con i nostri palloncini attaccati alla maglia uno spettatore orgoglioso di sfoggiare le sue conoscenze del mondo podistico ha enunciato a voce alta la nostra funzione di pacer cadendo subito dopo in una clamorosa gaffe quando ha detto che portavamo il ritmo delle 4 ore beccandosi una discreta dose di improperi, amichevoli naturalmente (ma se avessimo avuto la canotta con il tempo indicato ciò non sarebbe successo). Gli ultimi km sono stati affrontati a ritmo più blando, ormai l’obiettivo era praticamente raggiunto, si trattava solo di cercare di spingere qualcuno in crisi; a quattro km dall’arrivo ho spinto l’amico Adriano Gabrieucig che mie era stato sempre al fianco ad andare a tentare di fare una progressione che lo poteva portare a chiudere in 2:57 e per fortuna ha accettato il mio consiglio (risultato finale 2:57’58’’), Gianni Panfili non mi ha mollato un momento anche se lo vedevo in evidente sofferenza, ma ha stretto i denti e quando l’ho invitato allo sprint finale è riuscito anche a cambiare ritmo e concludere festante in 2:58’36’’; anche l’esperto Adriano Marzona che da diverso tempo non scendeva sotto le tre ore ha concluso in 2:59’00’’, mentre io e Giacomo Romani abbiamo concluso con gli omaggi e i complimenti dello speaker Mutton in 2:58’56’’.Dopo l’arrivo abbiamo raccolto il frutto del nostro lavoro: tante strette di mano, tanti abbracci, tanti ringraziamenti, sono felice per tutti coloro che oggi hanno concluso la loro fatica sotto le tre ore ed è stato inevitabile non ricordare quando diversi anni orsono conquistai anch’io questo obiettivo allora in assoluta solitudine, ma sono altrettanto felice per tutti quegli altri che comunque hanno realizzato un gran risultato, magari realizzando il personale oppure semplicemente portando a termine l’ennesima maratona nell’anonimato o con l’annuncio solenne dell’arrivo a tutta la piazza come nel caso della pantera di Gorgonzola Sabrina Tricarico. La maratona è anche questo.