Torno a Torino per correre la maratona dopo 10 anni di assenza, ci ero stato per la prima volta nel lontano 1996 quando ero assolutamente un neofita. In quella occasione avevo pensato alla maratona torinese come finalizzazione di una tabella di allenamento (che ancora conservo tra i miei appunti) che mi dovesse portare ad un risultato apprezzabile. Si partiva ancora da Avigliana e dopo una lunga dolce discesa si arrivava in centro città, condussi la mia gara sempre al fianco di una atleta veneta che era all'esordio sulla distanza, sembrava una grande promessa, ma dopo qualche anno è scomparsa dalle classifiche. Concludemmo in 2:55' (foto a sinistra)e da lì cominciai a comprendere che con allenamento e impegno avrei potuto prendermi delle soddisfazioni. Due anni dopo, nel 1998 (foto a destra), partendo dal Palavela corsi una gara senza infamia e senza lode su un circuito che non era molto differente da quello di quest'anno ma con il passaggio nel Parco del Valentino.
Qualche mese fa fui invitato dall'amico Enrico Vedilei a fare da pace-maker nella gara torinese, una esperienza che fino a prima dello stop per l'intervento avevo fatto più volte ed in diverse manifestazioni. Si trattava di una sfida, domostrare a me stesso di essere tornato quello di una volta e mettersi in gioco per riprovare quelle belle sensazioni che ricevo nel mettermi a disposizione degli altri e al termine riceverne un bel "cinque", un abbraccio o magari in una prossima occasione il saluto e la frase classica "mi hai tirato" in quella tal maratona.
Lo stimolo in più era che al fianco immaginavo ci fosse stato Enrico al mio fianco, grande uomo e grande atleta con all'attivo oltre 200 maratone delle quali oltre 150 sotto le tre ore, e come ciliegina sulla torta la possibilità di avere al fianco il campione olimpico Gelindo Bordin che ritornava alla competizione dopo tanti anni ponendosi la sfida di scendere sotto le 3 ore.
Quest'ultima evenienza non si è realizzata perchè Bordin da gran campione qual era e resta ha capito che quel risultato ora non era alla sua portata e quindi ha optato per una gara più controllata (ha terminato comunque in 3:05').Il clima è quello solito dei ritrovi pre-maratona, saluti, abbracci, racconti di gare passate di progetti futuri, a dir il vero mancano tanti degli amici, sarà che Torino nonostante la tanta pubblicità e la ottima organizzazione non riesce ad attrarre come tante altre competizioni, ci sono tutti i piemontesi, molti francesi, manca molto Nord-Est, manca l'Emilia, manca tanta Toscana, la Lombardia è presente in piccoli numeri.Il ritrovo di noi pace-maker è alla spicciolata vicino allo stand dove Enrico ci accoglie con la collaborazione di Ilaria Razzolini (altra pace-maker di lungo corso) e ai fratelli Firmani.Il clima è assai rilassato, alla consegna della tenuta da gara partecipa personalmente Gelindo Bordin che ci rivela i suoi piani di battaglia improntati sulla sfida a terminare la gara senza particolari aspirazioni, ci scappano diverse battute, qualche foto e diversi autografi.
La manifestazione.
Il factotum della manifestazione, Chiabrera, come al solito ce la mette tutta e riesce ad allestire un evento che merita ogni complimento, oltre alla 42 km sono a disposizione anche due percorsi da 10 km e mini run di 1195 m. per i ragazzi.
L'Expo è posizionato in una zona centrale della Città, facilmente raggiungibile, allestito con spazi giustamente adeguati alle dimensioni della manifestazione, tutti gli altri servizi sono al meglio, il pacco gara è più che soddisfacente e ripaga appieno della quota di iscrizione.
Contiene articoli alimentari ma anche una bella canotta tecnica gialla e soprattutto un cronometro Timex da 30 memorie il cui valore è di per sè superiore al costo d'iscrizione.Riguardo ai servizi un piccolo appunto finalizzato a migliorare ulteriormente è quello di disporre la distribuzione dell'acqua nei ristori su entrambi i lati e allestire una area più ampia come spogliatoio, a fronte di un numero di docce cospicuo lo spazio a disposizione e soprattutto sole 3 sedie erano decisamente insufficienti alla bisogna.
La gara.
Questa volta la gara offre meno interrogativi del solito, la nottata è stata tranquilla, ho dormito bene a parte un risveglio improvviso alle 5 per un allarme evacuazione dell'Hotel per fortuna rivelatosi presto falso.Io ed Enrico ci posizioniamo nelle prime file del gruppone, lui ha già perduto i suoi palloncini celesti che avrebbero dovuto farci distinguere come pacer delle 3 ore; io ne ho solo uno, il secondo è scoppiato.Non c'è bisogno neanche di scambiare una parola per intendersi, ci conosciamo bene, sappiamo cosa fare e basta uno sguardo per capirsi.La partenza è affollata come in ogni maratona, il primo km, poi, è su un viale pieno di binari del tram e terreno sconnesso e richiede molta attenzione, qualcuno comincia a mugugnare per un ritmo a suo dire troppo elevato, al secondo passaggio qualche altro mormorio poi faccio notare di aver fiducia in noi e che il ritmo è quello ideale, quello per condurre una gara regolare; da quel punto in avanti nessuna protesta.Scandiamo il ritmo rispettando la tabella al secondo, siamo ai lati opposti della strada, ogni tanto uno sguardo, lui silenzioso io discorro con un paio di atleti di sciocchezze varie e rimembro le vecchie esperienze a Torino.Questo circuito ricorda tanto quello da me percorso anni fa, so quindi che poco dopo la metà ci sarà da soffrire per raggiungere Rivoli dove è posto il nostro personale GPM; seguirà la lunga dolce discesa di corso Francia.Attraversiamo Moncalieri, Nichelino, Beinasco, ai lati della strada ogni tanto un gruppo di spettatori ci incita, nulla in confronto all'entusiasmo delle maratone venete (Treviso, Padova, Venezia); raggiungiamo Orbassano, Rivalta, transitiamo alla mezza in 1:29'36'' esattamente come avevo previsto, tutto sta funzionando bene il gruppo è ancora molto numeroso alle nostre spalle.Comincia subito dopo la mezza il tratto più difficoltoso, sei km di salita che in alcuni punti è solo un falsopiano ma in altri è salita vera e costante.Il "codazzo" si assottiglia, comincio a incitare, invoglio a tenere duro perchè poi godremo dell discesa; il nostro ritmo cala di una decina di secondi al km, nulla di preoccupante.Quello che preoccupa è la selezione naturale che provoca la salita, Enrico mi chiede come va, rispondo con un "Bene" che non lascia dubbi.Corro in scioltezza la mia FC è al minimo, neanche la salita sollecita più di tanto il mio cuore.Finalmente il cartello con l'indicazione del km 27 segna la fine della sofferenza, la salita è terminata, un centinaio di metri poi la svolta a destra che ci fa immettere in Corso Francia.
Alle nostre spalle ora sono in pochi, la corsa diventa subito più sciolta per tutti. In pochi km recuperiamo il tempo perso nella salita, qualcuno rientra. Comincio il mio solito incitamento a tenere duro, oramai quelli che hanno resistito arriveranno sicuramente a tagliare il traguardo sotto le 3 ore, cerchiamo di raccogliere qualcuno per strada che con una partenza avventata è ora in crisi, lo incitiamo ad attaccarsi.Siamo ormai in centro città, scandiamo un ritmo tranquillo per noi pacer, certamente più impegnato per gli altri ma l'entusiamo per il risultato sperato li fa correre veloci.L'ultimo rettilineo che ci porta da Piazza San Carlo a Piazza Castello è una festa, incito a gran voce il pubblico (non a caso la mia FC in questo tratto è la più elevata della gara seppur il ritmo sia il più lento), arriviamo in gruppetto sotto il traguardo, a braccia alzate e mano nella mano io ed Enrico.Uno sguardo, un sorriso e la consapevolezza che anche questa è fatta, abbiamo portato a casa il nostro compito e i ringraziamenti e i cinque di tutti coloro che sono giunti insieme a noi sono la giusta e sufficiente ricompensa.Il cronometro segna 2:58'53'', questo si chiedeva a noi e questo abbiamo fatto mantenendo il ritmo sempre costante; alla prossima. Come ricompensa una medaglia ricordo e belle emozioni. Bastano!
Per quanto mi riguarda si tratterà di ripetere il compito nella Maratona di Sant'Antonio tra due settimane partendo da Vedelago ed arrivando in Prato della Valle.
7 commenti:
x Cristian: guardalo bene in faccia, Antonio sarà il tuo "angelo custode" a Padova.
Bravissimo...ho avuto la forza, di vedervi arrivare, col cuore in gola e roso dal rammarico... non ti ho riconosciuto, peccato, altrimenti sarei venuto volentieri a farti un saluto.
ora spero non mi occorra troppo tempo per riprendermi, le gambe, alla faccia di una schiena sempre molto dolorante, scalpitano...
Complimenti,sei preciso come un'orologio.
Se passi nel mio blog ho pubblicato anche io una tua foto.
Ciao.
ciao ..anche io ero all'arrivo... solo che sono dovuta andare a casa un po' prima del tuo arrivo... problemi di ALLATTAMENTO!!!
cmq complimentiiii!!!
Cinzia
Complimenti Antonio! Sei un mostro di bravura! Non è che per caso capiti a Carpi il 12 ottobre..?
Ciao.
Carpi è ancora molto lontana per pensarci. Intorno a quella data mi piacerebbe correre qualche gara all'estero.
ciao
Ciao Antonio. Alla Maratona di Torino ero presente poco prima dell'arrivo... come fotografo. Penso di avere anche un tuo scatto. Poi ti faccio sapere. Ciao.
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