Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






venerdì 30 aprile 2010

Maratona di Trieste -- l'attesa

Siamo quasi alla vigilia della Maratona di Trieste. Si tratta di una gara e una città alla quale sono molto affezionato. Non è forse un caso che ho sempre realizzato buoni riscontri cronometrici. Sei sono i precedenti e tranne nell'occasione in cui ho fatto da pace-maker a Monica sono sempre andato abbondantemente sotto le 3 ore.
La gara dello scorso anno risulta essere anche l'ultima maratona nella quale ho realizzato un tempo di rilievo (2.43); da quel momento in caduta libera ma giustificato dal malanno alla chiappa contro il quale non riesco a trovare rimedio.
Se qualche incertezza c'era di poter azzardare una gara d'attacco con il riscontro di Boston non si discute. Affronterò questa corsa facendo da pace-maker a Monica sperando di poterle essere d'aiuto per realizzare una buona prestazione.
Si tratta di un percorso nervoso con quella salita impegnativa e lunga a metà gara che potrebbe tagliare le gambe; per fortuna subito dopo c'è il lungo declivio fino al Castello di Miramare che dovrebbe garantire una corsa facile. A questo punto comincia la Maratona, su quegli ultimi 8 km si decide se la gara andrà bene o essere un fallimento.
Le condizioni meteo dovrebbero essere dalla nostra, temperatura buona, certamente eviteremo il caldo che ha fatto scoppiare tanti a Padova domenica scorsa...forse la pioggia.
Faremo la nostra gara su un ritmo al limite e poi andrà come andrà.
Dopo il traguardo inizierà un'altra gara nella gara: tanti sono gli amici che dovranno giungere, tanti amici del parco, tanti amici friulani, diversi bloggers.
Adriano avrà già terminato da tempo, Renato mi auguro sia davanti, e poi Max, Michele, Milena, Giovanna, Michele, Giuseppe, Anna, Bernadette, Agnese, Valentina all'esordio. Ognuno di questi arrivi sarà un'emozione...speriamo solo che le condizioni meteo mi permettano di godermeli per bene.

VERGOGNA!!!

Fantastica Daniela.
E' questo il sentimento che dovrebbero provare le due gentili signore. Vergogna non per aver tagliato il percorso alla Maratona di Londra, ma vergogna per aver avuto anche il coraggio oltre che di tagliare il traguardo anche di farsi fotografare con la medaglia di finisher. Vergogna per aver tolto la possibilità a qualche onesto podista di prender parte a quella gara. Vergogna perchè saranno pure abbastanza ricche da permettersi il costo elevato del viaggio ma sono tanto povere nello spirito e meritano la gogna mediatica. Ne metto le foto sul mio blog perchè questa è realtà:bisogna stigmatizzare la seconda parte di gara di Cinzia che dopo aver corso i primi 21 km in 1.48 sfodera 1.16 nella seconda parte.; ancora meglio di lei fa Angiolina che corre la prima parte in oltre 2 ore e poi 21 km in 1.15.
La podista forse, ma non finisher in alto è Cinzia Leoni, la sua collega in basso è Angiolina Piotti.
Leggete invece il racconto della mia amica Daniela che "sudando sudore", soffrendo la fatica di allenamenti duri e superando contrattempi pesanti tira fuori orgoglio, forza e onesta per correre la sua onesta maratona. Daniela sì che potrà venire al parco e meritare i complimenti, le altre solo il mio ennesimo VERGOGNA!
LE FURBETTE DELLA MARATONA (LONDRA 25 APRILE 2010)
Domenica scorsa ho corso per la seconda volta la maratona di Londra. Era la mia quarta maratona (dopo New York 2007, Berlino 2008 e Londra 2009) e devo dire che la soddisfazione che si prova arrivando stremati dopo aver percorso 42 chilometri e aver dato fondo a tutte le proprie energie, mettendo a frutto mesi di sacrifici e allenamenti faticosi è davvero speciale.Soltanto chi ha già corso questa gara, massacrante ma affascinate come nessun’altra, può comprendere quell’emozione fortissima che accompagna il maratoneta negli ultimi metri di gara sino all’agognato traguardo e che raccoglie entusiasmo, gioia e consapevolezza di aver compiuto un’impresa.Sono convinta che la stessa emozione la provi sia l’atleta più forte che compete per una posizione di prestigio sia l’amatore che percorre la stessa distanza con ambizioni più modeste.Ogni podista gareggia con un proprio obiettivo: ci sono atleti che ambiscono a risultati cronometrici importanti, ci sono gli amatori che puntano a ritoccare il proprio personale e c’è anche chi ha quale unico fine quello di raggiungere il traguardo al termine dei 42 km e 195 metri.Il fascino della corsa e della maratona in particolare è proprio questo, la gara non è mai contro un avversario, ma è una competizione con se stessi, ogni runner si mette alla prova nella speranza di migliorare la propria prestazione.Quando poi anche l’obiettivo cronometrico viene raggiunto la soddisfazione al traguardo è ancora più grande e ripaga di tutti i sacrifici sopportati.Già lo scorso anno Londra mi aveva regalato emozioni incredibili tanto che ho voluto ripetere l’esperienza, prenotando già a giugno il pettorale tramite Orlando Pizzolato e Terramia.Purtroppo, a causa di una serie di acciacchi che spesso attanagliano tanti podisti amatori, soprattutto della mia età, e di un serio infortunio occorso sugli sci all’inizio dell’anno, non ho potuto preparare la gara come mi ero ripromessa e ho ricominciato a correre soltanto a metà febbraio. In questi due mesi (e poco più) mi sono comunque impegnata al massimo, cercando in tutti i modi di conciliare il lavoro con la mia passione per la corsa.Ed è per questo che all’arrivo domenica le sensazioni sono state ancora più intense dello scorso anno e la commozione per l’obiettivo raggiunto si leggeva sul mio volto sul quale scorrevano incontenibili le lacrime. Improvvisamente gli acciacchi degli ultimi mesi erano spariti (così come la paura di non poter partire per colpa della nube) ed io, fiera della mia tenacia, mi sentivo ripagata di tutti i sacrifici fatti.Ancora adesso mi emoziono ripensando agli ultimi metri percorsi sino al traguardo, all’incitamento degli amici sulla curva di Buckingham Palace che mi spingevano verso la linea d’arrivo.Momenti davvero indimenticabili.Come è possibile allora che ci sia qualcuno che non ha evidentemente capito nulla di tutto questo e, credendo di essere più furbo degli altri, si comporta in modo scorretto, imbrogliando nella maratona?Pratico sport sin da bambina e mi hanno insegnato che nello sport, come peraltro nella vita, la lealtà e la correttezza sono regole fondamentali.Quando ieri sera un amico mi ha suggerito via sms di guardare le foto e i tempi di due italiane in classifica, Cinzia Leoni e Angiolina Piotti, sostenendo che avrebbero barato, non gli ho creduto.Ma, non appena mi sono collegata al sito della Virgin Marathon e ho dato un’occhiata alle schede con i tempi delle due “maratonete”, ho capito che c’era qualcosa che non tornava.Cinzia Leoni è arrivata al traguardo in 3 ore e 4 minuti, un tempo davvero straordinario per una podista amatrice già quarantenne. Ma il suo passaggio alla mezza maratona è stato di 1 ora e 48 minuti! Come può essere mi chiedo? Avrebbe quindi percorso la seconda parte di gara in 1 ora e 16 minuti? Va detto poi che non ci sono più rilevamenti intermedi dal 21° km sino al 40°.Angiolina Piotti ha fatto segnare un tempo finale di 3 ore e 15 minuti, ma è transitata a metà gara in 2 ore! Quindi avrebbe corso la seconda mezza in 1 ora e 15 minuti! Anche per lei ovviamente nessun rilevamento cronometrico dal 21°km in poi.Guardo ancora stupita la foto di Cinzia Leoni che la ritrae dopo il traguardo sorridente con la medaglia al collo.La medaglia di una maratona che non ha corso. La sfacciataggine evidentemente non ha limiti.Trovo che il comportamento delle due signore sia vergognoso e penso che dovrebbe essere impedito loro di gareggiare.Ma più che altro penso che correre (si fa per dire), la maratona bluffando sia una cosa veramente triste.Triste per tutti coloro che amano e praticano con passione lo sport.E una brutta sconfitta prima di tutto per chi imbroglia. Daniela Turello

lunedì 26 aprile 2010

Dopo Boston un bel weekend carico

Archiviata Boston con le sensazioni, la fatica e il risultato conseguiti mi rituffo negli allenamenti. A ritmi molto blandi naturalmente, d'altronde le gambe hanno risentito molto, i muscoli erano decisamente consumati. Ottima scelta quella di alternare alla corsa le sgambate in bici. Ecco il resoconto di 5 giorni di allenamento.
  • GIOVEDI' uscita in bicicletta di 43 km in compagnia con qualche saliscendi.
  • VENERDI' 13 km di corsa lentissima in compagnia di tutti gli amici del parco.
  • SABATO uscita in bicicletta con Monica; 112 km da Udine a Lignano Sabbiadoro e ritorno su percorso completamente piatto e buona progressione finale; media complessiva 28,5 km/h che per noi non è male.
  • DOMENICA risentendo ancora della stanchezza di sabato solo 14 km di corsa lenta ricercando qualche compagnia...ho fatto la trottola invertendo senso di marcia ad ogni giro nella speranza di trovare conforto alla mia sete di compagnia.
  • LUNEDI' altra uscita in bici per complessivi 90 km di nuovo in compagnia con un giro molto gradevole anche dal punto di vista paesaggistico.

giovedì 22 aprile 2010

Boston Marathon in pillole

Pill number 1
La maratona più attesa: più volte sono stato tentato dall'idea di parteciparvi ma sempre fattori esterni ne avevano condizionato la mia rinuncia, la guerra in Iraq e poi l'attacco alle torri gemelle con i relativi timori nell'affrontare il viaggio negli Stati Uniti. Questa volta quando mi è passata l'idea per la testa non ci ho pensato troppo ed ho fatto l'iscrizione ed organizzato il viaggio. Per poco non ci si metteva l'incazzatura del vulcano islandese a mandarmi per aria tutto il piano come è successo a diversi miei amici. Invece è andato tutto bene sia all'andata che al ritorno.
Pill number 2
La mancanza degli amici sardo-milanesi mi pone nella condizione di approdare negli States
completa solitudine armato solo di un buon senso dell'orientamento, dell'italica arte di arrangiarsi e del mio scarsissimo inglese (veramente molto scarso). In aereoporto a Trieste incontro un altro corregionale, Fulvio Babich (casualmente mio compagno di ventura anche nel viaggio del 2005 a NY) che concluderà in questo caso la sua gara con un ottimo 2.53'. Sempre in aereo incontro anche un amico podista di Castelfidardo che più volte vedo a Boston.
Pill number 3
Saturday qui a Boston non è giorno di vigilia perchè si corre il lunedì, precisamente il terzo lunedì di aprile, che coincide con il Patriots' Day, giornata festiva per i bostoniani. E' il mio primo giorno a Boston, di primo mattino, all'apertura sono tra i primi al ritiro dei pettorali presso l'
VETERANS MEMORIAL CONVENTION CENTER. Si sente l'aria del grande evento, l'organizzazione è perfetta. Consegna del numero, successiva consegna della maglia con il logo della maratona (tecnica a manica lunga dello sponsor Adidas), ingresso nell'Expo vero e proprio. Qui c'è da perdersi tra innumerevoli stands ed un'area immensa dedicata ad oggetti ricordo della manifestazione acquistabili a prezzi accessibili, ce n'è di tutti i costi e per tutti i gusti. Non mi lascio perdere l'occasione per accaparrarmi un pantaloncino corto e la giacca.
Il resto della giornata scorre nella visita della città ed in particolare della zona d'arrivo, d'obbligo visita con foto alla finish line. Torno in ostello distrutto.
Pill number 4
vigilia mi impongo di non strafare: visita al Fine Art Museum, poi alla Harvard University... Lascio ogni velleità di fare il solito carico di carboidrati con pasta come si dovrebbe e mi limito ad un'ampia razione di pizza (neanche tanto male). Rientro in ostello presto ma anche in questa giornata non mi sono risparmiato, preparo la sacca in vista di una partenza antelucana.
Pill number 5
Ultime ore prima dello start. Partenza dall'ostello alle 5.15 in compagnia di un
sconosciuto, per fortuna un autobus in ritardo ci permette di risparmiare qualche km, in metropolitana la truppa si infoltisce. Giunti nella zona di ritrovo dei pulmini che ci porteranno a Hopkinton la folla non è tantissima, le luci dell'alba fanno da corona, il cielo sembra terso dopo due giorni di pioggia, tira un po' di vento che in TV hanno annunciato spirerà al nostro fianco per tutto il tragitto ma non in faccia e questo è già un buon segno, fa fresco. D'obbligo un foto. E' incredibile come siano organizzati: ci sono centinaia di autobus incolonnati, veniamo fatti salire, tutti usufruiamo di posto a sedere per questo lungo trasferimento. Riflessione d'obbligo: esattamente come succede alla VeniceMarathon, o alla Treviso Marathon, naturalmente si fa per dire). Si parte incolonnati alla volta del piccolo paese di Hopkinton, sembra un tragitto interminabile, attraversiamo continuamente boschi, è un continuo saliscendi, siamo in autostrada, ma se tanto mi dà tanto non si tratta di un percorso scorrevole. Ci scaricano e ci avviamo nella zona di ritrovo dove trascorreremo queste 3 ore che ci separano dalla partenza; ci sono generi alimentari per una colazione spartana, manca qualcosa di caldo se non un "pallido
caffè".
Ognuno cerca di ripararsi dal freddo come riesce, per fortuna un sole benevolo ci degna della sua presenza anche se è sfidato da folate di vento molto fastidioso.
La fila di servizi mobili (chiamateli WC o come volete) è lunghissima ed ordinatamente affrontiamo questa incombenza quanto mai necessaria in queste condizioni di sveglia molto anticipata.
Pill number 6
Avvicinamento alla zona della Start Line.
E' tutto perfettamente organizzato, ci saranno due distinte partenze, i numeri blu dall'1 al 13000 e poi i gialli dal 13001 al 27000. Qui a Boston (a parte i primi) vale esclusivamente il tempo netto.
Raggiungere la zona di partenza è una strada lunga, prima si deposita il bagaglio negli stessi pulmini che ci hanno accompagnato anche qui molto ben segnalati e organizzati (anche in questo caso si potrebbe fare la battuta come succede nella maggior parte delle maratone italiane, ricordo le scene apocalittiche di Venezia di qualche anno fa). Ci si avvia, gli atleti sono suddivisi in corrals, i primi di 1000 in 1000 poi gruppi più ampi, c'è controllo ma anche molta autoregolamentazione (ulteriore confronto con le gabbie da animali necessarie per contenere l'irruenza dei podisti italiani, e qui gli esempi si potrebbero sprecare).
Pill number 7
Uno sparo molto discreto libera le energie, si va subito in discesa, un foltissimo pubblico ci incita, scorriamo in strade relativamente strette, i bambini sono seduti sul prato del proprio giardino. Le maglie sono multicolori, si sente che la maggior parte sono americani, la gran parte statunitensi. La Boston Marathon è la più antica al mondo, è giunta alla 114esima edizione, non è popolare come la NYC Marathon ma sicuramente è la più ambita dagli americani. Con un esempio un po' strano mentre NY è popolare questa è aristocratica, con un'aggiunta, la selezione per l'iscrizione alla Boston Marathon è severa, almeno metà dei "niuiorchesi" qui non avrebbero titolo di partecipazione.
Una nota molto interessante oltre 11000 sono donne circa il 40% del totale, numeri impensabili in Italia.
Pill number 8
La mia gara.
Indecisione fino a poche ore dalla partenza sul ritmo da tenere. Proverò un timido tentativo di stare sul ritmo delle 3 ore ma non sono convinto. Sento le gambe stanche prima di partire, l'alimentazione non è stata ideale, la vigilia faticosa e poi...c'è una bella sorpresa.
In questo fiume di podisti sono goccia che mi lascio trascinare nei primi km che sono in decisa discesa, si tratta di un declivio strano, preoccupante, nei primi 4 km abbiamo cambiato almeno 10 volte, UP AND DOWN. La media è buona ma se questa è la parte facile in discesa qui si mette male inizio a pensare. Il fiume continua a scorrere al mio fianco, lo sento scorrere, lo vedo scorrere nel senso che tutti mi sorpassano, ma dove vanno, se la godono troppo adesso o sono io che oggi non ho capito nulla?
I cartelli si succedono con eccessiva frequenza, vengono misurate le miglia e i km, non ci capisco un'acca. La sola circostanza che mi si rende evidente è che non è proprio giornata. Al 7° km un'improvvisa impennata, le mie gambe si rifiutano il cambio, non sono allenate per questo; la mia caratteristica è la regolarità. In queste condizioni bisogna limitare i danni, depongo ogni velleità e mi concentro solo sul fatto di volermi godere le sensazioni che vengono dagli incitamenti, il risultato non conta più. Fossi stato in qualsiasi altro posto mi sarei ritirato forse, ma qui non si può, questa non è una maratona questa è LA MARATONA.
Dai lati della strada odo incitamenti continui. GO ANTONIO, VAI ITALIA, ANDIAMO ANTONIO, FORZA. La mia maglia personalizzata attira l'attenzione e la bandiera tricolore fa il resto, cerco di raccogliere queste energie per tirarmi su ma non ho la forza di rispondere, ci sono decine e decine di bambini che chiedono il cinque. Rispondo solo ad alcuni, mi chiudo nella "mia disperazione", bando ad ogni ipocrisia, sto soffrendo altro che chiacchere.
Non c'è un attimo di respiro, su e giù, neppure un km di piano per andare regolari, il serpentone è qualcosa di stupendo ma anche di inquietante quando lo vedi inerpicarsi su per le salitelle, dolce quando lo vedi svanire, segno della presenza di una discesa. Al ventesimo km si sentono delle grida, tantissime ragazze ai lati della strada espongono cartelli con la scritta KISS ME, implorano un bacio; rimango sbigottito. Molti dei miei amici ne approfittano e io non mi faccio pregare, mi fermo un attimo scelgo prima una bella bionda poi una bruna e fiondo due splendidi baci. Si tratta di uno dei pochi momenti nei quali il sorriso si è stagliato sul mio viso. passaggio alla mezza in 1.31. Il rallentamento sembra lento, progressivo e gestibile ma io sono conscio che invece sarà inesorabile.
Scorrono le miglia, i km sono indicati molto di rado ormai, meglio così saranno di meno. Attendo con impazienza il ventesimo miglio, lì ci sarà la famosa Heartbreak Hill ad attenderci, tante volte l'ho sentita nominare. Sarà che ormai sono al di là di ogni limite, le gambe vanno sole. Ci incitano, GOOD JOB ANTONIO, e allora completiamo questa opera. la mia corsa diventa un viaggio tra Boston e il Parco del Cormor. Mi mancano 6 miglia, 6 giri del parco lì almeno non ci sono salite. Immagino la compagnia degli amici di tanti allenamenti, ritrovo al fianco podisti che riescono a spingere più di me, altri che sono distrutti, la collina spaccacuori ha fatto le sue vittime, ci è cascato pure Gelindo Bordin che mi era partito davanti e poi è rimasto di molto dietro.
Giungiamo sulle strade che annunciano la fine dell'impresa, le ho percorse nei giorni precedenti, le ultime due miglia le ho studiate, non ho pietà per le mie gambe. Invoco uno scatto d'orgoglio, riesco a percorrere nuovamente 3 km a ritmi decenti, viaggio in uno stato di "pseudotrans", sento ANTONIO, ITALIA, ITALIA, ANTONIO, GO, VAI.
Non ci fanno mancare nulla, neanche un sottovia, curva a destra, salitella, curva a sinistra ed è rettilineo finale. Lì di fronte la finish line, apoteosi di questa impresa, fine della sofferenza, coronamento di un sogno che assaporerò nei prossimi giorni, nei prossimi mesi forse.
Promessa di poterla rivedere questa finish line, promessa di ritornare per onorare al meglio, meglio di oggi la Boston Marathon. Non riesco a sorridere neppure sul traguardo, sono sfinito.
E' stata una maratona vera, la più dura che abbia mai affrontato.
3 ore 9 minuti e 29 secondi.
Numeri che non hanno senso ma numeri che mi ricordano che è stata la peggior gara degli ultimi 12 anni. La più sofferta, una sola certezza: non si tratta di una resa, è stata una sconfitta onorevole, a testa alta.
Cadere per rialzarsi e riprendere ad apprezzare la gioia di averlo fatto.
La medaglia è comunque un premio meritato e le decine e decine di CONGRATULATIONS che ricevo mi rendono certo che questi americani sono proprio speciali. Ti toccano per farti sentire eroe, ti chiedono persino l'autografo, chiedono una foto come farebbero con il loro idolo dei Red Sox o dei Boston Celtics.
Boston arrivederci...tienimi un posto in prima fila, ci ritornerò.

giovedì 15 aprile 2010

Boston Marathon

Ormai non mi rimane che correrla questa maratona di Boston. L'ho attesa un sacco di anni, domani mattina si parte, un paio di giorni per ambientarsi e poi sarà divertimento e la fatica solo un condimento necessario ma stuzzicante. Il traguardo solo l'apoteosi di un lungo viaggio di emozioni.

domenica 11 aprile 2010

Maratonina Riviera dei Dogi

Partenza a 4'15'' e poi sarà quel che sarà!!!!
La previsione prima della partenza era verosimile, un obiettivo alla portata. Oggi si trattava di accompagnare Monica nel tentativo di abbattare la fatidica soglia dei 90' nella Mezza. Gli ingredienti c'erano: percorso scorrevole, giornata meteorologicamente buona (salvo un po' di vento contrario in andata), stato di forma ottimale.
Ho fatto finta di ignorare che durante la settimana avesse corso due sedute di ciclismo in salita, e che la tosse non è del tutto passata. Ma soprattutto ho tastato con mano che la Maratona senza allenamenti specifici si può correre ma la Mezza no.
Per andare forte nella mezza bisogna lavorare sui ritmi, bisogna provare i medi prolungati, bisogna fare qualche ripetuta, qualche variazione lunga...difficile ottenere migliorameti limitandosi a correre in progressione come noi usiamo fare.
Per 8-9 km abbiamo tenuto il ritmo concordato poi ha cominciato ad accusare la fatica, le gambe non giravano; un barlume di risveglio al 13° km quando la presenza di due atlete donne l'ha stimolata poi buio completo, tanto buio che si è addormentata su un ritmo da Maratona che ci ha fatto perdere secondi preziosi. Consolante il finale ma ormai era troppo tardi, non solo abbiamo mancato l'obiettivo sotto l'ora e mezza ma anche il PB.
Comunque si tratta sempre di un ottimo 1.31'23'' (1.31'16'' real time) e di un secondo posto di categoria MF35 ma ...
Archiviata questa storia grandi notizie positive invece per gli altri compagni di viaggio: Agnese che migliora notevolmente il suo PB correndo con Galloway e chiudendo in 1.56 e Gianpiero anche lui autore di un nuovo PB.
Tanti amici presenti a Stra, molti della Libertas (Daniele, Milena, Cristian e altri), un gruppetto dell'Uoei; un bel percorso, una bella gara a misura di amatore, senza grossi nomi. Forse una piccola medaglia ricordo non avrebbe guastato ma così è...se vi pare.
Una dedica particolare:
la mia gara odierna è tutta per Marilena che è costretta ai box per qualche tempo. Oggi ho corso sui suoi tempi mentre lei è ancora in un letto d'ospedale. Sta "rivedendo il motore"; ne uscirà spero presto, più forte e motivata di prima. Oggi l'abbiamo ricordata con un amico pordenonese.
In gamba Marilena, ti aspettiamo per vecchie e nuove sfide sulle strade del Friuli e del mondo.

venerdì 9 aprile 2010

In attesa della mezza dei Dogi

Domenica sarà la Riviera del Brenta ad ospitare un discreto numero di podisti friulani tra i 1500 iscritti alla Maratonina Riviera dei Dogi. Per me sarà l'esordio in questa gara che più volte mi ero ripromesso di correre ma mai avevo onorato. Le condizioni attuali non mi permettono di chiedere molto al cronometro e quindi anche in questo caso mi metterò al servizio di qualcun altro/a per tenere un ritmo controllato e costante che magari ci porti al raggiungimento di un nuovo PB (naturalmente non il mio). Se le condizioni meteo saranno favorevoli e la partenza agevole sono fiducioso che diversi degli amici presenti possano concretizzate il loro obiettivo, quindi forza tutti. Qualche nome? ... no, li sveliamo sono dopo aver transitato il traguardo

martedì 6 aprile 2010

Buona ripresa dopo le festività

Domenica ho onorato la pasqua con un bel lunghissimo di 34 km in compagnia di Monica con un ritmo buono e soprattutto con la classica progressione finale che rende il tutto molto più allenante a mio avviso.
C'è da tener presente che le sedute di bici di venerdì pomeriggio e sabato mattina avevano affaticato le gambe non poco.
Il giorno di Pasquetta dedicato al riposo...o quasi: 1500 m di nuoto tranquilli.
Oggi ripresa alla grande anche se le gambe ancora non hanno assorbito del tutto il lavoro e il fastidio non mi dà tregua. Comunque la solita progressione di 16 km è andata benissimo. Boston si avvicina e la mezza di domenica sarà un utile prologo.
Di seguito alcune foto a ricordare la "Pasqua a modo nostro".
Gli amici dell'UOEI.
...e poi con Monica, Agnese, Max e Carlo.

sabato 3 aprile 2010

Digiuno e astinenza...

Digiuno e astinenza prevedono le usanze pasquali, almeno per i cattolici praticanti. Io che praticante non lo sono ho dovuto nutrirmi in abbondanza per affrontare questo lungo weekend pasquale che non è ancora terminato ma mi ha dato già qualche soddisfazione.
Venerdì approfittando della giornata di recupero, seduta mattutina in piscina con 1500 m di nuoto in tranquillità e nel pomeriggio giro in bici in compagnia di 40 km.
Finalmente le condizioni meteo sono migliorate un po', questo purtroppo è successo solo nel pomeriggio altrimenti l'uscita-bike sarebbe stata sicuramente più lunga.
Oggi in mattinata sfruttando l'onda lunga del bel tempo nuova uscita in solitaria di bici con 53
km.
La scarsezza di tempo a disposizione e il fatto di essere solo ha stroncato ogni velleità di "allungare il brodo"...ma ogni tanto tocca pur lavorare e questo weekend in cui tutti festeggiano (cosa poi) io sono in ospedale a lavorare.
Domani mattina si torna a correre e se tutto va bene si va di nuovo di lunghissimo, l'ultimo prima di Boston.