Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






sabato 12 gennaio 2008

Maratona del Gargano 2005

Gargano tra colori, amici e 'sbroccoli'

15.5.2005

Ricordo uno slogan stampato su una cartina turistica della Puglia con la quale feci il mio primo viaggio proprio qui nel Gargano: “La Puglia: dove la natura è colore”. Proprio questo potrebbe essere un buon motivo per venire a correre la Maratona del Gargano, ed in questa stagione in maniera particolare. Sono arrivato a Cagnano Varano venendo da Lecce ed ho potuto ammirare le vaste distese dei campi di grano, in questa stagione di un colore tra il verde ed il giallo che potrebbe definirsi proprio del grano che secca. Poi lungo il tracciato della gara in diversi tratti cespugli grandissimi di gialla ginestra in fiore, e papaveri rossi nei campi a screziare le colture. Giù, volgendo lo sguardo verso destra lungo il percorso di andata che ci portava da Cagnano a Sannicandro, il grande lago di Varano, in realtà abbastanza piccolo ma, per la Puglia assetata d’acqua, immenso. Usciti fuori da Cagnano, dopo un giro tortuoso fra le vie con continui saliscendi, si prende appunto la via di Sannicandro, avviandosi per una strada interamente chiusa al traffico veicolare (ma non a quello delle bici da corsa, a volta altrettanto pericolose): la strada sale, non si tratta di pendenze eccessive ma di continui cambi di ritmo che rendono la gara muscolare. Il paesaggio che sta attorno cambia rapidamente di colore, ora si alternano tratti di olivi a tratti di vera macchia mediterranea, pascoli per mucche e cavalli a sterpi inaccessibili, al colore di unisce l’odore (della ginestra, della mentuccia secondo il direttore Marri; per la verità io avvertivo di più la puzza dello sterco vaccino -ma sono meno poetico- e di qualche animale morto in avanzato stato di decomposizione, oppure vittima recente di un incidente stradale, come una grossa biscia al centro della strada). Al ritorno sulla stessa strada la corsa diventa leggermente più facile, o almeno la leggera discesa compensa l’affaticamento naturale della maratona; per fortuna dopo la prima metà sotto un sole cocente un bel cielo nuvoloso ci ha accompagnato nel secondo tratto (almeno quelli che hanno concluso entro le 4 ore). Detto della chiusura al traffico perfetta, degli altrettanto curati ristori e spugnaggi, mi riferiscono pure (dato che apprendo, non avendone usufruito) di una logistica molto buona per quel che riguarda la sistemazione alberghiera e i trasporti da Rodi Garganico alla partenza; pubblico naturalmente scarso, ma in paese sia alla partenza che all’arrivo qualcuno c’era meglio che in tante altre manifestazioni: viene da chiedermi se non fosse stato possibile raggiungere anche Sannicandro evitando il giro iniziale. Al termine, tanti premi alimentari per i primi e per tutte le categorie, tutti ritirati sul palco. Da onesto maratoneta che ne ha viste tante, non posso tacere i peccatucci: non avrebbero guastato due WC chimici alla partenza oltre ai due angusti, nascosti e poco puliti bagni che erano a disposizione; anche le docce andavano indicate meglio. Come probabilmente non avrebbe guastato la presenza di uno speaker all’altezza della situazione… che masticasse un po’ più di maratona, ma almeno ci si è divertiti con i suoi “sbroccoli”. Da pugliese di nascita non posso non notare il solito problema delle maratone di questa regione: ce ne sono tre (Parabita, Bari e Cagnano) ed ognuna di esse soffre i mali del campalinismo: ci si lamenta della necessità di doversi sobbarcare lunghe trasferte per partecipare alle maratone del Nord e poi per ripicca non si partecipa a quelle della stessa regione. Ieri erano numerosi i podisti provenienti dalle regioni centrosettentrionali, molto meno quelli delle stesse province di Foggia e Bari per non parlare del resto della Puglia, praticamente assenti. La mia gara, ultimo test in vista della 100 km del Passatore, è stata condotta in assoluta tranquillità mentale, con una partenza prudente ad addomesticare le difficoltà della salita e godersi i colori che ho descritto sopra, e che ho avuto modo di commentare anche con Gianfranco Grazioli in tenuta da fotografo di “Correre”. Prima del giro di boa ho cominciato a vedere i primi che prendevano la via del ritorno: questo genere di gara andata e ritorno mi piace perché permette di vedere tutti, di salutare, e lo trovo molto meno pesante mentalmente, anche se ieri ha avuto un grosso inconveniente in quanto l’amico Claudio Leoncini è stato vittima di un “frontale” con un altro podista, che ha compromesso il risultato della sua gara e spero almeno che non gli abbia provocato danni fisici. Sono transitato alla mezza in 1:27’ in 17^ posizione ma già in buona progressione, poi si è trattato di una esaltante rimonta, con buonissime sensazioni nelle gambe e nella testa. Sentire di andare forte dopo il 35° km ed usufruire di bei tratti di discesa rende la maratona piacevole anche da soffrire, come quei due tremendi ultimi km in salita, interminabili ma che mi hanno portato a concludere la mia 8^ maratona stagionale (oltre alle due 6 ore) in 2:51’39" in 9^ posizione assoluta. E’ stato anche un bel miniraduno degli amici del sito di Podisti.net: ci siamo ritrovati tutti prima della partenza e dopo l’arrivo a commentare la giornata, le proprie prestazioni più o meno soddisfacenti e le prospettive future. Soliti incontri con il gruppo dei supermaratoneti presenti dappertutto e non si può mancare di citare che per l’occasione il buontempone Gemma, celebre per il suo motto “stasera si tromba”, ha sfoderato la versione pugliese (denotando origini comuni alle mie) che però non ho udito pronunciare ad alta voce… segno di vergogna o di incipienti defaillances? Chi oggi era assente, segni questo appuntamento per il prossimo anno: ne vale la pena.