Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






martedì 27 novembre 2007

Maratonina di Jesolo 2007

Una prima da migliorare La prima edizione della maratona di Jesolo sarebbe dovuta partire l’anno scorso; tutto era avviato, erano già aperte le iscrizioni, un mio caro amico aveva programmato gli allenamenti per il grande esordio in una maratona serale, ma, poi, la concomitanza con un evento di tutt'altro genere, costrinse gli organizzatori ad annullare la gara, posticipandola all'anno successivo (comprese le iscrizioni): la mondanità aveva vinto sull'evento sportivo, “sederi e tette” avevano prevalso su bicipiti femorali e tricipiti della sura. Sabato 16 giugno 2007, finalmente la Night Marathon ha preso il via, con la suddivisione in due grandi eventi distinti tra loro, con partenze in tempi e luoghi diversi: la mezza maratona e la maratona, con una corsa non competitiva di 4 km, a far da contorno. Ho partecipato alla mezza maratona e, subito dopo l'arrivo, mentre mi avviavo con amici podisti al ritiro della sacca, sono stato invitato da altri atleti ad essere “duro”, nel mio consueto commento, nei confronti dell'organizzazione, da "stroncare" per le numerose pecche presentate durante la gara appena terminata. Solitamente, i giudizi “a caldo” sono da prendere con le pinze, specie se determinati da un risultato poco soddisfacente, però, alcune note negative meritano di essere sottolineate, al sol fine di aiutare gli organizzatori a fare meglio nella prossima edizione. Prima di parlare della mia gara, quindi, voglio fare la disamina degli aspetti da rivedere e, al contempo, rimarcare le note che rendono, la “Night Marathon”, una bella gara. Tra le note positive, vi è la decisione di partenze separate tra maratona e mezza, che permette a tutti di essere protagonisti e di poter assistere alla gara degli altri amici; il buon servizio di trasporto, con navette, dai parcheggi alla partenza della mezza a Cavallino; la stessa zona di partenza, ospitale e provvista di numerosi bagni chimici; la buona partecipazione del pubblico lungo il percorso, in particolare nella zona dei viali centrali e l'incitamento dei maratoneti, in attesa d’iniziare la loro fatica sulla doppia distanza, di grande aiuto per i partecipanti alla mezza. Le note negative, a cui porre rimedio assolutamente, sono: misurazione sbagliata del percorso della mezza (il 17° km, che giungeva subito dopo una inversione ad U sul viale "del passeggio", era lungo almeno 1350 m, prendendo come riferimento i miei intermedi che erano estremamente regolari), probabilmente a causa del’errato posizionamento del punto di inversione; percorso allungato, poiché, all'arrivo, tutti i podisti con il GPS dicevano che segnava 21,6 (si tratta di un errore "imperdonabile"); ai ristori presenti lungo il percorso, davvero molto numerosi, anche se posizionati senza il criterio solito di queste gare, l'acqua mi è sembrata poca e, in alcuni casi, abbondantemente calda (penso che chi è giunto alle mie spalle abbia avuto problemi e spero che le scorte siano state ripristinate per i maratoneti). Altre note dolenti sono la logistica e i servizi all'arrivo: l'arrivo sulla battigia, con l'ultimo tratto percorso sui tappeti, non mi è sembrato tanto affascinante, forse sarebbe stato più gradevole un arrivo sul viale principale con tanto di arco, illuminazione adeguata, spazi ampi, possibilità per pubblico e parenti di assistere ed incitare; l'area creata immediatamente dopo l'arrivo, era troppo limitata, tanto che, al mio giungere, intorno “all’ora e trenta”, si è formato intasamento e gran confusione, tra coloro che provvedevano al prelievo del chip e i pochissimi addetti alla consegna delle medaglie. In breve, l'acqua, depositata sulla sabbia, è andata esaurita e questo non è concepibile al termine di una tale fatica nel mese di giugno, anche perché, il ristoro successivo, fissato nei pressi del deposito borse, era lontano oltre 500 metri, senza alcuna indicazione per raggiungerlo. E' impensabile, inoltre, gestire una zona “deposito borse e spogliatoio”in mezzo alla strada, creando disagio agli atleti ed anche ai turisti che passavano, giacchè non c'era un'area adibita a spogliatoio con panche e le docce erano quelle dei bagni della spiaggia, totalmente aperte e con acqua gelata. Ammetto che siamo in estate e in zona balneare, ammetto che non sono un “bigotto”, ma mi sembra poco “onorevole” che una donna sia costretta a fare la doccia in reggiseno e slip dinanzi a 200 uomini, seppur stanchi e "resi inoffensivi dalla fatica"! Per finire, è un grande spreco invitare uno dei migliori speaker italiani, se non gli è permesso di svolgere il proprio lavoro, che sa fare benissimo: vedere Brighenti rimanere inascoltato, mentre, con un megafono in mano, cercava di dare spiegazioni sul ritardo della partenza, mi ha fatto un certo effetto, considerando che di solito riesce a rendere elettrico il clima e a caricare tutti per la gara. Il tracciato, piuttosto duro per la presenza di diverse curve ad U che interrompono il ritmo, è gradevole soprattutto nella prima parte e negli ultimi km, quando si arriva sui viali del Lido; viceversa, risulta assolutamente sgradevole nel tratto compreso tra l’8 e il10° km, quando si viaggia accanto ad una fila interminabile di auto tutte rigorosamente a motore acceso, che alimentano i nostri polmoni con aria "poco salubre". La mia gara. Giungo in auto al centro maratona per il ritiro del pettorale, senza che abbia visto, lungo la strada, neppure una indicazione dell'Expo, nonostante si tratti di un evento che coinvolge oltre 3000 atleti; per fortuna, ad accogliermi, c'è la prorompente energia di Filippo Bellin, conosciuto in un viaggio di trasferimento prima della maratona di Padova e da allora diventato grande amico, che gareggia sulla maratona (mentre la moglie sarà mia compagna di gara nella mezza): un breve scambio di saluti e via, in direzione parcheggio,rigorosamente abusivo (3 euro consegnati nelle mani di "due bell'imbusti" o "brutti ceffi", peraltro molti gentili ma che non rilasciano alcuna ricevuta). Sulla navetta che mi porta a Cavallino, dove è posta la partenza, non riconosco nessuno; anche tra coloro che mi circondano alla partenza, mi sembra di vedere pochissime facce note: è il mio amico Gianni Braidotti a farmi notare che sono alla partenza della mezza ed invece i miei amici sono per lo più maratoneti! Oggi ho concordato con Giovanna Mulloni, un’amica podista udinese, che cercherò di farle da lepre per portarla al personale: per me non è una novità, sulla maratona l'ho fatto più volte con gran divertimento e, ogni volta, che qualcuno mi saluta, ricordandomi di essere stato il suo pacer in una gara, è una gran soddisfazione (a Jesolo, tre illustri sconosciuti, mi hanno salutato come loro accompagnatore alle maratone di Padova e Treviso sulle tre ore). Trascorro quasi un'ora a discorrere, poi mi avvio per un breve riscaldamento, già in abbigliamento da gara, provvisto della mia bandana rossa; mi sento chiamare, si tratta del parmigian-parmense Andrea "Fanfo" Fanfoni, che non vedevo da tanto, ed è un momento emozionante: Andrea rimane uno degli amici della “prim’ora” del sito, con la sua solarità contagiante ed, inoltre, con l’ottima ospitalità in occasione della maratona di Parma, sempre calorosissima. Cerco, ora, altri amici udinesi: Anna, Aldo, Walter, Anna, Marco, Ezio, Gianni... poi tutti in gruppo per la partenza. Siamo nelle prime file, non mi sembra di scorgere grossi nomi, siamo in molti, c'è tanta voglia di correre, tanta voglia di competere, non c'è bisogno di invitare grossi nomi per attirare i podisti, basta fornire buoni servizi ed, inoltre, i maggiori successi arrivano proprio dove l'ingresso viene limitato ai soli amatori. La partenza è sul ritmo giusto, cerco di frenare l'impeto della mia compagna di viaggio nei primi 4 km, poi, invece, noto che, imboccato un viale controvento, il suo respirare diventa più difficoltoso, perde qualche passo, si agita a sistemare i capelli ed intuisco che, forse, qualcosa che non va. Di solito, inizio ad incitare i miei compagni di viaggio dopo metà gara, stavolta mi vedo costretto a farlo già dal sesto km: il ritmo scende, Giovanna mi dice di andare, provo ad aspettarla ancora fino all'ottavo, ma l'intermedio segna un tempo troppo alto per sperare in positivo, concordiamo che sarà per una prossima e la lascio al suo destino (che saprà perfettamente assecondare), mentre io, incremento, e vado. Tento di recuperare il terreno perso, quando arrivo nella zona centrale di Jesolo Lido, comincio a vedere tanti amici che attendono la partenza della Maratona e ne riconosco un sacco: il volto del brindisino di Rimini, Gemma, s’interroga sulla mia presenza sulla distanza breve; patron "Calderara" Gozzi mi saluta a gran voce, ai lati della strada sento gridare il mio nome, il mio cognome, il mio “nick” Margantonio e questo entusiamo mi carica. Ai margini delle transenne ci sono diversi bambini che porgono il cinque, la parte sentimentale del mio correre cede e vado a raccogliere il loro saluto porgendo la mia mano sudata, Vittorio Bosco e Marina m’incitano a voce alta, più avanti raccolgo il sorriso e il saluto delle sorelle toscane, Serena e Ilaria Razzolini. L'incremento di ritmo comincia a farsi sentire nelle gambe, sulla strada si viaggia in due corsie, dinanzi a me ritornano coloro che sono avanti di qualche minuto, riesco a contare le donne e ad avvertire l'amica e compagna di squadra Anna Parrella che si trova in settima posizione, di circa un minuto dinanzi a me; faccio scattare il cronometro al cartello del 17° km (mi viene fuori un intermedio di 5'34'', mentre finora viaggiavo costante a 4'15''), non mi pongo tanto il problema, ma cerco di spendere tutte le residue energie in questi ultimi 4 km, recuperando diverse posizioni e concludendo con il tempo ufficiale di 1:32'11'', a pochi secondi da Anna che, intanto, ha concluso la sua gara in 8^ posizione assoluta. Del dopo gara ho già detto. Mi piacerebbe rifare questa gara perchè correre in notturna m’ispira, ma vorrei che ci fosse un deciso “cambio di ritmo” da parte degli organizzatori, anche perché, precedenti esperienze di altre organizzazioni, anche molto rinomate, dimostrano che il primo errore è tollerato, ma, il secondo, si paga, senza perdono.