Padova - Maratona S. Antonio
25 aprile 2004
Una splendida giornata di sole ci ha accolto per questa edizione della maratona di Padova. Già il sabato pomeriggio la temperatura era molto alta e il tasso di umidità anch’esso elevato, un provvidenziale temporale serale ha contribuito a mitigare il clima.Solita levataccia per raggiungere in orario lo stadio Euganeo dov'è dislocato il punto di ritrovo per tutti i podisti che intendono usufruire del servizio di trasporto in autobus di lusso da Padova a Vedelago, luogo di partenza, il servizio è ottimamente organizzato e il viaggio si svolge comodamente seduti. Ho l’occasione di conoscere alcuni amici, tra i quali il trevigiano Filippo Bellin; discorriamo di maratone e del prossimo obiettivo importante, la 100 km del Passatore. I momenti di preparazione alla partenza trascorrono fra tanti incontri con amici maratoneti che mi fermano riconoscendomi, chi per avermi conosciuto tramite il sito www.podisti.net, chi avendo guardato le riviste specializzate sulle quali recentemente sono state pubblicate foto delle mie gare, chi per avermi incontrato nelle numerose gare di maratona che ho affrontato in questo inizio di stagione.Analizzando i vari aspetti organizzativi, dopo il servizio di trasporto, si viene colpiti dai numerosi bagni chimici che sono distribuiti, lungo la via di trasferimento dal punto di arrivo in piazza sino al luogo adibito a spogliatoio, anche lungo il percorso ogni pochi km per chi ne avesse necessità sono a disposizione questi servizi, potrebbe sembrare una nota marginale, ma, in una maratona che ha raggiunto un numero elevatissimo di iscritte al femminile, assume la sua rilevanza.La zona della partenza vera e propria potrebbe essere gestita in maniera più opportuna, in quanto le strade laterali per raggiungere il punto di partenza sono molto strette, l’ingresso nelle gabbie avviene in maniera piuttosto disordinata e il rispetto delle gabbie assegnate è approssimativo; molti giungono in ritardo e transitano sul controllo della partenza con diversi minuti di ritardo.I ristori e gli spugnaggi distribuiti secondo regola sono abbondanti e ben forniti, soprattutto gli spugnaggi in una giornata molto calda sono vera salvezza per raffreddare la testa e il corpo dei maratoneti.L’arrivo in Prato della Valle è qualcosa di fenomenale, uno scenario incantevole per l’arrivo e per trascorrere le ore successive, seduti o distesi sugli splendidi prati (ci perdonino i patavini se abbiamo rovinato il loro salotto, ma in pochi giorni sarà di nuovo tutto a posto).Il tempo massimo per concludere la gara era di 8 ore che trascorre piacevolmente in compagnia dell'ottima regia dello speaker Mutton che sa gestire il microfono sia nei momenti cruciali dell’arrivo dei primi che nella lunga trafila dell’arrivo della moltitudine.La raccolta e la distribuzione dei bagagli viene svolta impeccabilmente nei mezzi dei corrieri Executive (potrebbe essere una ottima soluzione per qualche altra maratona che non lontano da qui ha presentato una grandissima pecca in questo aspetto), è semplicissimo rintracciare il proprio bagaglio e allontanarsi per rimettersi a posto.E’ a disposizione una grande cisterna di acqua per darsi una lavata che con questa giornata di sole poteva andare bene (ma se fosse piovuto?), le docce seppure indicate sulla mappa dei servizi a disposizione, sono assolutamente non segnalate, e in numero limitatissimo, con poca acqua che diventa subito fredda; in una maratona che vede al via 3200 concorrenti tre docce (tre di numero per gli uomini!!!) sono veramente molto poche; in questo caso suggerirei la soluzione adottata dalla maratona di Ferrara molto comoda e funzionale con servizio mobile ricavato all’interno di un ambiente mobile.Sostanzialmente i servizi forniti, il pacco gara e tutta l’organizzazione valgono la quota di iscrizione anche se rimane un grande dubbio sulla strana offerta “di saldi di fine stagione” dell’iscrizione a quota ribassata (e tutti quelli che avevano pagata la quota intera? Vabbè, siamo in Italia paese che premia gli evasori, gli abusivisti e coloro che non rispettano le regole!!!).Il pubblico: è stato sempre il fiore all’occhiello di questa manifestazione, invece quest’anno un po’ tutti hanno notato un diminuzione degli appassionati lungo il percorso e soprattutto è diminuito il calore che hanno trasmesso ai podisti (unica eccezione l’attraversamento di Camposampiero).Le premiazioni sono abbastanza rapide nella prima fase, poi dopo una sosta riprendono per dare la giusta e meritata ricompensa a chi ha partecipato ai vari campionati “per professione” organizzati: avvocati e notai; medici e paramedici; alpini; vigili del fuoco. Questo in generale, mentre io in questa maratona: ho visto alla partenza tanti diversamente abili a gareggiare insieme a noi cosiddetti abili; ho visto alla partenza Silvia Furlani (udinese come me) partire insieme a me, correre per vincere la gara contro la sclerosi multipla; ho visto diversi ho visto tanti volontari aiciechi correre accompagnati da impagabili guide; ristori e agli incroci; ho visto Emiliano Piola e condiviso con lui un lungo tratto di gara ed ho scoperto che sono stato “complice” del suo PB realizzato nel 2000 a Salsomaggiore; ho visto a Camposampiero tanti bambini con le mani tese a ricevere un cinque come se fosse un giocattolo il giorno di Natale (solo a New York avevo visto di queste scene e lo confesso: mi sono emozionato); ho visto l’Antonio Rossi nazionale che un km prima del traguardo si sbracciava e a gran voce incitava tutti; ho visto tante donne in gara, loro che sono sempre in grandissima minoranza nello sport; ho visto la “marciatrice udinese” Furian Teresa chiudere in 3h51’14" con il suo personale; ho visto Cosetta Benatti e Luisa Passon raggianti per essere riuscite a scendere rispettivamente sotto le 4 e le 5 ore; ho visto Andrea Busato soddisfatto di tornare a scendere sotto le 3 ore e Arnaldo Fantuzzi che nonostante una crisi ha voluto tagliare il traguardo; ho visto e sentito un handy-biker definire “poveri scoppiati” quelli che fanno 4 ore (e allora quelli che hanno fatto 8 ore?); ho visto e conosciuto Roberta Elia (autrice di una prestazione da PB sotte le 3:30’) e tanti altri con i quali ci siamo dati appuntamento alla partenza e soprattutto all’arrivo della 100 km del Passatore; ho visto sulla mia fronte i segni della bandana che copriva la mia testa, nei confronti della fronte rimasta scoperta e abbronzata dal sole; ho visto due giovani ragazzi (fidanzati) stravolti ma felici in autobus per aver corso-camminato la loro prima maratona in sei ore, ai quali ho detto che nella prossima miglioreranno sicuramente; ho visto sul mio cronometro il tempo finale 2h44’15" (passaggio alla mezza in 1h21’16"); ho visto me stesso sul primo gradino del podio del Campionato Italiano Medici/paramedici applaudito da tre amici fermatisi apposta per applaudirmi; ho rivisto Silvia Furlani all’arrivo dopo 7 ore e 50 minuti giungere a mani alzate vincitrice ancora una volta contro la sfortuna (che donna!!!) alla quale non ho potuto fare a meno di stringere la mano.
Voglio dedicare questa gara tutta per intero alla memoria di una podista udinese Valentina Todero della mia età, grande appassionata della corsa, che prematuramente è stata strappata alla vita da un aneurisma cerebrale e che già era stata provata da altri problemi di salute che aveva affrontato con grande coraggio.
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