Per il secondo anno consecutivo affronto la
NOVECOLLI, la gran fondo di ciclismo che già lo scorso anno mi aveva visto protagonista sulle salite dell'Appennino Romagnolo. Anche quest'anno sono in ottima compagnia di amici dell'UdineTriathlon (Monica, Denis, Michele ed Elena) e di altri ciclisti alcuni dei quali all'esordio, altri già rodati. Come noto ci sono due percorsi, uno breve da 130 km con 5 colli e il percorso classico da 205 km con NOVE colli da scalare e dislivello complessivo di 3800 m circa.
Sono molto più tranquillo dello scorso anno perchè conosco il percorso ma soprattutto perchè sono decisamente più preparato almeno dal punto di vista della tenuta anche se non ho fatto tanta salita.
Tanto per non farci mancare nulla il sabato pomeriggio ci giriamo l'Expo scoprendo dei "pezzi di tecnologia" veramente impressionanti...bici stratosferiche per quelle che sono le mie possibilità. Poi Denis esprime la necessità di "muover le gambe" e così ci esprimiamo su un progressivo di corsa di 10 km niente male.
Cena carboidratica e luppolosa e tutti a nanna. Sveglia puntata alle 4.30 ma alle 4.05 una forte scossa di
terremoto ci sveglia...tensione e attesa.
Ci disponiamo nelle griglie...a me tocca la rosa in compagnia di Monica, Beppo, Michele, Elena e Gianpiero.
I primi 28 km scorrono in piano, la velocità è elevata, persino troppo per i miei gusti essendo le mie gambe di risveglio lento. I sorpassi sono numerosi e non è facile rimanere nello stesso gruppetto, poco male tanto comunque la prima salita farà selezione e comunque le strade con gli amici si divideranno. Non ho accordi definitivi di affrontare la gara in compagnia ma ho pochi dubbi su quello che sarà "il mio destino".
Si affronta il primo colle, POLENTA che ci vede ancora intruppati ma per fortuna si riesce a pedalare evitando le brutte soste dello scorso anno. Salgo su con rapporto duretto...voglio tenermi mentalmente in tensione per affrontare le salite più dure con maggiore tranquillità.
Segue una breve discesa seguita da un bel falsopiano dove si costituisce la triade (Beppo, Monica, Antonio) che procederà fino al Barbotto.
Saliamo alla Pieve di Rivoschio e al Ciola senza grosse difficoltà, il gruppo comincia a sgranarsi, il tempo è nuvoloso ma ogni tanto il sole fa capolino. Nulla da confrontare con il caldo e il sole "scottante" dello scorso anno.
Al ristoro il gruppetto si ricompone, facciamo incetta di crostate, panini, fruttini ( a proposito sono ottimi come rifornimento in gara e anche molto gustosi), non risparmiamo anche sulla coca cola. Poi mentre Michele "svanisce in un cesso chimico" ci avventuriamo lungo la ripida discesa.
C'è il Barbotto che ci aspetta, è considerata la salita più da temere per la sua pendenza massima da spavento...ma si tratta solo di meno di un km. A mio parere è assolutamente fattibile e considero eccessivo che tanti scendano dalla bici e scelgano di farla di passo. Salgo con relativa facilità, riesco pure a non pedalare sull'ultimo rapporto. In cima lo speaker Mutton scalda l'ambiente.
Qualche minuto di attesa e sopraggiunge anche Monica sul cui volto ancora non c'è segno di stanchezza. La discesa divide di nuovo le nostre strade...frena in continuazione, io invece mi lascio andare senza esagerare.
Al termine della discesa c'è il bivio che separa i due percorsi, naturalmente nessun dubbio...se sono qui non c'è alternativa la via più lunga e più ardua è quella da scegliere. Mi fermo al ristoro e faccio scorta di coca...la distrazione mi fa perdere il passaggio di Monica, Beppo intanto ha scelto la via breve. Il solo a proseguire per i 205 oltre a noi due è Denis che chiaramente è molto più avanti.
Provo a contattare Monica senza risultato, riprendo per la mia strada incerto se sia ancora dietro oppure mi abbia superato, se così fosse conto di raggiungerla in qualche dicsesa. Lontanamente mi sfiora l'idea che possa aver scelto la 130 ma è un dubbio veramente che dura meno di un attimo.
Mentre scalo il colle numero 5, Monte Tiffi squilla il cellulare, Monica mi attende in cima, in pochi minuti "la coppia di matti" è ricomposta e si può andare alla conquista degli altri 4 colli residui.
Intanto nuvole minacciose incombono, qualche goccia di pioggia ci bagna, lungo le discese fa decisamente freddo ed inizia il rito di vestizione e svestizione ad ogni salita-discesa.
La salita Perticara è lunga seppur non molto impegnativa, si riesce ad ammirare dei bei panorami nonostante il cielo coperto. Sono ancora in ottima condizione. lungo le salite mi stacco e spesso mi fermo ad attendere Monica.
Quando mancano 70 km al traguardo inizia "la nenia dei lamenti": HO FREDDO, CHE DUE PALLE, SONO STUFA...
Naturalmente dopo tanti anni di corse assieme so che si tratta solo di sfoghi verbali...anche se 70 km saranno veramente lunghi.
Scolliniamo anche l'ottavo colle, si tratta del Passo delle Siepi al quale segue un falsopiano in discesa abbastanza lungo. La strada è bagnata, è larga e tranquilla, molto simile al percorso che affronteremo all'IRONMAN in Austria, decido allora di pormi in testa ad un gruppetto. Tiro, tiro a tutta per oltre 10 km a velocità che poche volte raggiungo. Stando avanti evito di beccare molti schizzi ed inoltre questa facilità nel pedalare mi esalta perchè non immaginavo che così fosse dopo 150 km.
Ci rimane ormai solo il Gorolo da scalare che io alla luce delle due esperienze continuo a considerare la fatica più ardua della NOVECOLLI. Quasi 300 m di dislivello con 170 km nelle gambe possono diventare insidiosi ed inoltre con tratti di pendenza veramente consistenti. Salgo in gran scioltezza affiancandomi come avevo fatto anche in altre occasioni ad una ciclista milanese dalla pedalata molto spedita. Dalla cima fino a Cesenatico ormai è solo discesa e piano che stimola ad una bella pedalata. Mi pongo con le migliori intenzioni di fare una bella tirata...le gambe stanno benissimo, ne ho veramente ancora tanta.
Ormai l'avventura che anche quest'anno è stata consumata in compagnia è giusto che termini così, cerco solo di riuscire a tagliare il traguardo con un tempo inferiore al precedente nonostante le soste più lunghe ai ristori.
Il rettilineo finale sancisce questa nuova vittoria, sorrido, sono felice.
La medaglia al collo e la foto insieme a Monica sigilla l'impresa. Pochi secondi e ci vengono incontro anche gli altri che hanno terminato la gara qualche ora prima.
Il tempo ufficiale dice: 9:41:03, quello netto del mio Garmin 8:47
Non so quando sarà, forse il prossimo anno, ma ho voglia di riaffrontare questa avventura con l'obiettivo di ottenere la migliore performance possibile...i margini sono molto ampi.
A tutti gli amici che mi hanno chiesto posso solo confermare che si tratta di una esperienza che vale la pena vivere.