Nel 2003 partecipai alla prima edizione della Maratonina di Palmanova, una invenzione di Cesare Ballaben, era tutto un po' aleatorio ma l'idea era geniale. Portare al centro del Friuli una gara a fine stagione che fosse semplice, senza grossi fronzoli, senza campioni. Offrire servizi a poco prezzo senza clamore.
Oggi ho partecipato all'ottava edizione, quell'organizzazione è ormai un ricordo; si tratta di una macchina che funziona perfettamente, che migliora ogni anno. Lo spirito è rimasto lo stesso: una occasione per correre tra amici su un percorso veloce, in tranquillità su un percorso completamente chiuso al traffico senza pubblico ma anche senza scocciatori agli incroci; tutti i servizi offerti al meglio e finalmente con una cornice alla partenza e all'arrivo che anni fa avevo auspicato in un mio scritto. Ora cari organizzatori è dura migliorare ancora.
Il risultato di tutto ciò sta nei numeri: podisti da tutta la regione, dalle regioni vicine e dalla Slovenia che fanno della Maratonina di Palmanova di gran lunga la più importante (come numero di arrivati) in regione e una delle migliori in Italia.
- Palmanova 2337 arrivati
- Trieste 1869
- Udine 1332
La mia gara.
Era segnato da tempo il mio compitino per questa edizione: "leprare" la mia amica Monica per cercare di abbattere il muro dell' 1:30.
Sarebbe stato sicuramente una formalità per me se non fosse intervenuta la maledetta chiappa a ripresentare il conto. Domenica scorsa avevo interrotto l'allenamento zoppicando, nella settimana completo riposo ed oggi partenza alla cieca solo con la speranza addosso.
Le previsioni meteo erano disastrose invece il Fato ci regala una giornata ideale per tentare l'impresa, la tensione sale nell'attesa della partenza nonostante uno spiacevole episodio. Raccomando a Monica determinazione conscio che la nostra non sarà gara solitaria, al nostro fianco altri amici dell'UdineTriathlon del quale oggi vesto la maglia. Ci sarà il giovane Luca, Andrea che tenta anche lui di abbattere il muretto dell'ora e mezza e tantissimi altri alle nostre spalle. Altri amici si pongono al nostro fianco. Sin dai primi km avverto il fastidio alla zona sofferente che si irradia a tutta la gamba, inutile nasconderlo: zoppico. Ci vuole tutta la forza di volontà per andare avanti, stringo i denti. Il ritmo è impostato bene, ci sono i pace-maker ufficiali (Fabio e Dennis) a scandircelo.
Dopo 4 km ho un momento di cedimento ed invito gli amici a seguire i pace-maker, io non sono sicuro di essere affidabile; nel giro di poche centinaia di metri li vedo allontanarsi.
Per alcuni minuti sono incerto se ritirarmi o attendere che la gamba sia ancora più calda per portare comunque a termine la gara. Il concitamento del ristoro mi permette di riavvicinarmi; ritrovo fiducia e mi pongo al fianco di Monica, corre come al solito concentrata e con lo sguardo spesso a terra, la conosco, inutile tentare di correggere.
All'8° km siamo già in vantaggio sulla media, siamo in aperta campagna, sono pochi quelli che hanno voglia di scherzare, il ritmo è perfettamente scandito dai pace-maker anche se in alcuni tratti il gruppo numeroso con strade strette rende non fluida la corsa. Nel piatto generale un leggero falsopiano appesantisce lo split, mi accorgo e cerco di prendere in mano la situazione; il falsopiano dura fino al 12° e il vantaggio è quasi tutto consumato.
Monica è provata, me lo comunica, non è abituata su questi ritmi che non proviamo mai in allenamento; so che però non cederà alla distanza e ha voglia di farcela e rabbia sportiva da mettere sulla strada. Alzo il ritmo di un paio di secondi, mi segue alle spalle. Intanto Luca e Andrea sono avanti lanciati. Ogni tanto la invito a non mollare, ad ogni split ho conferma che il PB non può sfuggire (1.31 il precedente). La giornata è fresca, saltiamo anche i ristori. Comincia la nostra risalita, riprendiamo tanti podisti, 3-4 donne. La incito ed insieme a lei tutti quelli che superiamo. Riprendiamo Andrea che però è sempre brillante e sono certo (come è stato) che farà il suo tempo. Soffro da cane, ora non mi fa male solo la chiappa ma tutta la coscia ed anche la parte anteriore della gamba.
Ci sono delle giornate e dei momenti nei quali non è permesso cedere, non posso farlo per me, per il mio orgoglio e perchè voglio raggiungere l'arrivo con la certezza di aver contribuito almeno per un cent al PB di Monica.
Km 18, un rapido calcolo dopo lo split; il PB è certo ora c'è da inseguire il secondo obiettivo: UNDER one hour and half.
Siamo solo una decina di secondi sotto e 3 km sono lunghissimi. Per fortuna ci ritroviamo in mezzo ad un gruppo di donne e scatta la possibilità di risalire posizioni con target da raggiungere. Sono al limite, un paio di volte Monica mi affianca e la vedo pimpante, devo spremermi per starle affianco. Km 19, guadagnamo altri 3 secondi. Km 20 spendo le ultime energie, incito tutti (ma silenziosamente è un invito a me stesso) a non mollare, qualche curva stretta ci fa rallenatare.
Cartello dell'ultimo km, ormai la città stellata è raggiunta, Monica incrementa, mi stacca di un paio di metri, la riprendo. Transitiamo sotto Porta Cividale, c'è solo il rettilineo finale ma lungo.
Mi faccio violenza, DEVO essere al suo fianco per forza. In questo ultimo tratto Monica riesce a tirar giù altri 10'' ed io le tengo il passo.
Transitiamo sul traguardo in 1:29'39''.
Obiettivo raggiunto, la fatica non concede più di un mezzo sorriso e un FIVE.
Attendiamo poco dopo il traguardo l'arrivo di tutti gli amici che si succedono nel giro di pochi minuti. E' festa per molti, sono complimenti per Monica meritatissimi. Andrea arriva felice del risultato, Luca ci ha preceduto firmando un esordio coi fiocchi ed una gestione di gara eccezionale. Terminano raccolti in un fazzoletto tanti amici in canotta giallo-nera dell'UdineTriathlon, c'è anche la sorridentissima Anna.
Andiamo a prendere un thè ma subito vediamo anche l'arrivo a ritmo di PB di Beppo e Gian Piero seguiti da Agnese anche lei raggiante per il nuovo PB.
Ho dimenticato tanti che non me ne vorranno.
La bella felpa arancione sarà il solo ricordo materiale di questa gara, i tempi stabiliti e le sensazioni (anche di male fisico) saranno invece impresse nella mente.