Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






sabato 31 ottobre 2009

Mi sono perso...

Tante volte ho scritto che vorrei perdermi correndo intendendo di poter correre con la mente libera. Oggi mi sono perso sul serio. Mi son ritrovato sulla statale che porta a Buja e per km non ho trovato alcuna strada che mi permettesse di girare ed imboccare la direzione del ritorno. La mia prospettiva di fare solo alcuni km di collinare lento è sfumata. Ho scavalcato il guard rail e dopo un tratto di campagna ho imboccato una strada sterrata. A quel punto non sapevo assolutamente la direzione imboccata. Non che mi importasse molto ormai, avevo intuito che il mio allenamento da corto lento stava per tramutarsi in lungo svelto...il tutto condito dalle colline. Per fortuna dopo un po' di km ad un bivio ho trovato l'indicazione giusta che mi poneva l'alternativa: Moruzzo a sinistra o Pissignano a destra. Pissignano? Mi son detto: vuoi vedere che sono arrivato fino nel Salento dove esiste una frazione che si chiama Pisignano. La direzione ritrovata mi ha anche fatto realizzare, facendo due conti, che sarebbe stata veramente lunga. Ed allora visto che lungo doveva essere perchè non interpretarlo come un buon allenamento? Ci ho dato sotto e sfruttando la leggera pendenza favorevole ho chiuso con un bel crescendo. Risultato finale 21 km a 4'33'' al km di media. Prima di arrivare stamattina ho incrociato Adriano e Cristian seguiti a breve distanza da Anna e Antonella tutti impegnati in un lunghissimo in vista di Firenze. All'avvio sull'ippovia altre due signore (di cui non conosco i nomi) mi hanno comunicato nel km corso insieme che affrontavano un lunghissimo di 32 km anche loro in previsione Firenze. Intanto stasera mi sono portato avanti e mi sono iscritto alla TrevisoMarathon del 14 marzo 2010 visto che scadeva oggi la quota agevolata.

venerdì 30 ottobre 2009

Provocazione accettata

Corsa lenta in compagnia doveva essere stasera, come accade spesso il venerdì sera. Sono giunto al parco prima del solito e mi sono unito a due amici con i quali ho fatto 3 decisamente tranquilli. La comitiva si è pian piano allargata ed il ritmo leggermente salito comunque sopra i 5' al km. Poi è venuto l'angelo di Dio e l'angelo tentatore (chiamatelo come volete) che assume il nome di Adriano. Con lui è difficile andare piano, quante volte abbiamo corso assieme. Ho accettato la sua provocazione sperando che la mia chiappa fosse d'accordo. Prima un giro di rodaggio. Non ci siamo detti nulla. Sapevo dove andava a parare. La partita era tentare di resistere o desistere da subito? Dopo circa 10 km di riscaldamento il 1° giro veloce segna 4'15''. Bene sono contento, lo tengo con facilità e mi dico che questo è il ritmo al quale aspiro per Firenze per scendere di nuovo finalmente sotto le 3 ore. Dico ad Adriano che così va bene, meglio non aumentare, mi accorgo subito che invece la corsa va in progressione: 4'05'' nel 2° giro. Acc! ma così scoppio. Gli sto al fianco...l'orgoglio mi impone di non cedere. 3° giro...siamo ormai sotto i 4' al km. Ah povera la mia chiappa, ma ora è in anestesia, non la sento. Doppiamo gli amici che hanno deciso l'allenamento lento: c'è Monica che ancora viaggia su una nuvoletta per il PB di Venezia, insieme a lei Anna e Stefano anche loro reduci dalla Maratona. Split del terzo giro, mi dico: "Ora Adriano si ferma" ed invece no tira dritto. Cavolo, ma se tira dritto aumenterà ancora. A metà giro del Parco non riesco più a stargli accanto, mi accodo, tento di non perdere il passo, respiro a difficoltà. Gli rimango in scia, terminiamo il quarto giro a 3'50''. Complessivamente 6,5 km poco sopra i 4' al km. Direi niente male per una serata che doveva essere di recupero. Il giro finale di nuovo tutti assieme è un piacere. Alla prossima caro amico Adriano e speriamo di tornare presto a poter correre assieme in condizioni di efficienza ottimali.

giovedì 29 ottobre 2009

Venice Marathon - Le foto

Alcune foto della VeniceMarathon 2009:

Collinare a casaccio

Collinare a casaccio lo definirei l'allenamento di stamattina. Splendida giornata di sole, voglia di correre senza meta, perdersi, smarrire la strada, ritrovarsi stanchi e felici di aver speso energie e con le batterie cariche per continuare la giornata. Un elemento ho aggiunto: mi sono portato dietro la digitale per provare ad immortalare qualche istantanea dei colori dell'autunno della collina friulana. Ho scelto la zona di Moruzzo per la mia uscita, una zona che conosco molto bene ma che non finisco mai di scoprire ed infatti anche oggi ho trovato qualche strada nuova. Nonostante la digitale e gli inevitabili rallentamenti per scattare ne è venuto fuori un ottimo allenamento di oltre 16 km condotto alla media finale di 4'28'' al km. Ad un certo punto un cane minaccioso mi ha abbaiato ed ha accennato ad inseguirmi, quando ha visto che ero inoffensivo ha deciso di accompagnarmi per oltre un km. Nella parte finale, nel bosco, lungo un sentiero ho trovato una scolaresca "in esplorazione" e ne ho approfittato per farmi fare una foto. La Maratona di Venezia non ha lasciato alcun segno nelle mie gambe, paradossalmente è venuta fuori la consapevolezza che forse a breve si potrà tornare sugli standard di sempre. A questo link o sull'immagine al lato le 40 foto "colorate" che ho scattato.

Domenica la FAEDIS-CANEBOLA

Come tradizione all'inizio d'autunno, in particolare il 1° Novembre torna una delle classiche delle corse in salita friulane: la FAEDIS-CANEBOLA. Una ottima occasione per ritrovare tanti amici per affrontare insieme (ma non necessariamente) la fatica dei 7 km di salita. Nel volantino sottostante tutte le informazioni utili.

mercoledì 28 ottobre 2009

Un po' di qualità

Troppo belle queste giornate di fine ottobre per non uscire a correre nonostante le gambe reclamino riposo dopo la fatica di domenica. Oggi per sfuggire alla possibilità di fermarmi troppo presto ho scelto di fare il CLT (trasformazione del lungo) inserendo nel mio Garmin 16 variazioni di 300 m seguite da 2'20'' di recupero a velocità discreta...al quale sommare riscaldamento e defaticamento. Per allungare "il brodo" sono andato dall'ippovia allontanandomi un bel po', alla fine ne sono usciti quasi 22 km alla media di 4'25'' al km. Sensazioni stupende durante la corsa lungo l'ippovia, l'autunno mi ha avvolto e neanche la stanchezza è riuscita a vincermi.

martedì 27 ottobre 2009

Collinare in progressione

Oggi giornata di sole incredibile, da godere appieno. Uscita per un collinare di circa un'ora con salita nella prima parte e percorso agevole nella seconda.
I colori dell'autunno sono splendidi in questi giorni, non ho voluto portare con me neanche l'Ipod per poter essere immerso pienamente nella natura. Il fastidio alla chiappa sempre incombente mi ha dato un po' di tregua e così ho potuto lasciare andare le gambe mentre la testa vagava in pensieri "molto impegnativi". Qualcuno mi ha detto che sta riflettendo su se stesso e forse non sarebbe male se anche io mi prendessi qualche momento per riflettere sul mio stato...o forse è meglio cogliere l'attimo e non alzare la testa per vedere l'orizzonte.

VeniceMarathon - Il racconto

Se si crede in un sogno si deve far di tutto per perseguirlo altrimenti è certo che non si avvererà. Se la realizzazione di questo sogno dipende solo dalla nostra volontà e dalle proprie forze è un conto, quando invece subentrano terzi la complessità aumenta. In questa situazione mi sono trovato alla vigilia della VeniceMarathon 2009. Conosco Monica dal 2003, podisticamente è un talento delle lunghe distanze, a volte ci si chiede se sia un’atleta o una macchina da corsa, tanto è regolare e tenace nell’affrontare gli impegni. Tanto talento e caparbietà mi hanno fatto credere in lei sin da subito come maratoneta ed è stato grande onore accompagnarla più volte negli allenamenti (in particolare i lunghi) ma soprattutto in diverse occasioni nella gara stessa. All’esordio a Venezia 2004 dove concluse in 3.21, l’anno successivo sempre a Venezia quando si migliorò fino a 3.16 e poi in un’altra occasione a Trieste. I problemi fisici che l’hanno allontanata dalle gare hanno interrotto quel miglioramento; in cuor mio sapevo che le sue potenzialità erano ancora tante. Detto questo ho stimolato fortemente la sua partecipazione alla VeniceMarathon 2009 convinto che con l’allenamento fatto potesse correre forte, ha tentennato fino all’ultimo forse poco convinta di tornare efficiente così in fretta o chissà per quale altro motivo. Venezia evidentemente è la sua Maratona, difficoltosa ma affascinante; piatta ma comunque impegnativa in particolare nella seconda parte, capace di esaltare quindi le caratteristiche dei “maratoneti veri” quelli che la gara la cominciano dopo la mezza. Nelle ultime edizioni ci sono stati notevoli passi in avanti dal punto di vista organizzativo, gli spazi dell’Expo sono diventati più ampi, la partenza dinanzi a Villa Pisani a Strà ha messo a disposizione una area abbastanza ampia, qualcosa si potrebbe ancora migliorare nel deposito bagagli ed in uno spogliatoio più grande. Il fascino della riviera del Brenta rimane sempre tale, gli attraversamenti dei numerosi paesi rende la gara vivace anche se in questa edizione l’entusiasmo del pubblico era freddino. Gli ultimi km, quando compare il cartello con la scritta che indica 14 ponti all’arrivo, conservano il fascino che solo una città come Venezia sa offrire; due km di sofferenza ma anche di godimento; l’ultimo km poi è il trionfo di pubblico che ti accompagna verso il sospirato traguardo. L’organizzazione pienamente all’altezza con un appunto sul riconoscimento finale: la medaglia ricordo fa pena, è veramente brutta a giudizio unanime. Ritornando al tema iniziale nell’ultima settimana ho concordato che avrei accompagnato Monica con l’obiettivo di avvicinare il suo PB, almeno questa era l’idea palesata. Già nelle gabbie di partenza alcuni amici mi avevano chiesto il ritmo che intendevo condurre ed avevano deciso di accodarsi, altri se ne sono aggiunti lungo il percorso. Partenza senza intoppi, pochi secondi per attraversare il tappetto per il rilevamento del tempo alla partenza, strada subito ampia e possibilità di scandire subito il ritmo giusto. Calibro il ritmo sui 4’34’’ al km leggermente più veloce di quello che avevo dichiarato alla partenza e a Monica stessa ma facendolo passare come difficoltà di sincronia, in cuor mio cominciavo a costruire il sogno. Poche chiacchere, testa bassa e correre per Monica, io intento invece ad incitare il pubblico e discorrere con qualche amico che ci affiancava. Split al 10° km 4’34’’, split al 15° in 4’34’’, split alla mezza in 4’34’’ con passaggio in 1.36’02’’. Forse comincia a palesarsi il mio bluff, Monica teme un crollo, la sto tirando sul filo del rasoio, sta correndo al massimo e abbiamo ancora 21 km davanti a noi con le difficoltà tutte da affrontare. In maratona, so bene però che la cosa più importante è la regolarità, la ricerca di ottimizzare al massimo la spesa di energie, ad ogni ristoro le passo la bottiglia evitandole qualsiasi spreco di energia, sono sempre al fianco e sposto gli altri podisti in modo che possa scegliere sempre la migliore traiettoria. Lei ci mette le gambe e la testa, la testa che costantemente reclinata verso il basso alla ricerca di una sorta di estraniazione che le permetta solo di correre. Split al 25° in 4’34’’.Giungiamo nel Parco San Giuliano, ci sono le prime difficoltà: qualche saliscendi, il ponte di accesso. Oltre alle difficoltà c’è anche la fantastica visione del serpentone di podisti che si snoda nel verde, molto fascinoso, accattivante per alcuni straziante per chi comincia ad andare in crisi. Intravediamo il nostro amico Renato in crisi, il fastidio alla chiappa si fa sentire, quando lo sorpassiamo ci scambiamo incitamenti. Split al 30° in 4’34’’. Ora ci attende un tratto difficoltoso con un ponte in salita e poi il lunghissimo, infinito Ponte della Libertà. Comincio a far di conto e comunico a Monica che il PB è a portata di mano, basta procedere di conserva. Un km di rallentamento poi riprende il ritmo alla grande, i sorpassi si susseguono numerosi, alla fine nella seconda parte di maratona saranno stati 300. Split al 35° in 4’35’’ di media una flassione quasi impalpabile, il mio Garmin intanto è andato in palla, sono costretto a chiedere i tempi e far di conto a mente, mi bastano le gambe per sentire il ritmo da tenere, indispensabile invece ascoltare il respiro di Monica che ora invece è appesantito. Inizio l’incoraggiamento a suo di parole, di “Forza”, e tutto quello che la può tirare su. Ora il suo sguardo è sempre puntato sulla strada, la fatica le segna il viso ma le gambe continuano a spingere, il sogno assume i contorni sempre più delineati della concretezza, quando entriamo in Venezia le comunico che il 3:15’ è acquisito ma si può mirare al colpaccio. Ultimo ristoro al 39° le passo la mia pastiglietta di Enervit GT la bottiglietta d’acqua e inizia lo stillicidio dei ponti. In salita soffre ma nella successiva discesa riprende il ritmo e si rilancia, avverto che la mia paura di un cedimento rimarrà tale senza concretizzarsi. Ora il mio entusiasmo è alle stelle, neanche la notizia di un accenno di crampo mi frena, le comunico che si può fare 13 (3 ore e 13 minuti) ma che bisogna correre. Non so se Monica corre per la voglia di conquistare quel tempo o solo alla ricerca del traguardo che possa mettere fine alla sofferenza, questo è uno degli interrogativi che coglie quasi tutti i maratoneti nel finale. Ai lati della strada molti scandiscono il mio nome impresso sulla maglietta, io incito Monica per nome che viene ripetuto da diverse persone ai lati della strada. Dinanzi a noi ci sono due podiste, invito Monica ad andarle a prendere, l’ultimo stimolo per incrementare. Sull’ultimo ponte il cambio, quel cambio che le ho sempre rimproverato di non avere viene fuori, il cambio che le consente di scavalcare quattro podisti in un colpo solo. Il cronometro lì davanti a noi scatta sulle 3 ore e 13 ma lo spazio da percorrere è troppo breve perché l’obiettivo ci sfugga. Quando mancano pochi metri all’arrivo le prendo il braccio e lo alzo, transitiamo in questo modo sotto il traguardo in 3.13’23’’. Monica ha speso l’ultima energia sul traguardo, è sfinita, le rubo un abbraccio come segnale che il mio piccolo sogno si è avverato, ha migliorato il suo PB di ben 3’ e mezzo al di là di ogni più rosea aspettativa.
Questo tempo è tutto suo, è la rivincità sulle sfortune e gli incidenti di questi ultimi anni; ci ha messo le gambe, ci ha messo la testa, non ha risparmiato nessuna energia ne può andare fiera. Da parte mia ho vissuto uno dei più bei momenti del mio trascorso podistico, ho fatto solo da pace-maker nel vero senso della parola, scandire il tempo a 4’34’’ al km per tutta la gara. Ho creduto in questo sogno, sono certo che senza la “mia piccola follia” quel tempo non lo avrebbe mai realizzato perché non lo avrebbe tentato. Il dopogara si trascorre nell’attesa degli amici che giungono al traguardo: qualcuno soddisfatto, altri meno. Ognuno comunque porta a casa una nuova esperienza, una nuova maratona nel proprio curriculum. Anche io incamero la mia 158 maratona, non rimarrà sicuramente un numero senza significato, sarà un ricordo indelebile anche se macchiato da un rammarico grande. Il mio entusiasmo forse meritava un po’ di più di due sterili parole inviate via sms, purtroppo ognuno esterna a modo suo le proprie sensazioni e merita di essere rispettato.

domenica 25 ottobre 2009

Venice Marathon flash

Pace maker per Monica che migliora di ben 3' 30'' il suo PB. Sono veramente soddisfatto del lavoro svolto. 3:13'23'' il tempo finale, 25^ posizione assoluta e 13^ delle italiane.

venerdì 23 ottobre 2009

VeniceMarathon - L'attesa

Tra 48 ore la VeniceMarathon sarà ormai conclusa, probabilmente dinanzi ad una sana birra staremo discutendo delle nostre performance, della crisi vissuta a quel tal km o dei saluti ricevuti lungo il percorso. Ora è il momento dei pensieri a-priori, delle attese, degli auspici.
  1. Innanzitutto la cosa più importante sarebbe una bella giornata di sole con poca umidità che sarebbe di conforto sia per il fisico che per l'animo;
  2. riuscire a giungere in zona partenza in orario per poter espletare la vestizione e le altre "prodedure" con calma;
  3. riuscire a collocarsi in griglia in buona posizione;
  4. partire senza sbagliare ritmo;
  5. correre in tranquillità;
  6. giunti in Venezia trovare lo stimolo negli applausi del pubblico per incrementare;
  7. arrivare sorridenti al traguardo.
In questa occasione la mia sarà l'ennesima esperienza da pace-maker; accompagnatore personale sarebbe meglio dire, avrò al fianco Monica "la mia allieva pupilla" che dopo tante vicissitudini ritenta la maratona con buone prospettive, secondo me, di finire veramente bene. Imposterò un ritmo di 4'40'' al km e cercherò di tenerlo fino alla fine. Non si tratta della prima esperienza, diverse volte ho svolto questo compito ufficialmente a Treviso, Padova, Torino, Reggio Emilia; l'esperienza da pace-maker personale invece è stata con Monica già due volte a Venezia, a Milano con Valentina, a Roma con Marilena. In tutte le occasioni i risultati sono stati ottimi ma soprattutto splendido è stato lo spirito e la soddisfazione di concludere l'esperienza con belle sensazioni che non dimenticherò mai. Di seguito inserisco i link dell'esperienza di
  1. Venezia 2005 con Monica;
  2. Venezia 2006 con Monica;
  3. Milano 2006 con Valentina.

martedì 20 ottobre 2009

Variazioni + riflessioni CormorUltra

Voglia di cambiare allenamento, ricerca di stimoli nuovi per rifuggire la noia dell'allenamento in solitudine, necessità di fare in fretta per mancanza di tempo. Con questi ingredienti ho rispolverato il vecchio CLT che su Correre di 15 anni fa veniva definito "Trasformazione del Lungo" che consiste in una corsa lenta (ma non troppo) intervallata da stimoli brevi di corsa massimale. Nella sostanza dopo 3 km circa di riscaldamento ho fatto: 16 variazioni di 40'' di corsa veloce a 3'30'' al km seguita da 2'20'' di recupero a 4'25''-4'30''.
Il tempo passa in questo modo molto velocemente e di solito viene fuori un allenamento che anche sulla media complessiva si presenta molto bene: nella fattispecie 14,7 km a 4'17'' al km. Peccato che il mio Garmin abbia fatto le bizze riguardo alla FC perchè aveva le batterie quasi scariche. Intanto stasera mi sono portato avanti il lavoro per dicembre. CormorUltra: poche riflessioni. E' un vero peccato che questa bella manifestazione organizzata su un bel tracciato (almeno così mi è stato riferito) non riesca a decollare come si deve. Non mi si venga a dire che 70 concorrenti sulle due distanze siano soddisfacenti. Continuo a pensare che la vera ragione di questo scarso appeal sia la collocazione nel calendario. E' "illogico" sperare di avere podisti che si cimentino sulle lunghe distanze la settimana prima della Maratona di Venezia che, nel bene e nel male, è la Maratona dei friulani. Ecco la classifica relativa alla 36 km
E la classifica relativa alla 68 km

lunedì 19 ottobre 2009

Corsa senza meta

Stamattina avevo voglia di correre, la giornata seppur fredda era luminosissima; un peccato perdere una siffatta occasione. La mia voglia oltre di muovere le gambe era anche voglia di andare a ruota libera, di uscire dal solito giro del parco di perdermi per strade conosciute e ignote e solo dopo alcuni km riprendere la direzione del ritorno. Non era da meno lo stimolo di affrontare qualche saliscendi per rompere il ritmo...e non da ultimo lasciarmi accerchiare dalla natura, essere immerso in essa. La scelta è caduta per la zona di Pagnacco dove tutte queste caratteristiche non mancano.
Partenza dall'ippovia e subito dopo un km impennata con 500 m di salita ripida seguita da diversi km di saliscendi in gran parte percorsi su sterrato e seguendo una bella ciclabile. Avevo voglia di perdermi e ci sono riuscito due volte andando a prendere strade rurali senza uscita, poco male. Ogni volta che mi sono trovato davanti ad un bivio ho scelto la strada più difficile, quella che mostrava le maggiori incognite, che gusto c'è a percorrere sempre vie note...se si sbaglia si torna indietro (se si può) e si riprende la ricerca. La ricerca mi ha portato appunto ad individuare questa ciclabile che prossimamente mi riprometto di percorrere anche in mtb e soprattutto vedere dove va a finire. La parte finale tutta in leggera discesa ha agevolato la mia innata voglia di finire in crescendo; complessivamente 14 km a 4'37'' di media che non sono male per il mio attuale stato fisico e tenuto conto dei saliscendi.

domenica 18 ottobre 2009

21 km e CormorUltra da spettatore

Programma rispettato in pieno, fastidio al gluteo sempre presente ma rispettosamente controllato. 21,5 km in compagnia di Monica, una parte nel parco, il resto sull'ippovia. Partenza alquanto lenta poi si è preso il passo giusto sui 4'40'' al km, dopo il giro di boa leggero incremento che nel finale è diventato ancora più accentuato fino a riscontrare 4'40'' al km di media.
Subito dopo a Marano Lagunare per assistere alle fasi finali della CormorUltra. Gara alla quale non ho mai partecipato che si sviluppa sui 68 km con partenza da Buja e gara alternativa di 36 km con partenza da Pazzuolo. La gara breve è appannaggio di Luca Pascolo mentre la lunga se la aggiudica Paolo Massarenti.

Settimana di recupero

Dopo lo sciagurato incidente di Monaco era necessario il riposo per sperare in un recupero svelto; lunedì assolutamente fermo anche perchè non sarei stato in condizione di fare molto. Martedì una bella seduta in piscina di circa un'ora dove ho scaricato le mie energie in modo eccelso (per i miei standard) stabilendo il mio PB sui 2000 m ma soprattutto percependo un senso di facilità nello stare in acqua che mi è nuovo. Mercoledì una trentina di km in bici da corsa tanto per far girare le gambe; giovedì mattina visita e manipolazione dal fisioterapista che mi ha "ordinato" di andare a correre. Facile a dirsi, un po' meno a farsi. Ho provato e le sensazioni erano pessime soprattutto mentalmente, corsa contratta, sensazione di zoppicare. Risultato 4 miseri km. Venerdì allenamento con gli amici al parco, partendo piano e aumentando progressivamente fino ad un ritmo gradevole, le gambe sembrano andare meglio anche se non del tutto "libere", sento ancora qualcosa al gluteo. Al termine il fedele Garmin segna 11,5 km a 4'44'' di media: chi si accontenta gode. Sabato mattina altra seduta in piscina: 1500 m in scioltezza ma a gran ritmo. I risultati che non ti aspetti. Di passaggio PB sui 750 m (meglio del tempo nel Triathlon Sprint di Udine); PB sui 1000 e PB sui 1500. Ho dovuto smettere perchè dovevo andare a lavorare ma non avevo speso tutte le energie. Per domenica (oggi) mattina avevo in programma un paio di ore di corsa lenta ma sono le 02.00 e sono ancora al lavoro...la vedo male domattina. Venezia si avvicina e la voglia di Maratona aumenta...ma con prudenza Antonio. Tanto quest'autunno s'è capito che si deve raccogliere solo qualche briciola.

mercoledì 14 ottobre 2009

Riposo attivo

Nuovo infortunio e nuovo periodo di riposo attivo. Ieri bella seduta in piscina con il proposito di fare almeno 45' divisi in tre frazioni; dopo un quarto d'ora invece mi sentivo bene ed ho quindi continuato senza soluzione di continuità per 80 vasche (da 25 m a Feletto) per complessivi 2000 m che ho nuotato in 56'15'' che rappresenta anche il mio miglior risultato su questa distanza. A tratti ho nuotato veramente rilassato e a mio agio e questo succede molto raramente.

Oggi invece nonostante il freddo sono uscito in bici da corsa per un'oretta ed ho fatto 30 km. Domani mattina presto incontro col fisioterapista che spero mi chiarisca le idee e mi dia qualche dritta: Venezia si avvicina.

Maratonina di Buja - 8 Dicembre 2009

‘…Buja è una grossa terra sperperata qua’ e la’ a borghicciuoli, a crocchi di case, a contrade fra sette colline…’.
In questo luogo si correrà il prossimo 8 Dicembre la X^ edizione della Maratonina di Buja la cui esatta denominazione è: %%%%%
SULLE STRADE DI IPPOLITO NIEVO
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Su queste basi l’approccio a questa gara deve essere per forza di cose giocoso, senza mire cronometriche, deve prevalere il godimento del paesaggio. E’ molto suggestivo seguire il percorso del torrente Cormor quasi dalla sua sorgente lungo l’ippovia che lo fiancheggia, questa strada aperta da alcuni anni ha reso percorribile per km l'argine del fiume, potendo godere del bel paesaggio e qua e là alzando lo sguardo ritrovare l’orientamento prendendo come punti di riferimento le montagne che chi ergono non lontane o come dice sempre il poeta ‘…che guai a chi vi s’avventura senza aver d’occhio il campanile, o il cocuzzolo del Monte Canino o la Stella Polare’.
Tutti coloro che a fine stagione vogliano fare una mezza "senza pretese cronometriche" e comunque non considerano secondario lo scenario naturale di una buona corsa nella natura non possono perdere quest'occasione.
Informazioni più dettagliate si possono trovare sul sito dell'Atletica Buja.

lunedì 12 ottobre 2009

Munchen: Questa maratona non s'ha da fare!

Or bene disse il bravo in tono solenne di comando, QUESTA MARATONA NON S'HA DA FARE. Don Rodrigo aveva deciso, i bravi avevano eseguito il comando e a Don Abbondio mestamente non rimaneva che subire. Il Don Abbondio in questione sono stato io, il luogo non quel ramo del lago di Como che volge a Mezzogiorno ma il laghetto all'interno dell'Olimpiastadion di Monaco. L'elemento scatenante non la mano di Lucia Mondella ma una foto con delle oche che si erano posizionate in cima ad una collinetta, 2500 anni fa le oche del Campidoglio salvarono Roma dall'assalto dei Galli, questa volta le oche dell'Olimpiapark mi hanno fregato come un "pollo".Ecco come si può perdere una maratona appena un quarto d'ora dopo essersi iscritti: una scivolata, la gamba che va per i fatti suoi, una fitta fortissima che colpisce come un fulmine e si scarica dal gluteo fino al polpaccio destro (lo stesso gluteo dei problemi di un mese fa).Quante volte ho detto ai miei amici che nelle ultime due settimane di una maratona non bisogna rischiare nulla, bisogna correre poco e fare attenzione alle stupidate ed invece ci sono caduto nella maniera più stupida e clamorosa.La fitta è stata così forte che ho subito realizzato che la mia Munchen Marathon finiva lì in Coubertin Platz, ironia della sorte proprio nel posto dedicato a colui che sosteneva che l'importante è partecipare. Tristezza, scoramento, sensazione di impotenza mi hanno preso ma contemporaneamente la consapevolezza che non potevo rovinare alle persone che mi erano accanto (moglie e figlia) la gioia di un breve weekend all'estero. Ho cercato quindi di godere in modo alternativo questa esperienza nuova, avrei gustato la Munchen Marathon osservando la gara degli altri, dei diversi amici venuti da Udine e di tutti gli oltre 6000 illustri conosciuti che sarebbero stati alla partenza. Nella serata di sabato un amico, Simone, maratoneta di grandi qualità podistiche e umane mi contatta e mi chiede se posso dargli il mio "inutile pettorale", decido di affidargli il mio 6043 certo che me lo avrebbe portato al traguardo con gran onore (non il chip naturalmente in quanto non dovevo essere classificato).L'appuntamento è alla consegna sacche sotto gli spalti dell'Olimpiastadion, vi giungo ben in anticipo, sento la gara, la stessa gara che un anno prima mi aveva visto protagonista accanto a Laura Ursella che avevo accompagnato nel suo esordio in Maratona e conclusa con uno splendido terzo posto assoluto.Consegno la mia sacca a Simone e trascorro qualche minuto con Sabrina e Marco amici milanesi di tante maratone.Incontro gli amici del Cus Udine e diversi altri, gli spalti verdi dello stadio offrono un quadretto niente male, le sensazioni dell'ingresso dalla curva maratona per percorrere i 300 m finali mi fanno venire i brividi; a ritroso rivivo la gara dello scorso anno e quella che quest'anno non correrò. I lunghi e larghissimi viali, i bellissimi km iniziali nel Parco Inglese.La Munchen Marathon è una maratona senza clamore, non ci sono campioni alla partenza, solo umani, amatori (qualcuno di alto livello) e "degustatori" di belle gare; numerosissimi gli italiani.I servizi in questa gara sono di altissimo livello, l'arrivo è da incorniciare, dopo il ritiro della sacca un piccolo sacrificio di qualche centinaio di metri e si può fare la doccia nella piscina olimpica di Monaco 72 e volendo anche una bella nuotata o un tuffo per chi ne avesse le forze.Vivo la "mia gara" in Marienplatz in un punto in cui si riesce a vedere il passaggio al 28° e al 31° km; non lesino incitamenti, per nome agli amici che riconosco, gridando ITALIA a chi ha addosso un simbolo che mi faccia riconoscere il tricolore, poi tanti GO, GO per tutti gli altri e mi esibisco anche in qualche "Suppa" (chissà mai come si scriverà in tedesco?).Quando passa Simone con il mio pettorale addosso lo incito, lui mi saluta, lo speaker va a guardare l'elenco e sancisce il transito di Antonio MARGHIOTTA di Udine, è una piccola pugnalata, anche Giulia (mia figlia) lo sente e scoppia in una fragorosa risata.Attendo gli amici del Cus che transitano uno alla volta, ognuno portando addosso i segni della fatica e della soddisfazione anche se ancora hanno da percorrere un lungo tratto.

Raccolgo i sorrisi di Gianpaolo, di Lucia, di Alessandra; la smorfia di Federico dalla quale capisco che è in crisi, il saluto di Renato Bisaro, di un amico di Buttrio, di uno di Montereale e di molti altri.La mia delusione si affievolisce, ho vissuto comunque questa maratona, in modo alternativo ma pienamente e potete stare certo mio Don Rodrigo il prossimo anno ci sarò alla partenza e se Don Abbondio non vorrà celebrare questo matrimonio mi rivolgerò a Fra Cristoforo. Note a margine ma non secondarie: il mio pettorale è giunto all'arrivo in 2.52' (sulla maglia di Simone), Gianpaolo Amaduzzi termina con il PB di 3.32'58'', Federico colpito da crampi chiude in 3.40', le due donne all'esordio concludono rispettivamente: Lucia in 3.47' e Alessandra in 4.04'. Paolo e Stefano in 3.46' e 3.47'.