Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.
Perle di saggezza
Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuovaEmil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)
vita, corri la Maratona!
Me medesimo in numeri
PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)
un centinaio di MEZZE corse
PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine
cinque 6 ORE
PB 73,096 km (Buttrio 2014)
cinque 100 km (4 Passatore)
PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)
PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza
una 12 ORE
PB 119,571 km 31-08-2014 Passons (UD)
3000
PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)
5000
PB 16'27''
10000
PB 35' 36''
3 VOLTE IRONMAN FINISHER
sabato 31 ottobre 2009
Mi sono perso...
venerdì 30 ottobre 2009
Provocazione accettata
giovedì 29 ottobre 2009
Collinare a casaccio
Domenica la FAEDIS-CANEBOLA
mercoledì 28 ottobre 2009
Un po' di qualità
martedì 27 ottobre 2009
Collinare in progressione
VeniceMarathon - Il racconto
domenica 25 ottobre 2009
Venice Marathon flash
venerdì 23 ottobre 2009
VeniceMarathon - L'attesa
- Innanzitutto la cosa più importante sarebbe una bella giornata di sole con poca umidità che sarebbe di conforto sia per il fisico che per l'animo;
- riuscire a giungere in zona partenza in orario per poter espletare la vestizione e le altre "prodedure" con calma;
- riuscire a collocarsi in griglia in buona posizione;
- partire senza sbagliare ritmo;
- correre in tranquillità;
- giunti in Venezia trovare lo stimolo negli applausi del pubblico per incrementare;
- arrivare sorridenti al traguardo.
- Venezia 2005 con Monica;
- Venezia 2006 con Monica;
- Milano 2006 con Valentina.
martedì 20 ottobre 2009
Variazioni + riflessioni CormorUltra
lunedì 19 ottobre 2009
Corsa senza meta
domenica 18 ottobre 2009
21 km e CormorUltra da spettatore
Settimana di recupero
mercoledì 14 ottobre 2009
Riposo attivo
Maratonina di Buja - 8 Dicembre 2009
‘…Buja è una grossa terra sperperata qua’ e la’ a borghicciuoli, a crocchi di case, a contrade fra sette colline…’.
lunedì 12 ottobre 2009
Munchen: Questa maratona non s'ha da fare!
Or bene disse il bravo in tono solenne di comando, QUESTA MARATONA NON S'HA DA FARE. Don Rodrigo aveva deciso, i bravi avevano eseguito il comando e a Don Abbondio mestamente non rimaneva che subire. Il Don Abbondio in questione sono stato io, il luogo non quel ramo del lago di Como che volge a Mezzogiorno ma il laghetto all'interno dell'Olimpiastadion di Monaco. L'elemento scatenante non la mano di Lucia Mondella ma una foto con delle oche che si erano posizionate in cima ad una collinetta, 2500 anni fa le oche del Campidoglio salvarono Roma dall'assalto dei Galli, questa volta le oche dell'Olimpiapark mi hanno fregato come un "pollo".Ecco come si può perdere una maratona appena un quarto d'ora dopo essersi iscritti: una scivolata, la gamba che va per i fatti suoi, una fitta fortissima che colpisce come un fulmine e si scarica dal gluteo fino al polpaccio destro (lo stesso gluteo dei problemi di un mese fa).Quante volte ho detto ai miei amici che nelle ultime due settimane di una maratona non bisogna rischiare nulla, bisogna correre poco e fare attenzione alle stupidate ed invece ci sono caduto nella maniera più stupida e clamorosa.La fitta è stata così forte che ho subito realizzato che la mia Munchen Marathon finiva lì in Coubertin Platz, ironia della sorte proprio nel posto dedicato a colui che sosteneva che l'importante è partecipare. Tristezza, scoramento, sensazione di impotenza mi hanno preso ma contemporaneamente la consapevolezza che non potevo rovinare alle persone che mi erano accanto (moglie e figlia) la gioia di un breve weekend all'estero. Ho cercato quindi di godere in modo alternativo questa esperienza nuova, avrei gustato la Munchen Marathon osservando la gara degli altri, dei diversi amici venuti da Udine e di tutti gli oltre 6000 illustri conosciuti che sarebbero stati alla partenza. Nella serata di sabato un amico, Simone, maratoneta di grandi qualità podistiche e umane mi contatta e mi chiede se posso dargli il mio "inutile pettorale", decido di affidargli il mio 6043 certo che me lo avrebbe portato al traguardo con gran onore (non il chip naturalmente in quanto non dovevo essere classificato).L'appuntamento è alla consegna sacche sotto gli spalti dell'Olimpiastadion, vi giungo ben in anticipo, sento la gara, la stessa gara che un anno prima mi aveva visto protagonista accanto a Laura Ursella che avevo accompagnato nel suo esordio in Maratona e conclusa con uno splendido terzo posto assoluto.Consegno la mia sacca a Simone e trascorro qualche minuto con Sabrina e Marco amici milanesi di tante maratone.Incontro gli amici del Cus Udine e diversi altri, gli spalti verdi dello stadio offrono un quadretto niente male, le sensazioni dell'ingresso dalla curva maratona per percorrere i 300 m finali mi fanno venire i brividi; a ritroso rivivo la gara dello scorso anno e quella che quest'anno non correrò. I lunghi e larghissimi viali, i bellissimi km iniziali nel Parco Inglese.La Munchen Marathon è una maratona senza clamore, non ci sono campioni alla partenza, solo umani, amatori (qualcuno di alto livello) e "degustatori" di belle gare; numerosissimi gli italiani.I servizi in questa gara sono di altissimo livello, l'arrivo è da incorniciare, dopo il ritiro della sacca un piccolo sacrificio di qualche centinaio di metri e si può fare la doccia nella piscina olimpica di Monaco 72 e volendo anche una bella nuotata o un tuffo per chi ne avesse le forze.Vivo la "mia gara" in Marienplatz in un punto in cui si riesce a vedere il passaggio al 28° e al 31° km; non lesino incitamenti, per nome agli amici che riconosco, gridando ITALIA a chi ha addosso un simbolo che mi faccia riconoscere il tricolore, poi tanti GO, GO per tutti gli altri e mi esibisco anche in qualche "Suppa" (chissà mai come si scriverà in tedesco?).Quando passa Simone con il mio pettorale addosso lo incito, lui mi saluta, lo speaker va a guardare l'elenco e sancisce il transito di Antonio MARGHIOTTA di Udine, è una piccola pugnalata, anche Giulia (mia figlia) lo sente e scoppia in una fragorosa risata.Attendo gli amici del Cus che transitano uno alla volta, ognuno portando addosso i segni della fatica e della soddisfazione anche se ancora hanno da percorrere un lungo tratto.
Raccolgo i sorrisi di Gianpaolo, di Lucia, di Alessandra; la smorfia di Federico dalla quale capisco che è in crisi, il saluto di Renato Bisaro, di un amico di Buttrio, di uno di Montereale e di molti altri.La mia delusione si affievolisce, ho vissuto comunque questa maratona, in modo alternativo ma pienamente e potete stare certo mio Don Rodrigo il prossimo anno ci sarò alla partenza e se Don Abbondio non vorrà celebrare questo matrimonio mi rivolgerò a Fra Cristoforo. Note a margine ma non secondarie: il mio pettorale è giunto all'arrivo in 2.52' (sulla maglia di Simone), Gianpaolo Amaduzzi termina con il PB di 3.32'58'', Federico colpito da crampi chiude in 3.40', le due donne all'esordio concludono rispettivamente: Lucia in 3.47' e Alessandra in 4.04'. Paolo e Stefano in 3.46' e 3.47'.