Me lo ero messo in testa un weekend strong nel quale testare nel giro di 24 ore un lunghissimo in bici seguito a poche ore da una prova sulla maratona.
Sabato mattina ci ritroviamo in 18 per la uscita in bici con gli amici di UdineTriathlon, l'obiettivo è di quelli pesanti, superare i 130. Si procede in
direzione Slovenia dal valico di Vencò, come al solito trovo un po' di difficoltà nei primi km a tenere ritmi elevati, mi pongo in coda cercando di risparmiare tutte le energie possibili. Prima di inboccare la strada per il Bosco romagno che ci presenta la prima piccola difficoltà 5 amici ci lasciano rientrando in direzione Udine. Transitiamo da Vencò, il ritmo è allegro ma sopportabile e in men che non si dica si giunge nei pressi di Dobrovo da dove inizia una bella salita che in alcuni punti presenta pendenze interessanti.
Naturalmente il gruppo si frantuma, cerco di salire con il mio ritmo alternando spinte da seduto a tratti in piedi sui pedali. Questa zona della Slovenia è molto bella, si succedono continui paesini, il terreno non è mai piatto e la primavera comincia a farsi vedere con tutti i suoi colori.
Ad un certo punto dopo Smartno prendiamo a sinistra per una strada che non conosco. Si viaggia in direzione Kobarid (Caporetto) passando per Kanal e Tolmino. Seguiamo il corso dell'Isonzo, la strada è tortuosa ma offre degli scorci davvero bellissimi; il blu del fiume è straordinario e seppure concentrato nella fatica riesco a godermelo appieno.
Il gruppo si spacca ed io rimango proprio in mezzo, avanti i più forti che probabilmente sceglieranno un avariante per allungare, indietro gli altri a tener compagnia ad un amico in leggera difficoltà.
Questa mia è anche una scelta, mi sono posto come obiettivo di cercare di pedalare per un certo numero di km senza stare in scia, faticando in prima persona. Quando ci ricomponiamo e ci avviamo in direzione Caporetto mi pongo in testa e tiro anche io a buona velocità, mai avrei creduto un anno fa di potermi permettere questa cosa.
Caporetto è stata una delle mie prime uscite in Slovenia quando giunsi in Friuli 18 anni fa e quindi ne conservo un gran ricordo, inoltre ci ritornai con mio suocero, grande appassionato di storia e mi tocco la sua lacrima quando andammo a visitare questi luoghi che per lui e per l'Italia erano segni di sofferenza e di sconfitta.
Caporetto in questa occasione è momento di vittoria, sta maturando un ottimo allenamento che diventa pure piacevole dal punto di vista paesaggistico.
Prima di giungere a Pulfero ci ricompattiamo anche con coloro che avevano fatto la variante e il presidente propone un'ulteriore variante che ci porta per una breve ma insidiosa salita.
Siamo ormai a 100 km e considerato che abbiamo quasi raggiunto Cividale bisogna inventarsi qualcosa se voglio raggiungere un "kilometraggio" adeguato. Difatti a 120 km abbandono tutti e scelgo la via che mi porta verso Faedis e Attimis che con il rientro a casa mi porterà a 160 km alla media di 29 km/h in 5:31.
Domenica si parte per la Maratona di Ferrara, in questo porto ho corso o transitato già 11 volte ma conservo bei ricordi (e bei riscontri cronometrici) per cui ritorno sempre con grande piacere.
Al ritiro pettorali trovo un sacco di amici. Affronto la gara con poca tensione ma con gran curiosità e un pizzico di timore sulla reazione delle mie gambe.
Imposto il ritmo poco sotto i 5' al km, il pace-maker delle 3:30 mi è poco alle spalle. Faccio compagnia con Angelo Mastrolia un podista di origine salentina che vive a Modena da una vita e che è uno spirito molto allegro e fa trascorrere i km in modo molto leggero.
Intorno al 12° km accuso un po' la fatica e addirittura sento qualche fastidio ai polpacci come un crampo in divenire, sono costretto a rallentare leggermente assestandomi sui 5 al km. Il transito alla mezza è giusto in 1.45'.
Non nascondo che qualche pensiero negativo è balenato nella mia testa ma facendo riferimento alla mia scorta di esperienza ho stretto i denti e superato l'ostacolo. Dinanzi ho la gara dell'Ironman nella quale non ci sarà tempo per tentennare quindi anche in questa occasione tocca stringere i denti e tirare avanti.
Come al solito dopo la mezza "comincia la discesa" nella mia testa e la gara cambia volto.
Le gambe sembrano rinate, prendo ad andare intorno ai 4'40-4'45 con relativa facilità; sorpasso continuamente, il tracciato non offre grandi attrazioni paesaggistiche ma per fortuna neanche difficoltà, neppure un cavalcavia.
I sorpassi si succedono e questo genera in me un'euforia che è testimoniata dal succedersi degli split che mi propiettano verso un risultato sulla linea della Maratona di Barcellona che avevo affrontato in condizioni di freschezza e riposo.
Gli ultimi km, quando si entra in Ferrara sono esaltanti, chiedo alle mie gambe di concedermi tutto quello che possono ed infatti strappo alcuni intermedi davvero interessanti nel finale. Concludo questa mia 172^ maratona in 3:25'17'' con uno split negativo nella seconda parte di ben 5' ed un tempo che migliora la prestazione di Barcellona.
Sono veramente soddisfatto.