Nel mio piccolo avevo da anni l'aspirazione di circumnavigare il Capo di Santa Maria di Leuca, laddove Punta Ristola segna lo spartiacque tra Adriatico e Ionio. Avrei voluto farlo a piedi con un lungo estivo; l'aspirazione è diventata ancora più grande quando mi sono appassionato al ciclismo.
Qualche mese fa il proposito di partire da casa dei genitori a Lecce e raggiungere la casa estiva dei suoceri a San Pietro in Bevagna in provincia di Taranto, sullo Ionio.
Complessivamente un paio di centinaia di km, una distanza enorme per la mia esperienza ma una scommessa da tentare.
Ho atteso pazientemente che la tramontana lasciasse una tregua e questa mattina mi sono apprestato all'impresa. Partenza alle 7,30, mi avvio subito in direzione mare. La prima tappa è San Cataldo, la spiaggia dei leccesi di una volta; una foto al faro e si va in direzione San Foca, Roca, Torre dell'Orso ma prima un passaggio nell'oasi naturale delle Cesine percorso ideale per gli allenamenti di tanti podisti leccesi.
Straordinario il litorale adriatico, tante calette, tanti posti splendidi; panorami, odori, immagini, sensazioni.
Finalmente si giunge a Otranto, siamo ad un quarto di strada; la fatica non si sente (e ci mancherebbe pure). La costa diventa sempre più scogliosa, inaccessibile se non dal mare. Questo tratto di riviera è tutto un saliscendi, mare a sinistra, pietra e terra arida sulla destra. Nella zona di Santa Cesarea Terme
e Castro tantissimi ulivi coltivati a terrazze che sono uno spettacolo della natura e dell'ingegno umano.
Santa Maria di Leuca segna il punto di svolta e casualmente anche il punto di mezzo del mio percorso; il contachilometri segna 110 km. Mentalmente si inizia la "discesa". La costa cambia conformazione, è molto più piatta, l'entroterra è brullo e incolto ma non con altipiani.
Nel primo tratto il litorale è sabbioso poi ridiventa scoglioso.
Ogni pochi km si succede una località balneare, la gran parte hanno una Torre come simbolo.
Gallipoli è la località più nota da raggiungere ed è inevitabile farci un giro per il centro storico, l'ennesima fontana è un appuntamento per il rifornimento. Ci trovo un triathleta in abbigliamento da nuoto e si discute per qualche minuto, mi ricorda che tra meno di un mese sarò impegnato a Mergozzo nella zona di origine dell'amico.
Ora viaggio in località molto note e le strade le conosco a menadito: Santa Maria al Bagno, Santa Caterina,
Porto Selvaggio, Sant'Isidoro, Porto Cesareo. Sono ormai giunto nel tratto finale e il contachilometri segna 200 km. Le gambe girano ancora bene e mi lancio in un bel finale.
Termino molto più in anticipo del previsto con 217 km e con una buona media nonostante abbia anche fatto tante foto.
Una delle più belle uscite degli ultimi tempi che mi riconcilia con la vita (e non esagero).
5 commenti:
Io credo che queste "imprese", se è vero che fatte in compagnia possono essere più piacevoli, in solitaria ci rendono più consapevoli del gesto sportivo e ci rendono più forti, sia in bicicletta che nella vita di tutti i giorni.
Bravo!
Che bello! Un giorno posso venire anche io?
Leggo solo ora...bellissimo!!! Pensa che un mio sogno è molto simile a quello tuo che hai appena realizzato! Ho sempre sognato di fare un San Cataldo - Leuca e ritorno ma non ho mai avuto il giusto allenamento ne l'attrezzatura adatta (una mountain bike non si addice molto anche se ci sono affezionatissimo).
Davvero un bel giro! Grande Antonio!
la compagnia aiuta sicuramente ma ci vuole affiatamento e disponibilità; l'impresa solitaria rende il tutto molto proprio. Per Paolo è una gran figata ma come dici tu la mtb non è il massimo e inoltre comunque ti consiglio un giro non andata e ritorno. il prossimo anno mi riprometto un giro dall'interno della stessa lunghezza.
@ Sarah: vieni a trovarmi in Friuli o l'anno prossimo nel Salento
Santa Maria di Leuca: che tuffo al cuore, ci ho passato da piccola per tre anni un mese di vacanze estive!
Mare e profumi che mi porterò sempre dentro...
Complimenti per il giro!
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