Il mio esordio in questo mondo è iniziato per la precisione il 9 ottobre 1994 data di esordio alla Maratona di Venezia; ci impiegai quasi 4 ore per percorrere quei fatidici 42,195 m.Ho detto esordio, giorno della gara vera e proprio, l'ho fatto apposta. Nella maratona si possono solo stabilire date nelle quali ci si cimenta con il cronometro alla mano (o anche senza) ma la maratona è tutto un percorso.Un percorso che alle volte dura anni, a volte mesi tra gli atleti di medio livello, una decina di settimane per quelli più navigati...poche settimane per i più folli. Comunque sempre un percorso e che in tutti i casi porta all'emozione di tagliare il traguardo sentendosi vincitore. Ma l'emozione della maratona non è solo quella di tagliare il traguardo, ma il creare una piccola opera d'arte giorno per giorno, veder salire il proprio stato di forma, sentire che il passaggio dai 25 ai 28 km di allenamento avviene spontaneamente; fare i lunghissimi , in genere il primo da 30 km seguito dai 32-33 e poi ancora 35-36 km...i più temerari 37-38. In questi allenamenti non serve andare forte, anzi bisogna andare con gran tranquillità, abituare il corpo alla fatica, alla sofferenza. La fatica nella maratona o nell'allenamento lunghissimo arriva più o meno dopo il km 28-30, è una compagna che deve venirti per forza a trovare e devi prenderla in braccio e portarla con te fino all'arrivo o alla fine dell'allenamento, guai a far finta di ignorarla quando si presenta. C. in questi anni ho corso quasi 150 maratone (115 sotto le 3 ore, un record che in tutta Italia vantiamo in 4-5) ma ti confesso che ogni volta continua ad essere un'emozione; ogni volta mi ritrovo a non dormire la notte prima della gara come la prima volta, a cominciare a sudare dall'emozione quando sono schierato nel gruppo prima della partenza...un'emozione veder scorrere i cartelli chilometrici lentamente, raccogliere gli incitamenti del pubblico quando c'è ai lati della strada o ppure come nelle grandi maratone internazionali fare il bagno di applausi, raccogliere gli OLE' in Spagna, i SUPPA in Germania o in Austria, i GO ANTONIO GO a New York. Sentire scandire il proprio nome dal microfono quando passi nella piazza principale di Monaco di Baviera tu che pensavi essere anonimo tra 20000 maratoneti è un colpo al cuore. Troppo entusiasmo in questa descrizione? Non lo so. E' questo il mio mondo...potrei dire che vivo per questo. Ogni volta è una iniezione di energia infinita, energia che viene spontaneo trasmettere agli altri. I miei amici dicono che frequentarmi significa rischiare seriamente di infettarsi di MARGIOTTITE intesa come passione vitale per la corsa di lunga distanza...senza obiettivi di vittorie ma solo di passione. E ne ho infettati tanti...o almeno spero di aver contribuito a farlo.
In queste foto Abebe Bikila, Bikila che arriva vincitore alle olimpiadi di Roma 1960, Stefano Baldini, Emil Zatopek (la locomotiva umana) ed infine Gebreselassie, il più grande.
17 commenti:
Messaggio molto bello, riesce ad esprimere le emozioni che si vivono in maratona.
Anche se, la cosa migliore, è viverle di persona, ma sto dicendo una cosa ovvia.
Un gran bel post, Antonio, proprio un gran bel post!
mi associo, mi ha fatto molto piacere leggerlo. Si percepisce l'amore per la corsa sulla lunga distanza.
diciamo che io ero già infetto - poi con la margiottite e soprattutto grazie alla maratona sono diventato malato irreversibile e terminale - Antonio Pureio
questo sono io ed il mio rapporto con la maratona.
@ antoniopureio: se sei quello che penso..."bastardo" (detto amichevolmente) domenica ti fai Parma con tutto il corollario ed io a guardare
Margiottite? Magari scoppiasse una bella epidemia... sarebbe senz'altro salutare! Io nel mio piccolo son già "cronicizzato", bellissimo post, complimenti, Filippo
wow proff ! :-)
Monica sei ancora stanca dal lunghissimo di domenica? Per questo ti esprimi solo a monosillabi?
e chi era stanca ? ;-)
bellissimo post!
Gran belle parole, vere, dalla prima all'ultima!
Mi son venuti i brividi accompagnati dalle lacrime. GRANDE, GRANDE, GRANDE!!!!!!
Non è facile saper comunicare le emozioni e le sensazioni, sia nelle vittorie che nelle sconfitte, senza cercare di essere una "star", ma con semplicità, "umiltà", dedizione e passione: chi ti legge avverte il tuo rispetto per coloro che mai riusciranno a fare quello che tu hai fatto, per coloro che hanno appena iniziato e per coloro che corrono pur sapendo che mai saliranno su un podio, ma che continuano a correre perchè sanno quanto valore c'è nel sacrificio, nella fatica, nella costanza... E' un'iniezione di fiducia, e anche una lezione di vita. agnese
Bello! ...contagioso!!
Bel post. Thanks. Stavi quasi trovando una scusa per non andare ad allenarmi, adesso ci vado con molto gusto!
esaurimento totale
Grazie a tutti per le belle parole che avete usato.
@ anonimo che mi dà dell'esaurito totale utilizzo una metafora cristiana da ateo: Signore perdona loro perchè non sanno quello che dicono...evidentemente non hai mai corso una maratona e mai la correrai. Mi chiedo però che ci stai a fare in un blog che tratta di podismo.
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