Voglia di allenamento strong chiama, salita risponde.
La sveglia non suona presto stamattina, la finestra è chiusa, il sole non mi illumina coi suoi raggi anche perchè è celato dietro una spessa coltre di nubi. La sveglia biologica non si attiva perchè non ho per la testa impegni particolari, solo una gran voglia di sperimentare...di conoscere nuove strade, di aprire nuove vie.
Alle nove ho terminato le mie "faccende" mattutine, non so ancora cosa farò. Intanto la scelta esclude la bici, troppo minaccioso il cielo per tentare la sfida al Bernadia come consigliatomi da diversi amici tentatori. L'opzione è:
- piscina alla ricerca della confidenza giusta con l'acqua per affrontare tra 20 giorni quei fatidici 750 m del mio esordio in un triathlon;
- corsa alternativa in salita.
Indosso la mia tenuta, scelgo la canotta "smanicata" il sole non c'è ma fa caldo.
Mi dirigo a Tavagnacco, da lì, parcheggiata la macchina sull'ippovia avrò solo un km di piano prima di affrontare la salita del "ZUC" (io la chiamo così, non so se sia il suo vero nome), si tratta di un km di salita continua con una pendenza media del 8% ma con tratti più duri.
Come sempre in questi casi devo scegliere in anticipo quali saranno i miei obiettivi, sarà più facile poi mantenerli; mi dico che devo fare almeno 6X1000 con discesa tranquilla e ultimo km di rientro alla macchina a tutta.
Ho con me l'Ipod, programmo la NONA DI BEETHOVEN, sulla prima nota schiaccio il tasto start del mio cronometro. Le gambe sono rigide, l'allenamento bici+corsa di ieri ha lasciato tracce? Per fortuna la brutta sensazione passa dopo soli 400 m, d'altronde come potrebbe essere altrimenti, immerso come sono nella penombra degli alberi che fiancheggiano l'ippovia. Una presenza strana mi ha accolto all'ingresso, tanti militari impegnati in qualche esercitazione, uno mi ha detto: "anche noi abbiamo la nostra corsetta".
Guado il Cormor asciutto, "lappo" e mi avvio per la prima salita. Prudente Antonio, bisogna aver prudenza, la salita non è il mio terreno e devo farne 6.
I miei sensi sono attivi in pieno: l'olfatto avverte la natura bagnata dalla notte, ed anche le nuvole minacciose lanciano il loro profumo particolare; l'udito è tutto per Ludvig; la vista si riempie del verde intenso degli alberi e degli arbusti che mi circondano; il tatto e il gusto sonnecchiano.
Salgo e scendo per due volte, intorno a me l'atmosfera è sempre più tetra, in alcuni tratti è quasi buio, il cielo è ormai coperto; nonostante Beethoven faccia andare le sue note ad altissimo volume, il rombo dei tuoni è inconfondibile, quando esco nel breve tratto scoperto le saette sono nitide di fronte a me.
Termino la terza discesa, un tuono mi avverte che ora si fa sul serio, la pioggia tarda appena pochi secondi, quando giungo in vetta è ormai il diluvio. Entrano in campo anche il gusto che mi fa assaporare la pioggia mista al sudore e alle sostanze che cadono dalle foglie che mi sono sulla testa; il tatto mi serve a rimuovere le gocce che mi rendono difficoltoso vedere la strada e smuovere qualche ramo che si è piegato sulla via.
L'inno alla gioia del gran maestro si trasforma in inno alla pioggia. La natura mi avvolge, una natura mobile, la strada si è trasformata in breve in torrente, i rami ondeggiano, la pioggia viene giù a catinelle, Beethoven (altro sommo dono della Natura all'uomo) innalza le sue note al massimo.
...ed io ne godo!
...ed io corro!
Non c'è pioggia o temporale che mi possa fermare, devo completare il mio 6x1000 e l'ultimo deve essere il più veloce come sempre.
E' un allenamento che ricorderò, affronto l'ultima discesa senza risparmio, guado il Cormor e mi lancio verso la macchina deciso a spendere le ultime energie. Sulla strada i militari stanno affrontando la loro "corsetta" al passo. Beethoven ha posto fine alla sua sinfonia, ascolto qualche commento...qualcuno ammirato, qualche altro molto meno.
Ne supero tanti di militari in quel tratto finale e quando giungo alla macchina sfinito ma felice ha smesso perfino di piovere. La mia giornata potrebbe anche finire qui...invece mi aspetta un pomeriggio di lavoro.
1 commento:
Senti Antonio... se hai pubblicato un libro dei tuoi racconti di corsa... lo compro subito. Lo leggerei volentieri 1000 volte!
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