E' giunta alla decima edizione la Cortina-Dobbiaco ed io mai vi avevo preso parte per diversi motivi, il principale dei quali è la concomitanza con il Passatore che in questo periodo della stagione è il mio pallino fisso. Quest'anno invece avevo deciso la mia partecipazione da tempo, e speravo di poter vivere questo appuntamento al fianco anche di molti amici. Purtroppo un paio di loro hanno dovuto dare forfait alla gara per problemi fisici, qualcun'altro ci ha rinunciato per scelta.E' sfumata anche la possibilità del weekend di vacanza che mi avrebbe permesso un risveglio più congruo piuttosto della levataccia alle 5 con oltre due ore di macchina, aggiungiamo il maltempo, freddo e pioggia, e otteniamo il risultato che le condizioni non erano ottimali per un buon risultato.La gara è perfettamente organizzata sotto la regia di Gianni Poli, le iscrizioni sono state chiuse anticipatamente quando sono stati raggiunti i 3000 iscritti, segno questo di serietà e voglia di offrire un prodotto degno e non di voler fare solo cassetta. Il percorso è completamente immerso nella natura, l'asfalto praticamente non si vede per tutta la gara, non vi è alcun disturbo; gli unici rumori che si sentono sono quelli del proprio respiro e quello del fiume che scorre accanto lungo quasi tutto il percorso. Gli incitamenti del pubblico sono calorosi nonostante la giornata non sproni molto a mettere in naso fuori.Alle 9.30 si parte in pieno centro di Cortina d'Ampezzo dinanzi al campanile, Adriano Gabrieucig già esperto e quest'anno costretto alla rinuncia mi aveva avvertito di partire tranquillo, affronto quindi i primi km di salita molto tranquillamente, forse eccessivamente in tranquillità tanto che vengo raggiunto e superato da un numero elevatissimo di concorrenti. A parte la prudenza sento che le gambe non vanno bene, la salita a freddo mi stronca, ho caldo, fatico come non mai a tenere il passo di amici che lascio sfilare senza reagire.Penso anche per quache momento di mollare l'aspetto agonistico e godermela al passo. Mi raggiunge Francesco Michelutti, è partito nelle retrovie, mi ha recuperato diversi secondi eppure è una fatica stargli dietro ma trovo lo stimolo per non lasciarlo andare. Affrontiamo un paio di gallerie, il buio è affascinante, mi viene in mente quando anni fa corsi una gara in zona Vajont nella quale si percorreva un lunghissimo tratto in una galleria dismessa.Il mio stato di rilassamento dura per 9 km,
transito al controllo in 80^ posizione, poi stimolato non so da cosa cambio marcia; ho dato come uno schiaffo alle gambe che hanno reagito ricordandosi di come si corre, continuo ad ascoltare la natura che mi avvolge, anzi ne godo ancora di più ora che non sono intento a pensare alla pesantezza del mio andare. Il gesto del correre è ora spontaneo, è spedito, gli altri 4 km di salita scorrono senza affanno.Al termine della salita ci sono ad aspettarmi Michele e Adriano che mi incitano a gran voce indicandomi anche alcuni amici che mi sono davanti; si svolta a destra per prendere il ristoro e si intraprende la discesa.Ci si accorge di questo perchè il fiume che scorre al fianco stavolta porta l'acqua nella stessa nostra direzione. Le gambe vanno a tutta, guardo sul cronometro degli intermedi da “corto-veloce”.Quando transito al secondo intermedio sono già in 50^ posizione, l'amico Angelo mi avverte che ho davanti Ezio Poiana, amico udinese con il quale ci confrontiamo molto spesso (in verità solo quando io sono in ottima condizione).Nei lunghi rettilinei lo intravedo da lontano con la sua bandana in testa, in questo tratto si succedono diversi saliscendi che spezzano il ritmo, punto Ezio anche se mi rendo conto che la fatica della salita iniziale ma soprattutto quella del cambio in discesa si fanno sentire nelle gambe.Continuo a recuperare posizioni ma Ezio procede praticamente al mio stesso ritmo, gli ho recuperato molto ma in questi ultimi km lo spazio che ci divide rimane invariato.Uno sguardo al crono ed acquisisco la consapevolezza che l'obiettivo minimo di scendere sotto le 2 ore sui 30 km sarà raggiunto; ora ogni secondo conquistato è oro.Raggiungiamo gli ultimi della non competitiva di 11 km, ci incitano; all'ultimo ristoro anche la lieta sorpresa di vedere Emiliano Piola che mi porge la bottiglia d'acqua (quante volte le nostre strade si sono incrociate in maratona e una volta, memorabile per me al Passatore).La gara è quasi terminata, Ezio è irragiungibile, ha una decina di secondi che non potrei mai recuperare, mi rilasso e corro in tranquillità gli ultimi 500 metri. Raccolgo a piene mani gli incitamenti del pubblico e concludo questa mia prima Cortina-Dobbiaco in 40^ posizione assoluta sui 2808 arrivati con il tempo di 1.57'26''.Vado immediatamente ad abbracciare e complimentarmi con Ezio che oggi ha corso veramente una gran gara risultando anche il migliore degli udinesi.E' stata veramente una scoperta questa manifestazione e ...Passatore permettendo il prossimo anno ci ritornerò.Nel dopogara a pranzo ho modo di commentare impressioni e risultati degli amici mentre fa capolino anche qualche raggio di sole.
4 commenti:
Come sempre grande finale
Gran bella corsa Margantonio, vero? Il bosco, il torrente, spettacolo! Non mi è piaciuto molto il buio delle gallerie invece... non vedevo niente, quasi prendo una storta in una buca, e mi sono pure arrivate un paio di gomitate! Complimenti ancora per la tua gara!
Agli Amici si offre sempre da bere volentieri.
Complimenti, emi
Ora a vedere come eri vestito mi ricordo..... Mi hai passato alla fine, andavi come una scheggia. Almeno te avevi la calzamaglia lunga, io ero in canotta e pantaloncini..... Non ho ricordanza di aver sofferto tanto freddo in una gara
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