Pioggia doveva essere e pioggia è stata. Era l'argomento sulla bocca di tutti nella settimana che ha preceduto la gara, ho visto e sentito molti amici rammaricarsi di questo alla vigilia; non è piacevole pensare che il lavoro e l'entusiasmo di mesi di impegno possano essere messi in discussione dalle bizze del tempo, dal ritardo di questa primavera che si ostina a farsi attendere.
Ed invece alla fine la maggior parte dei podisti che hanno affrontato la edizione numero 6 della TrevisoMarathon tornano a casa con un riscontro cronometrico molto soddisfacente: la temperatura, il percorso, il pubblico comunque presente ad incitare hanno spinto molti a conquistare il proprio PB.
La maratona nella mia visione della corsa ha tre momenti fondamentali: l'attesa, che va dal momento dell'iscrizione allo sparo; la gara in sé; tutto ciò che succede dopo aver tagliato il traguardo.
L'attesa della gara come detto è stata condizionata dagli eventi meteo, dopo la trionfale edizione del 2008 che aveva visto le tre partenze differenziate con lo spettacolare ricongiungimento sul Ponte della Priula per omaggiare il Piave e il 90° della fine della grande guerra, quest'anno si è ritornati al classico percorso che da Vittorio Veneto porta a Treviso.
La location della partenza è ottima, grandi spazi, un ampio parcheggio coperto da poter utilizzare come spogliatoio, una partenza larga e in rettilineo che evita intasamenti; neppure le difficoltà legate alla pioggia hanno impedito una partenza puntuale che il trascinante speaker Mutton ha caricato come al solito con i suoi interventi. Unica annotazione forse, aumentare il numero di bagni chimici nella zona dello spogliatoio.
Servizi all'arrivo anche in questo caso condizionati e non poco dalla pioggia, ognuno ha dovuto arrangiarsi come ha potuto alla ricerca di uno spazio per indossare degli indumenti asciutti; lo spogliatoio maschile era buio ed inaccessibile, le docce (tranne per i primi) una chimera, la consegna delle sacche in alcuni momenti difficoltosa (non esiste fastidio maggiore che attendere nella ressa di “conquistare” la propria borsa degli indumenti).
Va dato atto che tutti gli addetti hanno fatto del loro meglio.
La nota più positiva della manifestazione va senza dubbio al percorso di gara, ideale per correre, chiuso al traffico e presidiato ad ogni incrocio, tanti volontari ai ristori tutti euforici di esser parte dell'evento; all'ultimo spugnaggio ho voluto prendere una spugna pregna d'acqua e bagnarmi la testa solo per omaggiare con un gesto l'abnegazione di coloro i quali in quelle condizioni svolgevano un compito assolutamente superfluo.
Dopo le ingiurie, le cattive parole che noi podisti siamo spesso costretti a subire nelle varie manifestazioni lungo lo stivale ieri ,come sempre accade nelle maratone venete, vi è stato un esempio di sportività da incorniciare. Nei paesi attraversati ma anche nei pressi di singole case appassionati armati del proprio ombrello pronti a incitare ed applaudire al nostro passaggio anche in queste condizioni nelle quali la scelta migliore era quella di restare a letto.
La TrevisoMarathon merita di essere corsa anche solo per questo.
Poche parole sulla mia gara.
Ero teso ed emozionato alla vigilia, emozione legata all'affetto che mi lega alla maratona della Marca Trevigiana, tensione dovuta alla incertezza del recupero completo dalla fatica della domenica precedente a Roma.
Sentivo le gambe reattive alla partenza ma la gara comincia dopo due ore e la possibilità che la fatica si potesse far sentire mi metteva in imbarazzo nello scegliere il ritmo da tenere.
A togliermi d'imbarazzo è stato il mio amico Marco Grimaz che mi ha affiancato dopo pochi metri dallo start e mi ha coinvolto nel suo andare, un ritmo da 4' al km che scorreva tranquillamente anche se continuavamo a parlare. Purtroppo dopo alcuni km è stato costretto a fermarsi per un pit-stop ed io sono rimasto orfano della mia guida ed a quel punto ho pensato al celebre detto “Chi non risica, non rosica” ed ho continuato sullo stesso ritmo.
Passaggio alla mezza in 1:25'45'' decisamente più veloce delle ultime due gare.
Subito dopo metà gara splendido scenario sul passaggio del Piave che mi è stato ricordato (ma non c'era bisogno) da uno spettatore che con tono imperioso mi ha intimato di tenere la testa alta in segno di orgoglio e omaggio. Naturalmente non mi sono fatto pregare e su quella curva che piega a sinistra subito dopo il ponte della Priula dove si vede un lungo rettilineo in leggera discesa ho liberato la mia voglia di correre e di arrivare. E' stato un continuo recuperare secondi sui podisti che mi precedevano. Qua e là lungo il percorso qualche volto amico mi chiamava e mi incitava ma la vista appannata dalla pioggia e la concentrazione mi hanno impedito di rispondere a tutti che comunque ringrazio.
L'avanzare dei km mi ha fatto sempre più comprendere che era alla mia portata un ottimo risultato e questo mi ha dato ulteriori energie che ho speso nell'esaltante finale nel centro di Treviso dove il percorso diventa tortuoso e difficoltoso a causa della pavimentazione. Ho corso gli ultimi 2 km in apnea, a tutta, senza risparmio. Sul rettilineo d'arrivo l'omaggio della citazione dallo speaker Brighenti e la medaglia al collo dopo aver fermato il crono sul tempo di 2:51'20'' con un negative split di 10 secondi.
Dopo la gara prima ad assistere la compagna di squadra Anna vittima del freddo nonostante il PB e poi a festeggiare questa giornata che oltre a tanta umidità e pioggia ci ha regalato anche tante soddisfazioni.
Per i dettagli cronometrici sulla gara vedi il post precedente .
Per i dettagli sulla gara dei miei amici linkare su http://www.atleticabuja.it/ .
Per i risultati completi linkare http://www2.tds-live.com/wtrpg/race.jsp?id=2291&reloadDatiGara=0
3 commenti:
Ancora complimenti Margantonio! Che bello questo tuo modo di correre maratone così naturale, una dopo l'altra, in modo liscio, regolare.
Di nuovo complimenti per le prestazioni effettuate, impressionante che domenica scorsa eri a Roma e di nuovo sotto le 3 ore. Buona continuazione :-)
Ciao Nick
Caro Antonio, come sempre sei super, "l'uomo di marmo" di un antico film di Wajda. Ho perso il conto delle tue maratone under 3 ore (quante sono: 125-130?). Da domenica (post Treviso) mi vanto di condividere, oltre che la tua stessa maglia sociale) anche il ritmo cardiaco medio della maratona di Treviso: 142 bpm. Peccato che io sia 32 secondi al km dietro a te...
Oscar
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