Riporto un bellissimo pezzo di Monica Liguori che esprime le sensazioni di partire per correre una Maratona e dover rinunciare di tagliare il traguardo. Per leggerlo in versione integrale cliccare sul banner sotto.
Già sapevo che sarebbe stata una grandissima avventura, un qualcosa che avrebbe rasentato la follia pura, ma con quella testardaggine e quell’impulsività che sempre contraddistingue tutte le mie azioni, sapevo benissimo che nonostante tutto sabato mattina avrei preso quel treno per andare a Roma, dovevo correre la maratona nella città eterna, dovevo correre la mia seconda maratona e volevo farlo con tutta me stessa, con quella determinazione e volontà famigliare solo al popolo dei podisti che parlano un linguaggio comprensibile solo a chi pratica questo mondo.
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Ieri sono andata a vedere le classifiche, ho visto che chiaramente fino al 25° km i miei tempi erano rilevati, dopo, cercando al 30° c'era scritto solo un inesorabile Not Found, due parole che denunciavano una sconfitta, due piccole parole per un grande sogno infranto. La maratona mi ha dato una grande lezione, non si può mai pensare di affrontarla se non si è nelle condizioni fisiche adatte perchè lei non perdona e non bastano la calma e la determinazione per vincerla, non basta desiderarlo e volerlo, bisogna essere in empatia con lei, bisogna corteggiarla, bisogna aggirarla e per farlo bisogna anche essere però nel pieno delle proprie forze. Oggi sono piena di rabbia, di delusione e di rammarico per questa trasferta romana, ma dentro di me ho, chissà perchè, la netta sensazione che questa carica negativa in qualche modo mi aiuterà.
1 commento:
Ho letto il tuo articolo, e mi sono emozionata. Tra le righe c'è una forza interiore eccezionale, ferrea, che ti ripagherà sicuramente. Ora per te è solo una carica negativa, ma vedrai, saprai elaborarla, trasformarla e sfruttarla come molla per fare un balzo avanti, e, alla prossima maratona, giungere al traguardo.
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