“Oh, quanto è bello il sole che sorge allegro e forte
e il suo buondì ci lancia come uno scoppio rosso!” cit. C. Baudelaire.
Bello è il sole che ci accoglie sugli Champs Elisee domenica mattina, caldo e inebriante, compagno fedele nel nostro lungo viaggio che dopo 42195 m ci riporterà sotto l’Arc de Triomphe.
Mi aspettavo che la Marathon de Paris mostrasse appieno la sete di grandezza dei francesi e dei parigini in particolare invece c’è un che di sommesso; 50 mila uomini e donne scalpitanti in attesa di lasciarsi andare, desiderosi di un incitamento, della carica giusta per affrontare questa piccola-grande pazzia ed invece lo speaker con molta calma e tranquillità annuncia le ultime indicazioni tecniche.
A Berlino sale incalzante la musica, a New York il colpo di cannone, a Boston l’inno cantato in coro…a Parigi un modestissimo “30 secondi al via” e un mite sparo.
Anche la partenza è strana, partono i primi (circa un migliaio) poi a gruppi le partenze vengono scandite per oltre un’ora. Dopo pochi km in sostanza non si ha più la percezione di chi superi chi.
Mi sono ripromesso di prendermela tranquilla, di godermi questa Maratona km dopo km, senza affanno; di guardarmi in giro alla ricerca delle belle sensazioni senza subire l’annebbiamento della fatica.
Ho salutato gli amici prima della partenza, Claudio e Alberto sono davanti, Paola dietro…un pensiero anche agli assenti.
La strada è immensa, il pubblico ai lati numeroso e ci incita con gran calore. E’ un inizio trionfale sugli Champs Elisee; Place de la Concorde il nostro primo obiettivo. In queste grandi maratone la prima percezione è quella di essere veramente piccoli, semplici unità in un mare di corpi che si muovono all’unisono, un fiume che è allo stesso tempo placido e dirompente.
Costeggiamo i giardini della Tuilleries, il Louvre puntando verso Place de la Bastille. Qui il calore del pubblico è veramente avvolgente. Ogni incitamento è energia che viene immagazzinata, ho impresso il nome sulla mia nuova canotta societaria…ANTONIO’ lo sento ripetere decine di volte e spesso sono italiani che si lasciano andare ad un invito patriottico a non demordere.
Affrontiamo un lungo tratto nel parco Bois de Vincenne, lunghi viali costeggiati da vegetazione, tanto ossigeno per i nostri polmoni ma tratti corsi senza pubblico ai lati. Fino a metà gara sono a centinaia che mi superano, forse a migliaia…la maratona è lunga e c’è tempo per correre. Transito alla mezza molto controllato in 1:42, le gambe sono affaticate non dal ritmo ma dai tanti km percorsi da turista il giorno precedente.
Affronto tutti i ristori con la precisione che mi è consueta, il sole ora scalda, la fatica comincerà a farsi sentire ma come mi dico sempre “dopo la mezza è tutta in discesa”.
Ora Parigi si fa meno generosa nel mostrare il meglio di sé…il secondo passaggio alla Bastiglia è un transito quasi difficoltoso tra due ali di folla. Ci sono tanti gruppi che suonano, si passa dal Jazz alla classica, dal rock al rap, dai gruppi ai singoli, dagli etero ai trans…ce n’è per tutti.
Affrontiamo due lunghi tunnel che non sono il massimo per i polmoni e per la vista anche se un breve tratto di psichedelia ci investe. Improvvisamente alla nostra sinistra La Tour Eiffel ci saluta e ci ricorda che siamo al km 30. Ragazzi ora si comincia a far sul serio…qui comincia la gara. Le prime vittime di una partenza eccessivamente forte “giacciono” ai lati della strada mentre ci avviamo verso il Bois de Boulogne. Ora non mi supera più nessuno…continuo a dirmi di stare tranquillo, di godermela ma “la mia insana voglia di negative split” e le mie gambe impongono la propria volontà e il ritmo sale. Mi ritrovo al fianco di due donne che nella loro diversità rappresentano il mondo (una finlandese alta almeno 1,90 ed una ragazza presumo messicana sicuramente sotto il metro e 50). Mi lascio coinvolgere in questo menage a troix che inconsapevolmente e con molto piacere mi porta al traguardo che taglio a braccia alzate con un tempo di 3:22:19 che rappresenta insieme il segnale del tempo che scorre (sulla carta di identità) e la mia voglia di continuare a divertirmi. Sigillo 211 conquistato.
Amici la Maratona è sempre la Maratona e come disse quel tale: “Se vuoi correre corri un miglio, se vuoi conoscere una nuova vita corri la maratona”; io aggiungo: “se vuoi correre fai una garetta di provincia se vuoi veramente vincere, corri una grande MARATONA”. Al termine non guarderai la classifica di categoria ma sarai semplicemente felice di indossare la maglia di FINISHER e essere orgoglioso della medaglia conquistata.