Non ci sono dubbi che questo sia il mio allenamento preferisco, che mi permette di tenere ritmi tranquilli, di godere dell'ambiente che mi circonda senza chiedere troppo in termini di sforzo fisico al mio corpo. L'estensione non mi fa paura anche perchè l'aspetto mentale con l'approccio al Triathlon è diventato ancora più agevole.
Si parte allora, non ci sono speranze di trovare altri amici ed allora parlottando dei soliti argomenti il Rosso e il Nero si avviano lungo questa strada che coloratissima costeggia il Cormor. Nonostante le "nostre tendenze" siano agli antipodi sull'argomento politica riusciamo a discutere e concordare su molto (quasi tutto), l'unico problema è che quando Andrea si incazza aumenta il ritmo e così l'impresa di tenerlo a freno diventa ancora più complicata. Lo richiamo più volte e lui mi ringrazia ma inevitabilmente dopo poche centinaia di metri riprende a mulinare le gambe. Cambiamo argomento...e qui la concordanza è totale!!!!
Le malcapitate nei nostri discorsi avranno le orecchie che ronzano ma almeno questo immagino serva a calmare i bollori agonistici di Andrea; macchè.
A frenarlo un pochino ci pensa il percorso che intorno al 10° km sale leggermente e c'è qualche bivio che non conosce perfettamente. Incontriamo diversi podisti sulla nostra strada, tanti amici in mtb che ci superano. Viene a farci compagnia anche il sole. Procediamo fino al km 16,5 fino al cimitero di Vendoglio che diventa la nostra seconda sosta-acqua. Ripartiamo con la promessa che Andrea mi sarebbe stato accanto affidandosi al mio ritmo. Al giro di boa la media segna 4.55. Facciamo forse 1/2 km e parte. Mi arrendo, lo lascio andare incontro al suo destino. Non ho una frusta, le redini le ho dimenticate e altre forme di tortura non mi si addicono. Mi distanzia di una trentina di metri che decido di non recuperare procedendo con il mio ritmo già in progressione.
Intorno al ventesimo km incontriamo un podista che non conosco che mi saluta e mostra invece di conoscermi alla perfezione citando i miei post su questo blog, si chiama Sandro Banelli, è in preparazione per la sua prima maratona che lo vedrà esordiente a Firenze nella stessa data della nostra Valencia, naturalmente a lui va il mio in bocca al lupo per questa gara che sicuramente non dimenticherà facilmente.
Incontriamo di fronte un amico che corre a ritmo decisamente più allegro che dopo pochi minuti inverte la rotta e ci supera. Siamo ormai in zona Tavagnacco, km 26, improvvisamente vedo Andrea che si ferma, lo raggiungo e lo incito a riprendere, mi dice che è affaticato ma riprende. La logica avrebbe voluto che si accodasse ed invece riparte tenendo la testa per gli altri 2 km che ci separano dalla fontana (3° punto acqua); qui mi invita ad andare dicendo che avrebbe rallentato. So che non posso insistere, inutile forzarlo con il rischio che si fermi del tutto meglio che proceda come crede e porti comunque a termine il suo allenamento. Infatti così sara con 35 km messi nel sacco. Io riprendo la mia solitudine e provo ad affrontare lo spazio che mi separa dal parco con aggressività, alzo il ritmo, pochi secondi ma costantemente. Ogni split me lo dimostra ma me ne accorgo nel ritmo delle gambe che vanno senza sentire eccessivamente la fatica. Rientro al parco con 33 km abbondanti. Incrocio qualche amico che corre e decido quindi di completare il mio allenamento con altri 2 giri del parco completando a 37 km. Progredisco, pochi secondi ma sempre leggermente più veloce e quando sento lo split del 37° km fermo il mio cronometro che in quel momento segna 2:59'. Che sia un segno del destino questo? Sicuramente un buon auspicio. Sicuramente uno splendido allenamento che da solo non avrei fatto, un allenamento che mi sarebbe piaciuto portare a termine con l'incorregibile Andrea che ha promesso nella prossima occasione di provvedersi di redini. Una domenica mattina splendida, in compagnia che si chiude con una bibita presa insieme ad altri amici anche loro a completamento di un allenamento di corsa.
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