Con queste premesse son partito puntando a tirar fuori il massimo rischiando il minimo. Bella gara questa Ljubljanski Maraton che si sviluppa su un doppio giro di 21,1 km in gran parte cittadino ma con un salto in periferia molto gradevole con bel paesaggio di alberi autunnali. In contemporanea con la 42 parte anche una affollatissima Mezza per cui il primo giro è decisamente affollato con podisti che continuamente superano.
Partenza impostata sui 4'20'' come da previsione ma mi accorgo subito che non è un ritmo facile, devo stare in tensione per tenerlo, la strada sale leggermente, lo giustifico in questo modo. Individuo da subito dei compagni di gara che mi terrano il fianco praticamente fino alla mezza che segna il termine della loro gara. Sono teso non ci sono dubbi, la mente non è libera, guai a cominciare a contare i km già dal terzo, c'è del pubblico ai lati della strada ma non certamente come a Berlino e certo nei loro scarsi incitamenti DEJMO le nergie per procedere. Il transito alla mezza avviene in 1:32' circa. Come al solito la fase discendente (dopo il 21°) è un sollievo per me. Stavoltà però sono costretto ad una fermata ai box che mi costa 1' di stop. Per qualche minuto mi illudo di poter recuperare sfruttando la ritrovata leggerezza, la realtà si dimostra invece amara: le gambe sono pesanti ed il ritmo è in fase calante. Controllo ogni split ma ne rimango più volte deluso, mi rilancio continuamente cercando la rincorsa ai podisti che mi precedono come trampolino di lancio. Faccio conti, elaboro, l'obiettivo ultimo che mi resta è cercare di migliorare il tempo di Berlino (3:06:45) ma questo richiede non concedersi pause.
Per fortuna un paio di compagni di ventura "mi aiutano", si crea una sorta di sfida che fa bene ad entrambi. Sento le gambe provate ma reattive, richiedo loro un surplus di sacrificio. Al 37° mi rilancio definitivamente e finalmente lo split mi dà ragione. Ritrovo fiducia: spingo, spingo, spingo. Sento che anche il cuore reagisce, pompa sangue più velocemente del solito, il cervello impone pensieri positivi, la sensazione di fatica viene prevaricata dalla percezione che un'altra piccola impresa sta per compiersi.
Gli ultimi 5 km sono veramente degni di un finale in crescendo; peccato per quella pausa.
Taglio il traguardo in 3:05:19 e pazienza se nel rettilineo finale mi supera uno di quei podisti che mi avevano dato una mano. Subito dopo lo striscione d'arrivo si gira e mi porge la mano, sono felice di stringergliela, lui non lo sa (e non posso spiegarglielo visto che è sloveno) ma è anche grazie a lui che sono riuscito nel mio compitino.
Torno da questa trasferta in terra slovena con la consapevolezza che c'è una bella alternativa alla Maratona di Venezia, con una bella maglia tecnica, una fascia e una medaglia (scarsetta questa) ma anche con una certezza che cercherò di illustare in un prossimo post:
è impossibile pensare di correre una maratona sotto le tre ore con due soli allenamenti settimanali oltre la domenica, l'esperienza e i lunghissimi non bastano.
4 commenti:
Mi stupisce sempre la lucidità con cui racconti a posteriori le tue gare. Complimenti davvero!
Allora dicci visto che mi interessa da vicino, quante uscite settimanali e che chilometraggio? purtroppo sono stato a venezia e non è andata come speravo, almeno 10 minuti lasciati sul campo tra la prima e la seconda mezza, eppure di lunghi ne ho fatti...
3,20 circa alla fine.
Ciao grazie,
And
Bravo Antonio, a presciendere! :-)
La descrizione delle mie gare quando riesce a coinvolgere anche le emozioni diventa un riviverle.
@Anonimo And: faccio un post apposito per descrivere il mio allenamento di corsa degli ultimi 2 mesi
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