Ho sofferto fisicamente tanto e ancor di più psicologicamente (inutile negarlo) ma sapevo che sul traguardo ci sarebbe stato Paolo Manelli (organizzatore) a darmi il cinque e sorridermi; sapevo che lo speaker Brighenti avrebbe stigmatizzato il mio arrivo "fuori orario"; sapevo che in tanti avrebbero apprezzato il sacrificio piuttosto che il secondo ritiro consecutivo.
Sapevo innanzitutto però che: la MARATONA DI REGGIO E' LA MIGLIORE MARATONA ITALIANA E VA ONORATA, LA MIGLIORE ORGANIZZAZIONE, UN PERCORSO DIFFICILE MA MAI MONOTONO, UNA ACCOGLIENZA DA DIECI E LODE ...e poi una giornata soleggiata come quella odierna quando la ritroviamo più a metà dicembre?
Si parte che il termometro segna -1° C ma con un sole che illumina la città e i nostri visi infreddoliti.
Ci sono una marea di amici qui a Reggio come ogni anno e in questa occasione anche tantissimi friulani tra i quali anche Ivan Cudin che mi è proprio al fianco nei pochi minuti di attesa prima dello start.
Pochi minuti perchè questa è una delle grandi caratteristiche di Reggio: si può stare negli spogliatoi che sono a 100 m dalla partenza-arrivo fino a 15 minuti prima dello sparo.
Ho poco da chiedere alla gara ma l'orgoglio mi porta comunque ad impostare un ritmo intorno ai 4'30'' al km; ben presto mi rendo conto che sarà dura terminare.
Già sulla salita del 13° km comincia l'inesorabile sequela dei podisti che mi sorpassano, gradualmente rallento non per scelta ma perchè la coscia non vuole sentirne di salir su e mi ritrovo spesso con il piede destro che striscia.
Km 15-16-17, giungiamo a Montecavolo che rappresenta anche la "cima Coppi"; il solito speaker ci incita sulla curva a destra.
Sul lungo rettilineo che porta alla mezza svanisce ogni speranza velleitaria, l'unica idea che mi sosterrà da qui all'arrivo sarà quella di portare a casa la gara e mettere al collo la medaglia; faccio i conti e mi propongo almeno di finire in 3:30 (il passaggio alla mezza è stato in 1:38).
Corro al fianco per qualche km con amici podisti che mi riconoscono ma che subito dopo sono costretto a lasciar andare.
Soprattutto nei tratti di discesa la gamba si fa sentire di più mentre diventa quasi divertente la salitella del 25° km.
Il panorama in alcuni punti è bellissimo: un lungo serpentone che si snoda nella campagna illuminata dal sole.
Inutile negare che in qualche momento sono preso dallo sconforto, anni fa correvo su queste strade sotto i 4' al km, più e più volte ho scandito il ritmo delle 3 ore da pace maker oggi mi ritrovo a guardare il mio Garmin che segna 5'45'' al km.
Ci vuole uno scatto d'orgoglio nell'ultimo km per riuscire a stare sotto le 3 ore e mezza, ma il saluto di Paolo e le parole in primis di Milena Grion (giunta intanto con il suo nuovo PB in 3:16) mi ripagano del sacrificio.
La medaglia al collo e gli altri attestati di stima mi fanno ritenere che oggi ho fatto la scelta giusta. Appunto sul mio personale album di ricordi la 170^ coccarda e potete star certi che non la dimenticherò presto questa gara.
3 commenti:
Antonio, mi spiace che sia stata una Maratona sofferta e ti posso comprendere benissimo perchè è successo a Dublino ad ottobre.
Se posso dirti la verità, quando ti ho visto al secondo chilometro ho notato che non era la tua corsa (intendo come muovimento) ed ho sospettato che fossi in difficoltà. Ho speravo vivamente di sbagliarmi e speravo di venire ripreso per correre assieme.
Complimenti davvero per essere arrivato in fondo e per la tua candelina :)
Mi dispiace, a Venezia ti ho visto superarmi in grande spolvero... comunque la medaglia l'hai guadagnata per la tenacia che hai messo. In questi casi è molto ben guadagnata.
complimenti per le tue 170!
ieri a me a catania è andata decisamente peggio. crampi dal 34°...invece che ritirarmi ho deciso di trascinarmi :) ma alla fine sono arrivato
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