Uno scrittore anche se ben inspirato difficilmente sarebbe riuscito a creare una trama così vivace come è stata la mia ultima settimana, altrettanto difficile per me sarebbe stato predire un finale a sorpresa di tal fatta.
Abbandoniamo la serietà della vita quotidiana e culliamoci nelle emozioni che sa donare la Maratona che sempre richiede fatica, sacrificio, abnegazione ma molto spesso ripaga con soddisfazioni immani che non necessariamente sono legate al riscontro cronometrico.
La Maratona di Trieste ha ormai raggiunto il suo primo decennale e seppure non riesca a decollare come partecipazione (ieri 544 arrivati) rappresenta uno dei punti fermi della mia stagione primaverile. Alla classica 42 km si affiancano la maratona a staffetta, la Maratonina dei Due Castelli che prende il via da Duino e la Bavisela non competitiva che parte dal Castello di Miramare oltre a garette minori.
La confluenza di questa marea colorata di podisti avviene sul lungomare, attraversando Barcola per vedere il suo culmine nell'arrivo posto in Piazza Unità d'Italia.
Tutta la manifestazione è organizzata al meglio; in questa edizione c'è stata una piccola variazione nel percorso con la scelta di porre l'arrivo in Piazza in senso contrario che impone un giro a forma di C che non mi convince molto soprattutto perchè non permette un buon deflusso della marea umana che in alcuni momenti è veramente molto numerosa.
La mia gara.
Tensione. La si vede scritta sul mio volto, lo riconosco anche io, ho riposto grandi aspettative in questa gara. Era l'obiettivo finale di una preparazione durata 4 mesi nella quale ho corso 5 belle maratone (Salento, Barcellona, Roma, Treviso, Vienna) che dovevano essere solo tappe intermedie.
In mattinata mi svelo all'amico Marco Grimaz, affermando che ogni secondo in questa gara sarebbe stato indispensabile, l'obiettivo non celato era di riuscire a correre a 4' al km; rimane sorpreso Marco, perchè conoscendomi sa che il mio rapporto con la gara non è quasi mai dipendente dal risultato.
Sono preparato fisicamente, carico psicologicamente e pregno di energie nervose che in qualche modo dovrò scaricare inoltre le condizioni meteo sono ottimali: cielo velato e temperatura accettabile.
Foto di rito con gli amici, vestizione e poi mi metto persino a fare un leggero riscaldamento (pratica inusitata per me prima di una gara di lunga distanza).
Nella zona partenza rivedo Fabio Marri, ci vuol poco con lui prendere discorsi lunghi e interessanti ma l'obiettivo odierno è correre.
Sono stranamente rilassato, girovago in zona partenza a salutare a destra e manca, mi informo di imprese di amici, faccio conoscenza di nuovi adepti, lo start pone fine all'attesa ed arriva il momento di lasciar andare le gambe ma anche e soprattutto quello di governarle, di fare in modo che prendano il ritmo che sono in grado di sostenere fino in Piazza Unità.
Non mi faccio condizionare da chi parte “a palla”, spero che al mio fianco si ponga Marco con il quale ho un ottimo feeling nella gestione del ritmo. Un paio di km che volano via in un baleno ad un ritmo leggermente elevato, sono intorno ai 3'50'' al km; una follia o forse un azzardo.
La Maratona è una compagna fedele ma guai a mancarle di rispetto, guai a maltrattarla soprattutto in principio, presenta il conto e nel caso della gara odierna il conto arriva al Castello di Miramare quando finisce la discesa.
Faccio la scelta di proseguire nell'azzardo, rimango sul ritmo elevato, sento che il cuore batte più forte del solito ma nella vita ogni tanto bisogna anche mettersi in gioco, tentare la fortuna, svelarsi, uscire allo scoperto. Può accadere di rimanere scottati ma può accadere anche di portare a casa una sorpresa.
Viaggio in gruppetto o comunque mai isolato, un omaggio ai caduti della Prima guerra mondiale al passaggio dal Sacrario di Redipuglia, split al 10° km che segna 38.24 (media 3'50'' al km).
Ormai sono in ballo rallentare in questo momento sarebbe ormai inutile, l'unica scelta è persistere in questa tattica. Lungo la strada il poco pubblico presente negli attraversamenti dei paesi è caloroso, qualcuno incita per nome (ho addosso la canotta personalizzata), sono estremamente concentrato, rispondo solo con un cenno. Mi affianca un atleta perugino all'esordio, scambiamo due parole e lo avverto dell'approssimarsi del tratto di salita dura che inizia all'altezza del km 19.
Aumento, se possibile la mia concentrazione, mi estranio completamente. La mia attenzione va nel “pennellare” le curve, scegliere sempre la direzione che mi permettere di fare meno strada, aumento leggermente la spinta per compensare la pendenza e perdere il meno possibile, lo split del km 20 segna 4'06''. Nell'abitato di Duino ci fanno girare a destra e mentre passo sul tappeto che segna la mezza maratona sento di là nella strada parallela che partono gli amici che affronteranno la maratonina. Raccolgo l'incitamento di tanti amici pronti a partire per la seconda frazione della staffetta. Il passaggio alla mezza è a 1.21.49.
La confluenza delle due gare mi porta una lietissima sorpresa, mi ritrovo al fianco di coloro che corrono sul mio stesso ritmo e soprattutto tra questi individuo Cristian Gerussi con il quale spesso “battaglio” nelle gare brevi ma che è stato più volte “al mio traino” nei suoi tentativi di abbattere il muro delle 3 ore.
Non ho il coraggio di chiedergli di stare al mio almeno per un tratto ma come spesso succede nella vita il feeling funziona più delle richieste esplicite; mi si mette al fianco e si va.
In due la salita scivola meglio, fino al termine della salita al km 25 perdo solo una quindicina di secondi.
Aurisina segna la fine della paura ma anche la consapevolezza che nei successivi km di leggera discesa non ci si può risparmiare, sono attorniato da amici della mezza e mi lascio avvolgere dalla freschezza del loro ritmo. Guardo gli split: 3'49'', 3'51'', 3'55'', poi di nuovo 3'40''al 34° (in piena discesa), 3'43'' a Miramare. Mancano sette km alla fine, il sogno comincia a diventare concreto, uno sguardo sulla destra, l'orizzonte è qualcosa di indefinito, cielo e mare si confondono. Lungo la discesa ho raggiunto qualche concorrente ora ne intravedo altri che individuo tra i mezzomaratoneti.
Mi pongo come obiettivo di raggiungere una ragazza che è in testa nella mezza, è una rimonta lenta ma costante, intanto al mio fianco la bellezza della natura viene alimentata dalla scia colorata di rosa dei partecipanti alla Bavisela. Mi avvolgono tanti incitamenti, ne riconosco qualcuno ma sono evidente teso, concentrato, spremuto, rinuncio anche al cenno di riscontro.
Temevo che il piano avrebbe portato sul crono un deciso rallentamento ed invece ad ogni split il segno è sempre sotto i 4' al km; l'impresa è fatta ma da incontentabile chiedo alle mie gambe di fare l'ultimo sforzo. Mi lancio a riprendere un amico di allenamenti di qualche anno fa, il mio gesto non è assolutamente un gesto di sfida ma vuole diventare uno stimolo, un mezzo per arrivare al massimo obiettivo possibile. Lo raggiungo all'altezza del 40° km, corriamo fianco a fianco, ci scappa qualche “tocco”, lui riscatta; procedo con il mio ritmo e lo riprendo. Comprendo che questo testa a testa sarà foriero di un aumento di ritmo, nell'ultimo km i “tocchi” diventano “sane gomitate” come in una gara di mezzofondo; siamo ormai in Piazza Unità, c'è il cartello 42, un occhio allo split (3'44'' è il risultato della lotta). Ormai l'impresa è compiuta, torno dopo quattro anni ad assaporare tempi da incorniciare. Voglio godermela almeno in questi ultimi 200 metri, saluto il pubblico, esulto, e non manca un gesto di rabbia verso la sfortuna. Mi accompagna sotto lo striscione del traguardo l'annuncio dello speaker che rende pubblica la mia gioia e il mio tempo finale.
Concludo la mia 156^ maratona con il tempo di 2.43'55'' in 17^ posizione assoluta. Non lo avrei neanche visto in un miraggio questo tempo ma è reale, è lì su quel cronometro e devo godermelo.
Nel dopogara i complimenti per me ma anche la condivisione delle soddisfazione con tutti coloro che hanno coronato i loro sogni e con quelli che per un motivo o per l'altro devono rimandare alla prossima.
11 commenti:
"...nella vita ogni tanto bisogna anche mettersi in gioco, tentare la fortuna, svelarsi, uscire allo scoperto..."
SAI ANCHE ESSERE MOLTO SAGGIO OLTRE CHE UN CAMPIONE LE CUI IMPRESE ORMAI NON SI CONTANO PIU'. Complimenti vivissimi Antonio!
Che racconto, che belle foto!
E l'ultima immagine dopo il traguardo è la chicca su un bellissimo ed emozionante racconto...bello davvero quell'abbraccio!
Ti rinnovo i complimenti, superbo Antonio, ormai non sappiamo quasi più come commentare le tue incredibili imprese! ;)
complimenti Antonio! bel racconto..da vivere in prima persona..spero prossimamente!
sono un'amico del perugino all'esordio in maratona!
Enrico
Ancora.... Grande!
Complimenti ancora, Antò. Ieri sei stato fortissimo; mi fa sempre impressione la condotta di gara e come dosi le forze. Adesso ho cambiato obiettivi, ma se dovessi preparare una maratona, al fianco vorrei avere una "lepre" come te. Bravissimo!!
Semplicemente grandissimo, sia come runner che come "cronista" scalpitavo mentre leggevo:-)
Bellissimo racconto (come sempre) e che gara!
Complimenti Antonio!
per l'ennesima volta grazie dei complimenti.
@fatdaddy: l'abbraccio è con un amico udinese con il quale qualche volta condividiamo qualche allenamento...ma è stato solo uno dei tanti di domenica. ho aspettato molto nella zona post arrivo, volevo che quella bella sensazione di aver terminato un'impresa si prolungasse il più possibile codendo anche delle gioie degli altri;
@albe: l'amico perugino aveva detto che stava con me ed invece poi è andato avanti (imprudentemente) ed infatti l'ho ripreso e staccato nel finale, ma visto che era all'esordio è stato comunque grandissimo;
@filippo: io ti aspetto sempre nel mondo della maratona anche se sei giovane ed hai strada davanti
si c'ho parlato subito dopo la gara con Mauro e m'ha detto d'aver sofferto tantissimo negli ultimi 3 km...cmq un 2h46'00'' alla prima per lui che aveva come obiettivo quello di finirla non è male, inoltre potrà far tesoro di questa esperienza per le prossime.
Ancora complimenti!
complimenti sei sempre un grande.
racconto bellissimo.
Paolo papi cova
vedo ora il grafico del profilo,
é be, questo 2h43 vale sicuramente un 2h40 in pianura, anche se a volte un po di difficoltá aiutano a stare concentrati ed a tirare fuori il meglio di sé!!!
a Trieste ci penso sempre ma ancora non l'ho mai fatta, ma avendoci lavorato per 2 anni, mi piacerebbe proprio ... segno per il 2010, tanto so che a te ti ci trovo :)
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