Molto spesso per noi podisti l'appuntamento domenicale con la gara si esaurisce in pochi minuti, un'oretta per esagerare. Naturalmente non parlo della gara in sè ma di tutto ciò che la circonda.Spesso e volentieri le operazioni preliminari - iscrizione, sistemazione del pettorale, breve riscaldamento, spunta - sono momenti da condividere con qualche amico ma questo non vale per tutti perchè moltissimi arrivano agitati a questa operazione oppure usano arrivare in ritardo sul luogo della gara e quindi sono costretti a far tutto in fretta. I pochi minuti prima che lo starter esploda il colpo di pistola (quando c'è, altrimenti ci si accontenta di un fischio) sono l'inizio ma segnano anche lo stop al clima gara, una volta partiti sfido chiunque a dichiarare di poter godere della fatica, dello stringere i denti, di riuscire a dominare le gambe che da un certo punto in avanti cominciano a diventare ribelli agli ordini della testa, finchè in alcuni casi eccezionali anche la testa esprime le sue perplessità sulla convenienza di continuare.Questo discorso vale soprattutto per le gare veloci, quelle che si esauriscono al di sotto dell'ora, al massimo fino alla mezza; nelle gare di lunga lena qualcuno, forse, se è abbastanza esperto riesce ad apprezzare l'ambiente circostante nella prima parte della gara.Dopo l'arrivo ci si concede qualche minuto per scambiarsi impressioni, raccontare della tal progressione, rammaricarsi della partenza veloce, esaltarsi per lo sprint vinto, lamentarsi per quello inesorabilmente perso. Tutto questo però è limitato al proprio limitato orizzonte, si ha l'impressione di correre sempre con una decina di avversari (quelli che orbitano nel proprio ordine di tempo); dei primi nemmeno a parlarne: o sei di quelli altrimenti li vedi sulla linea e poi li ritrovi già freschi e spesso "docciati" quando tu hai appena finito di sputar pallini per tagliare quel traguardo. Gli ultimi, poi, nemmeno a parlarne. Della gara femminile spesso lo stesso speaker riesce a difficoltà a capirne l'evolversi e non è raro che sfugga l'arrivo di una delle prime nell'anonimato dell'affollamento dei transiti sotto lo striscione d'arrivo.Tutte queste premesse per dire che ieri a Nimis (UD) è successo qualcosa d'altro. E' successo che le gare fossero distinte in maschile e femminile con partenze separate, in questo modo chiunque lo abbia gradito ha potuto seguire la gara "dell'altro sesso", incitare i propri compagni di squadra, sostenerli quando la fatica cominciava a delinearsi sui loro volti, spronarli all'ultimo sforzo, spingerli nello sprint finale.La gara in circuito da 5 km da ripetersi due volte con diversi "punti di contatto" del circuito stesso hanno permesso a chi lo volesse di godersi la corsa ammirando il gesto dei podisti (ed in qualche caso anche il/la podista che esprime il proprio gesto) ripetutamente.Anche chi correva riusciva a vedere la propria gara nei tratti in cui il circuito offriva un lungo andata-e-ritorno, scambiarsi un saluto in questi casi è doveroso anche se non tutti sono in grado di rispondere.Ne è venuta fuori una gara di 10 km lunga più di due ore.Altro momento molto interessante il pasta party finale in un luogo molto ampio, seduti comodamente apprezzando si la pasta ma senza mancare di bagnare la gola asciutta con abbondante birra a buon prezzo (e anche questo non è un dettaglio da trascurare); tutto questo in attesa delle premiazioni. Si tratta spesso in questi casi di una passerella noiosa e amorfa durante la quale sfilano podisti stanchi di aspettare e spesso pochi "sopravvissuti" ritirano per i propri compagni di club.In questo caso lo spirito goliardico del ben noto Claudio Moretti (protagonista di uno spettacolo teatrale intitolato "Maratona di New York" nel quale recita per un'ora e mezza sempre correndo) ha tenuto viva la platea e reso giocoso anche questo momento.Questo precedente forse non è da buttare subito nel dimenticatoio per gli organizzatori delle gare qui in Friuli, chissà che non sia una ulteriore spinta ad allargare "il nostro bacino di utenza".
Per la cronaca e per chi fosse interessato grazie alla pazienza e al lavoro di alcuni amici sono disponibili sul sito www.atleticabuja.it ma anche su http://margantonio.blogspot.com/ quasi 900 foto della manifestazione da poter visionare ed eventualmente scaricare gratuitamente.
Il merito di questa fantastica giornata va sicuramente ascritto a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita, al Presidente Battigello, a tutti coloro che hanno dato il loro apporto al ristoro, a montare e smontare la logistica, ad allestire le premiazioni, a misurare il percorso, non faccio alcun nome perchè sicuramente dimenticherei qualcuno.Un pensiero mi sento di rivolgere a tutti i compagni di squadra perchè lungo il circuito ho sentito tanti incitamenti che venivano "dalle nostre donne" che erano in attesa di partire alle quali probabilmente non ho avuto neanche la forza di rispondere con un cenno, gli incitamenti si sono sprecati anche tra noi uomini "negli incroci".L'ottimo risultato complessivo della società che si è classificata prima in campo maschile sia tra gli amatori che tra i master e seconda nel settore femminile forse trae ragione proprio da questo spirito di corpo oltre che dai meriti dei singoli che peraltro si sono espressi ottimamente conquistando diversi titoli regionali e piazzandosi nelle prime posizioni.Al di là dei risultati che rimangono nell'albo d'oro come si può non stigmatizzare lo sprint all'ultimo respiro di Christian Pitussi, l'arrivo con le ultime forze di Chiara Trevisan che subito dopo si è accasciata abbandonando il campo di battaglia in barella, il rettilineo finale di Cristina Comin a battere un avversario fantasma che si chiama Comin Cristina, l'ultimo km da incorniciare di Laura Ursella capace di infliggere 19 e 26 secondi alle avversarie e poi...e poi...Grazie per tutto questo, sono orgoglioso di far parte di questo gruppo.
1 commento:
Che sprint!
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