L'incontro casuale con il nome di un compagno del liceo nell'elenco del telefono suscita nel narratore l'improvviso ricordo di un amico e di un'età perduta. È la scintilla che risveglia un'incursione nei territori della memoria: il liceo, la colonia penale dell'adolescenza, la passione per la fotografia, la bella che tutto trasfigura e in cui ci si perde, il lavoro nell'orto del nonno, il rifugio dei libri, l'esperienza di una radio libera prima, di un circolo culturale poi. Sullo sfondo, la guerra del Vietnam, la contestazione, le prime avvisaglie di quella che diventerà la lotta armata.
Da questo libro una citazione a proposito della nostra passione che avevo già inserito nel mio blog ma che ripropongo:
...così scelsi lo sport più puro che ci sia: la corsa. L'uomo, quando corre, ridiventa animale: cacciatore o cacciato non fa differenza. Perchè nel gesto del correre il traguardo non appare. Prevale la fuga. Così fuggivo io, lungo le strade della campagna, con lo stesso orizzonte davanti e dietro. Correre mi dava la piacevole sensazione di lasciarmi alle spalle qualcosa che non avrei riveduto mai più. Il battito del fiato nelle tempie, il tonfo lieve dei piedi uno dietro l'altro, la contrazione e la tensione dei muscoli, erano un esercizio spirituale......poi veniva la gratificazione dello sfinimento, la sensazione di essere infine riuscito a consumarmi... Non ero riuscito a trovare il paesaggio verso lo speculare altrove cui astrusamente anelavo, ma almeno mi ero ripulito, svuotato d'ogni tristezza. Mi liberavo spogliandomi dall'involucro indurito di sudore, lasciavo nella tuta fradicia l'umore velenoso dei miei pensieri. Restava il mio corpo lattescente davanti allo speccho appannato del bagno e il profumo del tè caldo col limone che mia madre mi preparava.e alcuni passi nuovi che ho sottolineato:
Il sogno dell'impossibile metamorfosi non cessava d'illudermi e allora correvo, correvo, correvo. C'è qualcosa di immane nel correre in pianura. Perchè ancora di più dove non c'è paesaggio, il traguardo è una convenzione. L'arrivo diventa futile quando ogni passo è una partenza. ...serve molta umiltà per correre in pianura, serve la forza di non cercare mai l'orizzonte... Lo sforzo della corsa prende più le viscere delle gambe e io mi strizzavo il ventre in quella salutare fatica... ...poi veniva la gratificazione dello sfinimento, la sensazione di essere infine riuscito a consumarmi...
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