Imbocco l'ippovia ma ben presto ne fuoriesco ed intraprendo qualche breve salita...è deciso: trasformo in mio allenamento in collinare.
Da questo punto in avanti corro senza meta, con la musica di Goran Bregovic nelle orecchie ma penso alla direzione dove trovare qualche breve saliscendi. Mi muovo sempre nel circondario di Pagnacco alternando tratti sterrati a pezzi d'asfalto. imbocco di nuovo l'ippovia e faccio la salita del Zuc che è impegnativa, quasi un km che tira veramente su.
Continuo così fino alla fine: 24 km in estrema scioltezza, con un piacere di correre che non provavo da tempo.
Media finale 4:32'' al km, un ritmo molto soddisfacente per essere un collinare (non grandi pendenze ma per un amante del PIATTO ASSOLUTO quale io sono è niente male.
Durante la corsa riflettevo come l'uscita di oggi potrebbe essere metafora della vita: parti con un obiettivo e ne intraprendi un altro; alterni salite e discese; tratti asfaltati a momenti di difficoltà nascoste dietro ogni pietra sul terreno; non avendo un tracciato prestabilito non sai quanto durerà l'avventura.
Una cosa è certa: nonostante le difficoltà questa corsa come la vita merita di essere vissuta. Nonostante tutto oggi sono felice almeno per questo.
1 commento:
Bella metafora!
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