Un nuovo amico mi farà compagnia in questa domenica, l'ho conosciuto da pochissimo, un appassionato della multidisciplina abbastanza eccentrico. Faccio finta di chiedergli quanto ha intenzione di fare e che direzione intende prendere. Per fortuna non conosce bene la zona per cui alle mie domande risponde solo con un salomonico: "Non meno di 50 km".
Le mie intenzioni sono ben più velleitarie ma non voglio spaventarlo. Propongo la direzione del mare ed in particolare GRADO in modo da percorrere la statale che presenta un manto stradale molto buono, rifatto in occasione del Giro d'Italia dello scorso anno.
C'è il sole che splende nel cielo ma anche una temperatura molto bassa, non più di 2-3 ° C. Ai margini della strada le pozzanghere che troviamo sono una lastra di ghiaccio, per fortuna non c'è vento che sabato mi aveva disturbato non poco. Mi pongo in testa mentre il mio amico Moshe Dain il suo nome, mi segue e sin dai primi km dimostra di non voler mollare la ruota. Andiamo in scioltezza, di grande agilità, la giornata sembra proprio positiva, pedalo in gran tranquillità.
Moshe ogni tanto si offre di darmi il cambio ma gli dico di star dietro, casomai al ritorno potrà aiutarmi nel tenere su di giri l'andatura. Nella mia testa già penso a come fargli ingerire la pillola e costringerlo ad allungare il giro fino a raggiungere i km a tre cifre; è da tantissimo che non mi riesce ma oggi le condizioni sembrano ideali dal punto di vista meteo e poi basta allungare di poco visto che l'inversione a Grado già comporta 90 km.
Quando raggiungiamo il ponte che collega la terraferma alla patria del poeta Biagio Marin lo spettacolo che ci è offerto è incantevole; c'è alta marea ma la laguna è ferma. Qualche gabbiano che scivola lentamente sulla superficie dell'acqua lascia una lunga scia a V, ci sarebbe un silenzio irreale se qualche impavido automobilista non ci sfrecciasse a pochi cm frettoloso e impaziente di raggiunge chissà che cosa.
VITA CHE SEMPRE SCORRELa bava leggeranon aveva fiatodi muovere la mia velanel mare grande di Grado.Le carezze leggere,per quanto frescoline,che vanno per le marinenon portano primavere.E non persuadono la genteumana,per quanto mite e sana;ma lasciano la spiaggiazitta e incantata.
Raggiunta la cittadina gradese optiamo (anzi opto) per il ritorno dall'altro lato che dovrebbe portare ad allungare di quanto basta al mio disegno. La fatica comincia a farsi sentire e una bava di vento in faccia rallenta per qualche km il ritmo.
Prendiamo per Fiumicello, poi Villa Vicentina, Aiello e ci ritroviamo a Palmanova dove reimbocchiamo la strada percorsa all'andata. Moshe mi comunica che ha freddo ed è stufo ma ormai manca poco; guardo spesso il contachilometri e anche la velocità media. Abbiamo corso veramente bene ora manca solo la ciliegina sulla torna di poter concludere questo "centello" con la media che non ho mai realizzato su queste distanze. Mi vengono offerti ed accetto un paio di cambi; mi alzo spesso sui pedali più per far riposare la chiappa che per svegliare il ritmo.
Ci manca la leggera salitina che porta sul cavalcavia della tangenziale sud, pochi metri di dislivello che però diventano assai impegnativi. La curva di Paparotti e poi il lungo rellineo di Viale Palmanova che ci riporta verso casa.
L'opera è conclusa: 103 km a 29 km/h di media (una sciocchezza per molti, non per me).
Moshe è soddisfatto, io più di lui.
1 commento:
Bravissimi caspita, bel percorso e complimenti per la descrizione poetica.
La prossima volta allungatelo di qualche chilometro e vi aspetto a Venezia.....
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