Ma come si sa non sono i padri ad indurre in tentazione ma...
Se poi la tentazione è quella di un giro in bici nel primo pomeriggio di questo inverno assai freddo la risposta non può essere che si. Ci si mette anche il Padre Nostro che ci dona una splendida giornata luminosa e soleggiata e quindi via.
Si parte in direzione collina alla ricerca di qualche dislivello, poco però la mia inclinazione alla salita è scarsissima.
Percorro strade che tante volte ho calcato nei miei allenamenti, scollino a Moruzzo e mi avventuro in discesa in direzione di Fagagna. E' fantastico correre in solitudine ma accompagnato dalla propria ombra che ogni tanto mi giro a controllare che non perda la ruota. 65 km di quasi assoluto silenzio che sono passati in un battibaleno e senza grande stanchezza nè fastidi alla mia chiappa dolorante.
Pochi minuti per svestire gli abiti da novello ciclista e indossare quelli di vecchio tapascione. Mi continuano a dire che scendere dalla bici e iniziare a correre non sia facilissimo...continuo a non avvertire questa difficoltà. Paradossalmente l'aver pedalato per oltre 2 ore e mezza mi ha scaldato a sufficienza e le gambe vanno molto sciolte di corsa. Viaggio sin da subito sotto i cinque. Il sole ormai è molto basso, l'aria si è fatta più fresca ma la mia ombra continua a seguirmi...incremento leggermente e non ha la forza di protestare ma neanche quella di staccarsi.
Termino 10 km di corsa a 4'39'' di media, meglio di domenica scorsa.
Torno a casa e controllo la distanza del Triathlon olimpico: 1500 di nuoto, 40 di bici, 10 di corsa.
Sembra quasi fattibile. Dopotutto 3:20' sono passati senza accorgermi e senza provare la fatica...manca il nuoto, è vero, ma c'era della bici in più.
Chissà.
Le tentazioni sono tante, milioni di milioni, ma quella più importante si chiama...
Ad Maiora
1 commento:
Narrato da te sembra tutto così facile... E' davvero bello vedere con quanta facilità salti da uno sport all'altro!
Posta un commento