Lungo la salita che mi portava verso il rifugio Carducci la mia attenzione è stata attirata dalla presenza di tanti fiori gialli, alcuni erano "solitari" ma ne ho visto anche un bel gruppo verso metà salita.
In quella natura selvaggia, dove l'unica presenza sostanziale è la pietra mi era sembrato straordinario che questo fiore di un colore così vivace tenesse duro alle difficoltà. Ho provato a chiedere a qualcuno del "codazzo" che scalava la montagna se avessero idea del nome, nessuno ha saputo rispondermi. Oggi chiedendo un po' in giro ho avuto la risposta alla mia domanda e naturalmente non posso esimermi di concedere al PAPAVERO GIALLO la copertina di questo mio post.
Tornando all'aspetto podistico ho raccolto qualche riflessione critica sul comportamento di alcuni podisti che avrebbero lasciato rifiuti sulla montagna. Per quanto mi riguarda io non ne ho visti molti se non nelle immediate vicinanze dei ristori e, seppure non sia buona educazione, in una manifestazione che coinvolge oltre mille partecipanti non lo considero un evento eccezionale.
Le "conseguenze" della gara di domenica sulle gambe sono abbastanza limitate, senz'altro non paragonabili alla Skyrace Carnia, in discesa non ho corso molto e sono appunto le discese che fanno i maggiori danni.
Lunedì ho fatto una decina di km anche in progressione, stamattina altri 8 tranquilli.
Domani pomeriggio spero di poter correre bene ed abbastanza a lungo approfittando della compagnia di qualche amico del branco.
A proposito di Branco: alla Camignada eravamo presenti io e Marco Piermarini; alla gara di Aquileia venerdì scorso Renato Tittaferrante (che si è fatto anche male), Michele Mucin, Giuseppe Maniaci, Pino Amato; presenze sparse nelle numerose staffette del fine settimana
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