Ieri sera bella gara di Coppa Friuli che ho condotto senza spremere tutto alla ricerca di ritmi forsennati, ho tenuto un 3'30'' costante dall'inizio alla fine, pardon a 400 metri dalla fine quando la mia gara era quasi terminata, non dello stesso parere erano invece i miei compagni di gruppetto (tutti abituati alle brevi distanze) che hanno dato un cambio finale superandomi in quel fatidico ultimo minuto, saranno stati almeno 5-6.
Devo riconoscere che il mio pensiero era già al lunghissimo in programma per stamattina, avevo preso accordi con Cristian e Giuseppe per andare assieme tacendo l'entità della distanza che avevo in mente di percorrere (in verità in questi casi mi propongo solo una distanza minima mai quella massima).
Stamattina alle 6.45 ero già al Parco, il clima molto incerto, molto umido, nebbiolina che sembrava volersi tarsformare in pioggia, alle sette in punto parto molto lentamente (le mie caviglie hanno bisogno di oliare gli ingranaggi per alcuni minuti), già dal secondo giro raccolgo Cristian che mi rende partecipe del suo post-gara a base di birrette e un bicchier di vino che non è il massimo per chi voglia dopo poche ore affrontare un lunghissimo; al terzo giro si aggrega anche Giuseppe (lui avrebbe intenzione di fare di meno ma ormai lo conosciamo che tra il suo dire e il fare ne passa molto ed infatti correrà ben più del previsto).
Si discute per qualche minuto dei problemi della rilevazione dei tempi della gara di Bertiolo ognuno proponendo la propria ricetta.
Quando ho ormai messo in saccoccia 10 km propongo l'uscita verso l'ippovia alla ricerca di evitare la monotonia ma con la certezza di incontrare qualche saliscendi che rende l'allenamento più pesante, comincia a piovigginare e noi come i celebri personaggi del romanzo di Jerome &Jerome, Tre uomini in barca, prendiamo la via del fiume (loro il Tamigi noi il Cormor; loro in barca noi di corsa) cercando di spassarcela. Facciamo appena un km e sempre come nel romanzo di cui sopra si unisce un quarto (in quel caso era un cane, nel nostro un ottimo podista, Daniele Gortan).
Si va, il ritmo è stabilizzato intorno ai 4'35'' al km, il terreno è pesante, ben presto la corsa diventa silenziosa, ad ogni split Giuseppe invita i "cavalli di testa" a non esagerare, le acque del Cormor ai nostri lati sono cristalline, la vegetazione è ancora molto spoglia, solo le primule, tantissime primule gialle fanno capolino.
Ad un certo punto incrociamo le segnalazioni di quella che potrebbe essere una gara di mountain bike ma la giornata uggiosa ha tenuto lontano dalle passeggiate i tanti cicloamatori che affollano queste strade la domenica; Cristian perde qualche metro, si stacca, poco prima del previsto giro di boa ci avverte che torna indietro, noi si prosegue ancora, all'insegna del km 9 dell'ippovia si fa inversione, sono già a un'ora e mezza di corsa passata in un battibaleno.
Il ritorno è leggermente in discesa, le gambe sono portate ad aumentare, Daniele è continuamente al mio fianco, Giuseppe comincia a pagare, d'altronde ha già quasi raggiunto il suo obiettivo chilometrico odierno ma siamo ben lontani dal parco.
Proseguiamo io e Daniele che spesso tiene il ritmo anche perchè lui ha in programma solo 18 km, gli ultimi tre sono decisamente in progressione, arriviamo fino a 4'10'', lo saluto e lo ringrazio della compagnia che che ha impresso un bello sprint nel mio allenamento.
Ora comincia il pezzo duro, sono solo, devo farmi il ritmo e fare anche i conti con le gambe che cominciano a portare il conto della settimana intensa e della gara della sera precedente e mi manca quasi un'ora rispetto all'allenamento previsto.
La pioggia è insistente, mi viene in soccorso D'Annunzio con la sua Pioggia nel pineto:
Rientro al parco, spero tanto di trovare qualcuno se possa confortarmi con la sua compagnia per i restanti km che intendo fare ma nulla. Decido di uscire nuovamente ad allora rivolgo il pensiero al buon Leopradi ed al suo Passero Solitario che:
piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella.
Io solitario in questa rimota parte alla campagna uscendo, ogni diletto e gioco indugio in altro tempo: e intanto il guardo steso nell'aria aprica mi fere il Sol che tra lontani monti, dopo il giorno sereno, cadendo si dilegua, e par che dica che la beata gioventù vien meno.Di sole ce n'è ben poco, la strada sterrata è percorsa parallelamente da due rivoli d'acqua, corrervi dentro è difficoltoso, andare nel centro è peggio perchè il terreno è sconnesso, cerco di pensare solo che tra poco sarà finita.Concludo il mio lunghissimo di 40 km in 3:04' alla media di 4'36'', sono soddisfatto perchè le condizioni erano le peggiori mai incontrare nei 4 lunghissimi effettuati ed ho comunque avuto "il fegato" di portare a termine il lavoro.Toh, il lavoro! Raccolgo la mia borsa con l'asciugamano e subito, di corsa a casa, doccia veloce e in meno di un'ora devo essere in ospedale per dare il mio contributo al buon andamento della Sanità Pubblica.
3 commenti:
Alla faccia del lunghissimo ... 40 km in 3 ore ... forse fra qualche anno in gara! Complimenti anche per il post: ma la letteratura non è doping sui lunghissimi?
ma come fai?? io non lo so davvero. oggi ho fatto una fatica boia a fare 25km e sono preoccupatissima per i 30km e i 35km che mi aspettano....e tu, in scioltezza, tra d'annunzio leopardi e la natura te ne fai 40km??????
vabbe'.... :-) :-)
complimenti!
Posta un commento