Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






venerdì 30 novembre 2007

un racconto scritto nel 2001

BRUMA TRIESTINA Già da molto tempo avevamo deciso di concederci appena sarebbe stato possibile una giornata di svago da trascorrere in una città che fosse diversa da Udine. Più volte avevamo programmato di andare a Venezia ma ogni volta per una diversa ragione avevamo dovuto rinviare, spesso a causa delle cattive condizioni atmosferiche. Stamattina appena è suonata la sveglia siamo stati accolti da uno splendido sole che ci ha sorriso dal finestrone che sovrasta il nostro salottino. Felici siamo scesi giù a fare colazione, per la verità, papà Antonio è rimasto ancora a letto a dormire un po' di più. Mentre Gabriella sistemava Giulia e provvedeva alle piccole faccende mattutine io sono andato a comprare i panini in modo da preparare il nostro pranzo al sacco. Alle 10.30 siamo pronti, si parte!!!!! Percorriamo circa 2 Km e ci accorgiamo di aver dimenticato il passeggino di Giulia; rapida inversione di marcia e ritorno a casa. Ore 10.45 si parte questa volta sul serio. Un bellissimo sole accompagna il nostro viaggio verso il mare, riflettiamo anche su questa piacevole coincidenza che non è molto frequente specie in questo periodo dell'anno in Friuli. Giunti all'altezza del viadotto sul fiume Isonzo suggeriamo a Giulia di guardarlo, per lei rappresenta solo un fiume come tanti altri più o meno grossi che ha visto, c'è poca differenza fra il canale Ledra che attraversa la nostra città e questo. Inevitabilmente la memoria corre a quello che rappresenta invece nella testa di nonno Adriano, nella testa ma anche nel cuore. Tante volte ci siamo accorti che nel narrare le vicende accadute in questi luoghi il suo coinvolgimento era totale, vivo nei ricordi della storia, sofferto nel cuore per il gran numero di uomini e donne che hanno dato la vita per difendere questo suolo dallo straniero. Procediamo più avanti e, usciti dall'autostrada imbocchiamo la strada costiera che da Aurisina conduce a Trieste degradando dolcemente dai circa 300 metri sul livello del mare alla pianura delle rive triestine. Uno spettacolo eccezionale si presenta ai nostri occhi. Un cielo terso, un sole splendente ci permette di poter vedere alla nostra destra la cittadina di Grado, più in là Lignano Sabbiadoro, forse anche Venezia; alle nostre spalle le Alpi imbiancate della neve caduta nei giorni scorsi; sulla nostra sinistra il brullo Carso ci sovrasta minaccioso e affascinante nello stesso tempo ( la natura trionfa anche nelle condizioni peggiori se è lasciata in tranquillità); giù, un mare colorato di un blu intenso, giace tranquillo riposando le membra per quando dovrà scatenare la propria forza su queste coste frastagliate e alte. Percorsi alcuni km della strada costiera ci accorgiamo che il cielo sopra Trieste appare nuvoloso, una leggera bruma avvolge la città. Peccato, pensiamo, chissà perché? Giunti all'altezza del castello di Miramare ormai il sole è stato coperto dalle nuvole e non riesce a far capolino, sulla nostra destra l'alabarda simbolo della città di Trieste ci dà il benvenuto. Il Castello di Miramare sorveglia dal ciglio della roccia il golfo e conserva nelle sue mura, nelle sue stanze, nei suoi giardini, i fasti e le storie d'amore di tanti sovrani austro-ungarici. Prima o poi anche noi entreremo in questo luogo che ha affascinato tutti quelli che lo hanno visitato. Siamo giunti a livello del mare, sui marciapiedi molti passeggiano coperti da pellicce e cappotti, altri in completo invernale corrono sul marciapiede, altri ancora in bici si allenano. Fuori ci deve essere veramente molto freddo, ma i triestini hanno un legame molto stretto col mare ed anche le condizioni atmosferiche più proibitive non li scoraggiano dalla loro passeggiata. Notiamo che vi sono molti lavori in corso, la riviera di Barcola è chiusa del tutto alla circolazione dei pedoni, si sta rifacendo il manto in vista della prossima stagione estiva. A questo punto Gabriella ricorda che papà Adriano più volte ha detto che aveva sognato di fare il guardiano del faro ed io rifletto che certamente esserlo in questa città sarebbe stato fantastico; oppure essere su un veliero e solcare i mari alla ricerca di qualche terra lontana. Giungiamo nei pressi di Piazza Unità d'Italia.
La piazza è tutta transennata e circondata da un telone verde che ne impedisce la vista, anche qui stanno eseguendo dei lavori di manutenzione. Noi già conosciamo questo stupendo luogo, più volte ne abbiamo osservato lo splendore, il fasto dei sui palazzi, la ricercatezza dei mosaici, la magnificenza delle architetture. Oggi nulla di tutto questo si può vedere. Rimane solo di volgere le spalle alla piazza e ammirare le rive e il mare che ci stanno di fronte. Un'idea mi viene in mente:oggi Trieste è come una bella signora che si è appena alzata, deve ancora mettersi in ordine, pettinare i suoi capelli, per questo ci ha accolto con quella bruma, non voleva farsi vedere in questo stato per non intaccare il fascino che da sempre la avvolge. Non fa niente bella TRIESTE anche se oggi non hai potuto mostrarci i tuoi gioielli migliori rappresenti per noi sempre una bella signora di classe, culla della cultura mitteleuropea, finestra verso il mondo balcanico che nonostante in tempi andati abbia tentato di prenderti tu rispetti e accogli.
Un'altra volta il pensiero corre a nonno Adriano che non solo ha letto sui libri di storia le vicende che portarono alla liberazione del 1954 ma ne conserva anche un vivido ricordo.
La nostra passeggiata attraverso la città procede tranquilla in una alternanza tra vetrine addobbate di moderno e vecchi palazzi severi e orgogliosi dei fasti passati. Mi avevano indicato una drogheria dove potevo trovare un prodotto che a Udine è introvabile. Per caso capitiamo in una piccola ma graziosa piazzetta, si tratta proprio di Piazza San Giovanni, quella che cercavo, la drogheria si chiama Toso. Mi colpisce subito l'insegna, si tratta di una vecchissima insegna in legno con i colori ormai stinti, vi entro. Rimango stupefatto dall'odore di spezie, di erbe che vi è presente, noto che le suppellettili sono tutte antiche, non pezzi di antiquariato sono proprio tavoli vecchi consunti dall'uso, armadi scoloriti dagli anni, due grandi stanzoni contengono praticamente tutto ciò che può servire, dalla ferramenta ai prodotti per la casa, dai prodotti per dipingere ai bottoni, quattro commessi che immagino siano anche i proprietari servono numerosi clienti che chiedono gli oggetti più disparati, il commesso si allontana e dopo poco torna con il prodotto desiderato, anche la mia richiesta viene soddisfatta. Penso. Qui il tempo si è fermato, questo luogo ha visto scorrere anni ed anni senza che la sua onnivalenza sia rimasta scalfita dal progresso. E' fantastico !!!!! Verso le 14 consumiamo il nostro pranzo al sacco, poi ci dirigiamo in Piazza Unità per prendere un caffè. Avremmo voluto andare al Caffè degli Specchi che voi certamente ricordate essere il luogo dove andammo in occasione di un vostra visita a Trieste, purtroppo anche questo posto era chiuso per lavori in corso. Decidiamo di degustare il nostro caffè presso il Bar Tergesteo, elegante e lussuoso luogo all'interno della galleria. Giulia che nella mattinata ha avuto un comportamento altalenante fra qualche capriccio e periodi di tranquillità si comporta da vera gentildonna e dopo essersi inginocchiata sulla poltrona degusta una tazzina di latte come se fosse una nobildonna d'altri tempi. La nostra gita a Trieste volge al termine, una leggera pioggerellina affretta la nostra partenza. E' stato un gran bel tuffo nel passato questa gita, un godimento l'architettura triestina, un piacere il mare Adriatico, peccato esser capitati a Udine e non qui pensiamo. Udine 3 Febbraio 2001