Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






martedì 27 novembre 2007

Maratona di Dublino 2007

Adidas Dublino Marathon 2007 27 Ottobre 2007 Cosa mi abbia spinto a ricercare una alternativa alla VeniceMarathon per gareggiare a fine ottobre in maratona non lo so neanche io di preciso: forse la voglia di cercare esperienze nuove, conoscere luoghi diversi, il contatto con Simone Grassi che a Dublino ci vive già da un paio di anni, l’aver sentito parlare tanto di questa capitale che è meta del turismo giovanile, la voglia di birra, fatto sta che una sera invio una mail ad una serie di amici con l’idea-invito ad unirsi a me.Nel giro di una settimana la mia provocazione era stata raccolta da tre altri amici e da qui ad organizzare il tutto il passo è stato breve e semplice. Non è un caso che a rispondere siano stati 3 appassionati delle maratone corse in serie, dei cosiddetti Supermaratoneti. Vittorio Bosco, friulano di Manzano, che ha raggiunto le 140 gare tra maratone e ultra proprio a Dublino; Maurizio Ronchi, romagnolo di Rimini, anche lui del club dei Supermaratoneti e amico di tanti “pazzi” romagnoli tra i quali “il Trombatore” Gemma fa il protagonista; Silvana Tosolini, friulana di Remanzacco, che ha iniziato a correre non da molto ma che sta tirando su un numero di quarantadue e la domenica precedente a questa data si era cimentata anche in una 67 corsasi in provincia di Udine (era presente anche Vittorio).Il Viaggio.Il nostro viaggio si è articolato in quattro giorni di soggiorno a Dublino, uno a Londra e una mezza giornata per tornare in Friuli.Nei quattro giorni dublinesi abbiamo goduto appieno del clima di ospitalità che offre la città girandola in lungo e largo e partecipando al passatempo principale dei dublinesi: bere Guinness a go-go. Di Dublino sono principalmente due gli elementi che colpiscono: la straordinaria quantità di giovani presenti – mi dicevano che l’età media è di 33 anni – e la altrettanto straordinaria quantità di birra che si riesca a bere, anche se a onor del vero scende benissimo e non è molto alcolica.Sarebbe stato bello poter fare una puntata fuori dalla capitale, alla ricerca della vera Irlanda come mi hanno detto in tanti ma la natura del viaggio non lo prevedeva e magari sarà la scusa per bissare in una prossima occasione.Il soggiorno londinese, solo una giornata, anzi mezza, per la verità, è stato un concentrato di sensazioni, di emozioni, di percezioni, di vedute…siamo comunque riusciti a gustare a velocità impressionante tutti quei monumenti che io avevo potuto solo vedere sui libri di inglese e sulle guide turistiche.Anche questo assaggio di Londra sarà da stimolo a tornarci in una prossima occasione.La gara.E’ inutile nascondere che dopo la buona prestazione della Maratona di Berlino dove senza spendere più di tanto ero riuscito a correre in circa 3:16’, mi aspettavo molto da questa trasferta dublinese pur conscio che il mio allenamento sia assolutamente inadeguato sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo e mi riferisco quindi ai lunghi; conoscendomi, però so che il clima gara mi esalta e la competizione mi fa ritrovare energie fisiche e mentali che suppliscono alle carenze di preparazione. Ad elevare la tensione per il risultato giungono dalla Maratona di Venezia i riscontri dei miei compagni di allenamento che si sono comportati molto bene, hanno ottenuto quasi tutti il personal best: Renato e Stefano hanno fermato il loro cronometro su 3:16’, la bravissima Anna 3:11’, Valentina Gualandi è tornata a concludere una maratona in 3:09’ (non posso dimenticare il finale soffertissimo ma trionfale di due anni or sono quando insieme tagliammo il traguardo della maratona di Milano in 3:03’) ed anche tutti gli altri sono ben soddisfatti della loro prestazione.Diventa la mia gara una sfida nella sfida, non si tratta naturalmente di nemici e neppure di avversari ma, come è giusto che sia, di stimoli a far meglio.Il pomeriggio prima della gara mi sento tanto stanco, me ne torno in ostello e mi metto a letto con il mio Ipod ad ascoltare musica classica cercando di trovare il clima più conciliante per trovare in me stesso il massimo di energie possibili, a Dublino la gara sarà misurata in miglia, faccio un po' di conti ed arrivo alla conclusione che il mio numero magico della giornata deve essere il 432, 432 come i secondi che dovrò impiegare ad ogni split che corrispondono ad un ritmo di 4'30'' al km per concludere sotto le 3:10'.Guardo la cartina del percorso che si snoda prima per un tratto in città, poi si dirige in periferia, attraversa un grandissimo Parco che il mio amico Simone mi ha detto essere teatro dei suoi lunghi e poi torna in centro; l'altimetria mi dimostra che non si tratta di gara piatta ma è difficile giudicare le difficoltà analizzando una carta, inoltre in questi giorni di presenza ho notato spesso la presenza del vento.La sera ci prepariamo un carico di carboidrati che ci sia di buon auspicio per la gara, lo definisco non a caso in questo modo perchè definirla pasta sarebbe un insulto all'italico cibo per eccellenza ma...come si suol dire in questi casi "chi si accontenta gode".La mattina della gara che è il programma lunedì 29 Ottobre (giornata di festività nazionale in Irlanda) usciamo dall'ostello e appena ci immettiamo lungo la strada principale di O'Connell Street vediamo podisti che spuntano da tutte le strade laterali, il fiume si ingrossa, dopo alcune centinaia di metri si divide in due torrenti che portano entrambi alla zona di partenza. Il clima è fresco ma la giornata si presenta luminosa e chiara, solo qualche refolo di vento può disturbare.Nella zona preparata per il pre-gara tutti i servizi sono ben disposti ed efficientissimi, deposito bagagli senza problemi, servizi igienici abbondanti e puliti, il clima è molto tranquillo non elettrico come di solito succede nelle maratone italiane.Indosso la mia canotta di Podisti.net con su impresso il mio nome e cognome e lentamente mi avvio verso la zona partenza dopo aver salutato gli amici.Qualche centinaio di metri prima di imboccare il viale dove è posta la partenza una transenna divide coloro che puntano ad un tempo inferiore alle 4 ore da quelli che ritengono di starci su, tutto con estrema tranquillità eppure ci sono oltre 10000 iscritti.L'attesa prima dello start principale scorre abbastanza velocemente perchè vengono fatti partire prima i disabili, poi le donne elite ed infine tutta la massa.Mi ritrovo nelle prime posizioni del gruppo, fa fresco, cerco di retrocedere di qualche fila e posizionarmi più nella pancia per proteggermi dal freddo non avendo potuto riscaldarmi, cerco di concentrami massaggiando tutti i miei muscoli, accanto trovo un gruppo di podisti trentini di San Martino di Primiero, ne scorgo altri che indossano la canotta con la scritta Livigno mentre un altro gruppo di toscani lo avevamo incrociato per strada.Sono visibilmente teso, lo sento, non mi accadeva da tanto eppure tutto è molto tranquillo, fin troppo, lo speaker non fa nulla per caricarci, si limita ad alcune indicazioni di carattere logistico che comprendo solo parzialmente.Finalmente si parte, la strada si restringe quasi subito, io sono in testa, non ho problemi di sorta, ai lati il pubblico è già numeroso.Il primo stop al mio cronometro mi indica una partenza leggermente veloce, lo stop successivo al quinto km mi conferma un ritmo troppo elevato, viaggio sul ritmo delle 3 ore.Cominciano a presentarsi le prime asperità che non sono poi così abbordabili come sembravano tanto che mi rallentano visibilmente, il vento in alcuni tratti è forte e soffia in alcuni tratti a favore ed in altri contro. C'è troppa differenza tra un intermedio ed il successivo, eppure io sono sicuro di mantenere la mia andatura solita, l'ingresso nel grande parco mi rilassa la mente, ai nostri lati solo verde, pochi alberi, tanti sentieri sterrati ai nostri lati, un paradiso per i podisti che possono correre qui.Al 10° km la mia media è di 4'20'' al km, supero un podista con la scritta Italia che dopo avermi salutato e corso accanto a me mi invita a tenermi coperto, affrontiamo però un tratto di discesa ed io tento di assecondare l'inerzia e di andare.Poco dopo mi affianca un polacco che vive a Dublino da anni e mi rivolge la parola, percorriamo un paio di miglia assieme parlando, un salita rompe il nostro idillio, la sua potenza frantuma la mia scarsa predilezione per le ascese.Alla mezza fermo il mio cronometro su 1:31'50''.Già mi immagino la debacle finale e la delusione per il cedimento che sarà inevitabile avendo sostenuto un ritmo troppo forte, ma ormai c'è poco da fare. Ai ristori prendo solo acqua anche se non mi avrebbe fatto dispiacere mangiare mezza banana (unica pecca di questa maratona, l'assenza di qualsiasi cibo solido, solo qualche bustina di gel).La strada scorre sotto i nostri piedi, siamo in periferia ma ai lati il pubblico è numeroso in alcuni punti e soprattutto è molto caloroso, ci invita a tenere il ritmo, vi sono tanti che porgono caramelle, tornano alla mente le belle scene viste alla maratona di New York; lo scorrere dei km esalta il mio stato d'animo positivo, sono al 30° ed ancora sono sulla media di 4'21'' al km.Faccio un po' di conti, anche con uno scadimento di ritmo rilevante si tratterà sempre di gran risultato, l'attesa della crisi mi impaurisce ma allo stesso tempo ogni volta che fermo il cronometro mi accorgo che vado sempre forte.Il 22° miglio è velocissimo, mi dico che sarà stato tutto in discesa...bisogna aspettarsi la salita dunque...niente, il 23° è più lento ma comunque ottimo...Mancano sole 3 miglia!!Sono tre giri del mio Parco del Cormor, sarebbero 5 km -- un tratto abbastanza lungo per andare in crisi-- ma tre giri del parco io li faccio a memoria...mi basta pensare di essere a Udine.Alle spalle giunge un podista dalla corporatura da triathleta, mi supera e mi stacca rapidamente, questo mi allarma, mi accorgo che ha la scarpa slacciata, dovrà fermarsi per forza.Lo seguo con lo sguardo, si ferma. Incremento il ritmo, le gambe non vogliono saperne ma riprendo il podista vittima del nodo singolo (sempre il doppio nodo!!!), questa distrazione è servita a far scorrere un altro miglio; il mio intermedio dice 439 secondi solo 7 in più dei conti che avevo fatto come massimo obiettivo ed ora mancano solo due miglia.Siamo ormai in centro, il pubblico diventa sempre più numeroso, sento ripetere il mio nome naturalmente storpiato all'inglese, ogni Marghitta, Marghiotta, Mergitt mi dà ulteriore carica mentale per spingere avanti le gambe che invece sono provate.L'amico Simone mi aveva promesso di attendermi all'ultimo miglio, alzo lo sguardo, tendo l'orecchio, aspetto il suo saluto, non mi giunge nulla. Dopo mi spiegherà che non si aspettava che arrivassi così presto e che quindi mi "ha perso" ed ha potuto farmi una foto solo di spalle.Sono sul penultimo rettilineo, ho appena svoltato dal Trinity College, il tifo è tantissimo, sono esaltato dal risultato che sto per realizzare, supero diversi amici, porgo qualche cinque a dei bambini che me lo chiedono, svolto a destra ed in fondo il cronometro segna un tempo impensato, trovo le forze per sprintare, passo in mezzo a due schivandoli per poco.A braccia alzate taglio il traguardo in 3:05'18'', un risultato che non avrei neanche sognato.Ma la crisi, mi chiedo, la crisi dov'è? Ho solo ceduto 45'' nelle ultime 3 miglia!Ma allora si può...Ma forse con qualche altro allenamento tra un mese...Calmo Margantonio, stai calmo prendi questo splendido risultato e goditi questa splendida giornata.I miei amici giungono sul traguardo comunque soddisfatti: Maurizio Ronchi in 3:38'47'', Vittorio Bosco in 4:16'09'', Silvana Tosolini in 4:26'45'', Enrico Lasio che abbiamo incontrato per caso conclude in 5:02'41''.Un breve saluto a Simone, qualche commento sulla mia gara un in bocca al lupo per la sua NYC Marathon e mi avvio verso l'ostello convincendo le mie stanche gambe che la fatica ormai è finita. Dopo una doccia di mezz'ora mi metto a letto e sul mio Ipod faccio andare a tutto volume la "Nona Sinfonia" di Beethoven, "We are the champion" dei Queen e per concludere la celebre aria di Puccini, "Nessun Dorma" interpretata da Pavarotti che con il suo VINCEROOOOOOOOOO' finale mi strappa anche una lacrima di commozione.